«Sgrena, il Sismi ha agito in piena autonomia» di Guido Ruotolo

«Sgrena, il Sismi ha agito in piena autonomia» AUDIZIONE DI LETTA E POLLARI: ANCORA MOLTI I PUNTI DISCORDANTI DAGLI AMERICANI SULLA MORTE DI CALIPARI «Sgrena, il Sismi ha agito in piena autonomia» Guido Ruotolo ROMA L'auto con i due sequestratori e Giuliana Sgrena si ferma. Quello del rilascio dell'ostaggio è il momento più critico di un sequestro. Rispetto all'orario concordato, siamo in ritardo di almeno un paio d'ore. Uno dei due carcerieri si rivolge alla giornalista de «Il manifesto»: «Se succede qualcosa, se ci attaccano, apriamo il fuoco». Aggiunge l'altro: «E a quel punto saltiamo tutti in aria». Niccolò Pollari, direttore del Sismi, racconta questo particolare inedito al Comitato parlamentare di controllo sui Servizi. Aggiunge il direttore del Sismi: «La signora Sgrena dedusse che l'auto era imbottita di esplosivo». Interrogato dai magistrati romani, anche l'ex maggiore del Ros, A.C., ex capozona Sismi di Baghdad che accompagna Nicola Calipari nella missione Sgrena, conferma che era questa la preoccupazione del suo superiore: che i sequestratori potessero imbottire di tritolo l'auto nella quale si trovava la giornalista. Scampoli di audizione del sottosegretario alla presidenza del Consiglia, Gianni Letta, e del direttore del Sismi, Niccolò Pollari, a san Macuto, al Comitato parlamentare di controllo sui Servizi. Letta e Pollari confermano che ancora oggi rimangono distanti i punti di vista itahano e americano sulla dinamica e sulle responsabilità dell'«incidente». Ne parlano senza che poi queste dichiarazioni siano messe a verbale, giacché la commissione d'inchiesta mista italoamericana è ormai prossima a concludere i suoi lavori, il 4 aprile prossimo. E' il giomo dopo l'annuncio del ministro della difesa Usa, Rumsfeld: «Sappiamo che è stata una tragedia. Tra breve la commissione d'inchiesta concluderà i suoi lavori». Riassumono Letta e Pollari: «I punti discordanti riguardando la velocità dell'auto al momento in cui impatta con il posto di blocco mobile; le procedure di avvertimento; le ragioni per le quah quel check point mobile non viene avvisato che sta per transitare l'auto italiana; i motivi che hanno spinto la pattuglia americana ad aprire il fuoco». Aggiungono il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e il direttore del Sismi: «Ci risulta che il capitano Green, una volta informato che l'auto con Calipari, il suo collaboratore e Giuliana Sgrena stava arrivando all'aeroporto, venticinque minuti prima che l'auto fosse colpita, pur avendo a disposizione mezzi tecnici (radiotrasmittenti, ndr) non comunicò la notizia ai checkpoint dell'aeroporto». Ieri il governo si è assunto la responsabilità pohtica delle direttive impartite al Sismi per riportare a casa, «a qualunque costo», sana e salva Giuliana Sgrena. E ieri Letta e Pollari hanno rivendicato con orgoglio 1'«autonomia» del Sismi rispetto agh altri servizi segreti alleati, raccogliendo il consenso della maggioranza e dell'opposizione. Non è solo una questione di orgogho patriottico. Ieri, il direttore del Sismi lo ha detto senza grandi giri di parola: «I nostri interlocutori noi non li freghiamo». Questo per dire che non è stato comunicato nulla ai servizi alleati, agh americani, per lealtà nei confronti degh interlocutori, di chi, concretamente, stava trattando la liberazione dell'ostaggio itahano, di Giuhana Sgrena. Insomma, che cosa sarebbe successo se i mediatori iracheni si fossero accorti che nella delicata vicenda della gestione della trattativa, a sequestro ancora in corso, eran^ entrati degh «intrusi»? Che cosa avrebbe comportato questo in termini di sicurezza dell'ostaggio? Per spiegare l'autonomia decisionale e funzionale della nostra intelligence, Gianni Letta, con molta diplomazia, ha raccontato le ragioni per le quah la nostra inteUigence (e lo stesso governo) hanno imboccato decisamente la strada dell'accordo con i sequestratori. Pur non entrando mai nei particolari della cronologia degh avvenimenti, Letta ha raccontato delle segnalazioni delle forze della coalizione sui possibili luoghi della prigione dell'ostaggio. Anche di quella del 25 febbraio che, nella impossibilità di una verifica positiva, ha portato poi alla profonda convinzione di abbandonare ogni velleità di bhtz, di opzione militare. Oltre due ore è durata l'audizione del sottosegretario Letta e del direttore del Sismi Pollari. Che hanno rivendicato con orgogho anche le scelte operative cu quel tragico venerdì. E ieri hanno sottolineato che anche la decisione di non fermarsi all'ambasciata itahana, visto il ritardo di due ore sul rullino di marcia, era dettata da una valutazione di «maggiore rischio»: «Sarebbe stato troppo pericoloso perché vi erano state segnalazioni su terroristi che seguivano i movimenti di diplomatici». Questa precisazione è forse una risposta impheita a chi, in queste settimane, ha «criticato» 1'«imprudenza» di Calipari che per arrivare il prima possibile, e soprattutto per attribuire al suo Servizio i meriti della riuscita deh'operazione liberazione deh'ostaggio, non si è fermato in ambasciata, né ha chiesto un convogho a protezione di Giuhana Sgrena. I sequestratori avrebbero imbottito di tritolo l'auto su cui fu trasportata la giornalista prima del rilascio «Se ci attaccano apriamo il fuoco e tutti saltiamo in aria»

Luoghi citati: Baghdad, Roma