Gas e diplomazia Putin salta Kiev e tenta l'Europa di Francesca Sforza

Gas e diplomazia Putin salta Kiev e tenta l'Europa IERI IL PRESIDENTE RUSSO NELLA CAPITALE UCRAINA HA INCONTRATO I LEADER DELLA RIVOLUZIONE ARANCIONE Gas e diplomazia Putin salta Kiev e tenta l'Europa Il progetto di un mega gasdotto per aggirare Ucraina e Bielorussia e portare le forniture dalla Siberia a Germania, Francia e Inghilterra Francesca Sforza corrispondente da MOSCA Non deve essere stato facile per Vladimir Putin cenare ieri sera allo stesso tavolo del primo ministro ucraino Julia Timoshenko, che per mesi ha sfilato sulle strade di Kiev strillando «Viva la libertà, abbasso la Russia!» ed eccitando contro Mosca le folle della piazza globale. Ma «le relazioni tra Ucraina e Russia devono andare avanti», osservava un portavoce del Cremlino alla vigilia della missione di Putin a Kiev. «Dovremmo mantenere un dialogo non soltanto formale ha dichiarato ieri il presidente russo appena arrivato in Ucraina - e impegnarci a non perdere il livello di relazioni che abbiamo raggiunto in passato». Yuschenko però guarda al futuro, e a fianco delle dichiarazioni di circostanza - «Sono convinto che troveremo le basi per un nuovo sviluppo delle nostre relazioni» non nasconde l'intenzione di alzare i dazi imposti al governo russo per l'utilizzo degli oleodotti ucraini, fondamentah per trasportare il gas russo verso i mercati europei. Putin però ha già pronta una risposta: se da una parte cerca di frenare l'entusiasmo europeista di Yuschenko proponendo uno spazio economico comune tra Russia, Bielorussia, Kazakhstan e Ucraina, dall'altro ha già in mente come superare l'ostacolo dell'eventuale intransigenza di Kiev. La strategia del Cremlino è infatti quella di estendere la propria influenza politica servendosi delle risorse energetiche, senza rinunciare, qualora si renda necessario, a utilizzarle come strumento di ricatto. E' il caso delle forniture di petrolio alla Lituania: in seguito al rifiuto, da parte degli Stati Baltici, di partecipare alle commemorazioni per il 60simo anniversario della vittoria deh'Annata Rossa sul nazismo, la Transneft, monopolio statale degh oleodotti, ha rifiutato di dare a Yukos per i prossimi tre mesi l'accesso alla raffineria di Mazeikiu, unico punto di rifornimento per le industrie delle tre ex repubbliche sovietiche. Una sorte analoga potrebbe toccare a Ucraina e Bielorussia, che con l'avvio del Neg - il nuovo gasdotto europeo - perderebbero la capacità di dettare condizioni alla Russia. Il progetto ha infatti l'obiettivo di accrescere la dipendenza europea dalle risorse energetiche russe evitando di passare per l'Ucraina e la Bielorussia. Come ci ha confermato un portavoce di Gazprom, che fuma l'in¬ tera operazione, «Il Neg parte dalla Russia per arrivare alle coste della Germania e collegherà la rete dei gasdotti russi con il Nord Europa escludendo il transito attraverso Paesi che hanno economie instabili e rìducendo per il consumatore occidentale i rìschi pohtici legati alla sicurezza nel rifornimento». Il progetto può definirsi un capolavoro di ingegnerìa civile: 917 chilometri di gasdotto sul territorio russo, 1.198 chilometri per il tratto sottomarino sul Baltico (che aggira le difficoltà poste da Ucraina e Bielorussia) e un altro migliaio di chilometri per la rete che dalla Germania è destinata ad arrivare, in futuro, fino a Svezia, Finlandia e Gran Bretagna. «Il nuovo gasdotto nordeuropeo - dicono ancora a Gazprom - avrà la capacità di trasportare dai 20 ai 30 miliardi di metri cubi di gas all'anno, sarà aperto dal 2010 e funzionerà a pieno ritmo tra il 2012 e il 2013». I preparativi per la realizzazione del progetto sono già cominciati, attualmente è in corso l'esame del terreno per i 917 chilometri del tratto russo. «Nella regione di Vologda sono già stati stabiliti i posti per le stazioni di compressione e gh schemi preliminari per i cantieri edili ci dice ancora un portavoce del gruppo - Il progetto del gasdotto terrestre è praticamente finito. Nella regione di Leningrado è stato progettato lo schema tecnologico, è stata conclusa la raccolta dei dati sul terreno e sono definiti i posti per le stazioni». Si attende da un giorno ah'altro la perizia che permetterà di stabilire il costo e l'itinerario finale del gasdotto. «Ma non prevediamo di spendere meno di 6 miliardi dollari». Dal giugno 2003, quando Putin e Blair hanno siglato un accordo per collaborare nel prògetto, si sono fatte avanti le grandi banche intemazionali interessate a forme di co-finanziamento - e le maggiori compagnie petrolifere, da E.on Ruhrgas a Bp, dalla Shell a Wintershall fino a Gasimi e Total FinaElf. Sarà difficile, per Viktor Yuschenko, trovare alleati per ritagliarsi un posto nella grande partita del gas: la sola Germania, senza il petrolio e il gas russi, non riuscirebbe a coprire oltre un terzo del fabbisogno nazionale e l'Ue, che importa oggi il 49 per cento del gas dalla Russia, è destinata, da qui al 2030, ad aumentare la propria dipendenza da Mosca fino all'81 per cento. Putin ne è consapevole, ed è deciso a giocare le carte del gas e del petroho, i due argomenti più convincenti della sua diplomazia. L'energia diventa la principale leva strategica di Mosca. La Lituania è stata lasciata senza petrolio per tre mesi dopo una polemica con il Cremlino y' GR.BteTAGNA LONDRA ^^^^«Wscanda i.} ^BtUÌÌOX GERMANIA BERLINO iBIELORUSSIA POLONIA ' ' u-j i ', LU/. REK s CECA FRANCIA UCRAINA -StOVACCHjA-, Il premier ucraino V jlia Timoshenko, leader della rivoluzione arancione, durante l'incontro con Vladimir Putin ieri a Kiev