Rumsfeld: su Calipari presto la nostra verità

Rumsfeld: su Calipari presto la nostra verità IL SEGRETARIO Di STATO USA: «ABBIAMO FATTO UN'ECCEZIONE E INCLUSO ITALIANI NELL'INCHIESTA» Rumsfeld: su Calipari presto la nostra verità Il capo del Pentagono rifiuta di confermare se lo 007 avesse avvertito i militari americani: «L'indagine non durerà in eterno» intervista Chris Wallace SONO trascorsi due anni dall'invasione americana dell'Iraq. Ci sono stati alcuni progresso: il brutale regime di Saddam Hussein è stato rovesciato, 8,5 milioni di iracheni hanno sfidato le minacce dei terroristi per andare a votare. Ma tutto ciò ha un prezzo: 1.519 militari Usa sono stati uccisi, 11.344 feriti Le stime parlano anche di più di 20 mila iracheni uccisi. Guardandosi indietro, cosa ha imparato e cosa avrebbe fatto diversamente? «Guardandomi indietro vedo una cosa meravigliosa: 25 milioni di iracheni liberati, la loro economia sta mighorando, il loro processo politico avanza verso la democrazia, si sono svolte con successo le elezioni e era è stata convocata l'Assemblea Costituente. Continua anche la ribelhone, meno presente di guanto fosse prima, ma molto più presente di quanto ci saremo aspettati. E le forze di sicurezza irachene continuano ad evolversi: siamo oggi sopra i 145 mila uomini che stanno espandendo la loro re- sponsabilità e li vedremo sempre più frequentemente affrontare i ribelli. Penso che la conseguenza sarà una riduzione degli attacchi dei rivoltosi.» Cosa in particolare della pianificazione della guerra o del dopoguerra lei avrebbe voluto cambiare se potesse? «Considerando il livello della guerriglia oggi, due anni dopo, è chiaro che se fossimo stati in grado di introdurre la Quarta divisione di fanteria dal Nord, dalla Turchia, molti esponenti del regime baathista di Saddam Hussein sarebbero stati catturati o uccisi. E i ribelli oggi sarebbero meno numerosi. Ma la divisione venne bloccata e fummo costretti a entrare da Sud. E quando Baghdad venne presa parecchi uomini dell'esercito e dei servizi iracheni si erano già dati alla macchia. Molti di loro sono ancora attivi.» Qualcuno obietta che bisognava trovare un modo per far partecipare esponenti della leadership militare sunnita al nuovo governo iracheno. «Ma loro partecipano, owiamen- te. Oggi gh sciiti e i curdi stanno cercando di coinvolgere i sunniti, i quali si rendono conto di aver commesso un grave errore a non partecipare alle elezioni. Ma ora hanno intenzione di partecipare al processo costituzionale.» Lei in questi due anni è stato criticato per tutta una serie di dichiarazioni, come quella sulla «vecchia Europa». Vorrebbe riprendersi alcune di queste frasi? «Oh, no. No, no. No, no. Voglio dire, ti alzi la mattina e sai cosa devi fare. Sono contento di quello che ho detto.» Lei ha detto che la nomina del nuovo governo iracheno potrebbe indebolire la lotta alla guerriglia. Cosa intendeva? «Temo che ogni volta che si insedia un governo nuovo, ci vuole un nuovi ministro della Difesa e dell'Interno, ci vuole una nuova catena di comando, un'nuovo premier e si tratta^ di stare attenti a non fare troppi cambiamenti solo per piazzarci un amico o qualcuno della loro tribù o della loro etnia. Perciò noi chiediamo agli iracheni che mettano pure chi vogliono loro - è il loro Paese, la loro sovranità - ma stiano attenti a non indebolire le forze della sicurezza perché toccherà a loro sconfìggere la rivolta.» Il numero due dell'esercito, il generale Richard Cody ha detto che le truppe Usa in Iraq probabilmente verranno ridotte l'anno prossimo, e alcuni alti, ufficiali parlano di 105 mila americani nel 2006. «C'è parecchia gente che ne parla, ma non fanno parte del processo decisionale. Noi sappiamo che al momento riduciamo le nostre truppe da 152 a 137-140 mila ritirando i rinforzi mandati per le elezioni. Per ora non abbiamo fatto al presidente altre raccomandazioni. Quando potremo ridurre la nostra presenza rimane da vedere.» Si aspetta invece un incremento dei numeri in autunno quando ci saranno nuove elezioni? «E'possibile.» Il presidente Bush ha nominato Paul Wolfowitz nuovo presidente della Banca Mondiale, qualcuno in Europa ha reagito dicendo che gli americani vogliono costringere gli altri ad adottare i loro valori. «Conosco Paul Wolfowitz. E' un grande talento, brillante e pieno di dedizione. Ha a cuore le sofferenze del mondo in cui viviamo e si interroga su come costruire un mondo mighore. Penso sia una scelta eccezionale. E' un diplomatico esperto, ha fatto uno splendido lavoro al Dipartimento per la Difesa e penso che in uno-due-tre anni la gente si renderà conto di quanto fosse ispirata la scelta del presidente.» L'Itaba afferma che i militari italiano avevano informato i loro colleghi Usa, venti minuti prima di essere colpiti al posto di blocco, che avevano liberato quella giornalista italiana. Giuliana Sgrena, e che stavano andando all'aeroporto di Baghdad. E' vero che gli italiani avvertirono i militari Usa? «C'è un'inchiesta in corso. Esiste un modo giusto di trattare questa vicenda. Abbiamo fatto una cosa inconsueta includendo itaiinni scelti dal primo ministro nell'indagine. Non durerà per sempre. Sapremo le risposte a tutte le domande. Sappiamo che c'è stata una tragedia, un uomo è stato ucciso e altri feriti. E mi sembra che aspettare e vedere i risultati dell'indagine sia la cosa più giusta da fare.» Ci può dire qualcosa? Del resto, tutto è accaduto più di due settimane fa e ha coinvolto un numero limitato di persone. «Certo.» Cosa pensa ci verrà rivelato? «Presto sapremo.» Lei è il più anziano segretario alla Difesa. «Certamente.» . . Ha mai pensato a quando si dimetterà? «No. Spetta al presidente. Mi sento veramente fortunato a servire il mio Paese e sono in buona salute. Copyright Fox News Sunday |«I^jj! Resta da vedere ^" quanto potremo ridurre la nostra presenza militarein Iraq. Perora non abbiamo dato al presidente consigli in tal senso. E in caso di crisi il numero dei nostri militari potrebbe anche crescere 99 ^téiE'una tra9ec^a ™™ Un uomo è stato ucciso, altre persone sono rimaste ferite Esiste un modo per trattare queste vicende Mi sembra che aspettare i risultati sia la cosa A A più giusta ^7 Donald Rumsfeld na pattuglia americana a Baghdad