Regionali, il Tar respinge il ricorso della Mussolini

Regionali, il Tar respinge il ricorso della Mussolini IL GOVERNATORE: «VOGLIO DIRLE SOLO BUON APPETITO». MA L'OPPOSIZIONE ACCUSA: SONO STATI CANCELLATI TUTTI I DATI DELLA LAZIOMATICA Regionali, il Tar respinge il ricorso della Mussolini Alessandra: «È un voto senza senso». Fassino: «Storace se ne deve andare» Francesco Grignetti ROMA Il Tar del Lazio ha dato torto alla Lista Mussolini: le firme non sono sufficienti, quindi non parteciperà alla competizione elettorale nel Lazio. Esulta il centrodestra. «Spero - commenta Francesco Storace - che la Mussolini adesso capisca l'errore che ha commesso pensando di poter far passare per vere firme false. Riconosca che dopo la corte d'appello e dopo il Tar questa sceneggiata deve finire. Voglio dirle solo: buon appetito». Lei è furiosa: «H voto non ha più senso». Ma l'affaire non si smonta. Anzi. Al termine di una giornata di indiscrezioni, è confermato che i computer della Regione Lazio sono stati sottoposti a ima manutenzione straordinaria negh ultimi quattro giorni. Risultato: sono state cancellate le informazioni sulle connessioni effettuate, diventa pressoché impossibile identificare da quah computer sia partita l'aggressione informatica all'Anagrafe del Campidoglio. E improvvisamente il caso diventa di rilevanza nazionale. Insorgono i big del centrosinistra. Il più duro di tutti è Piero Fassino, che chiede le dimissioni di Storace: «Se ne deve andare. La sua candidatura alla Regio¬ ne non è compatibile con un regolare e trasparente svolgimento della campagna elettorale». Scendono in campo in tanti: Romano Prodi («Bisognerà guardarci dentro fino in fondo perché ci sono delle violazioni che sembrano gravissime»), Francesco Rutelli («Se Storace non vuole essere ricordato per uno scandalo ben peggiore di quelli dell'epoca di Tangentopoli, deve dire immediatamente ai cittadini del Lazio tutta la verità»). Massimo Brutti («Gh scopi perseguiti da questi signori non possono che essere illedli»), Antonio Di Pietro («Impensabile in imo stato di diritto»), Alfonso Pecoraro («Tentano di insabbiare lo scandalo»). Ma è Fassino il più drastico. «La cancellazione sui computer di Laziomatica delle prove della violazione dell'Anagrafe del Comune di Roma costituisce un atto gravissimo che testimonia della volontà deliberata e dolosa di impedire l'accertamento della verità. Laziomatica è una società della Regione Lazio e il presidente della Regione non può sottrarsi al dovere cu rispondere degh atti di quella società». H segretario deiDs conclude chiedendo «l'immediato intervento del ministro dell'Interno a cui la legge affida la precisa responsabilità di tutelare le elezio¬ ni e la campagna elettorale da ogni forma di broglio e di inquinamento». Archiviata dunque la questione deUe firme false con il pronunciamento del Tar, monta la questione dei computer. Sia quelli del Comune, sia quelli della Regione. Come è ormai noto, gh esposti presentati dai candidati della Lista Storace contro la Mussolini portavano in allegato i certificati telematici scaricati dalla banca dati del Comune. Davanti ai giudici del Tar, ad esempio, un avvocato che assiste una candidata della Lista Storace, Alessandro Amorosino, ha sostenuto: «Abbiamo portato il fatto che carte di identità risultanti su fogh di sottoscrizioni non erano queUe in possesso dei cittadini che avrebbero sottoscritto. E questo prima per 2500 casi, poi per ulteriori 1281 altri casi». Si riferiva all'ultimissimo esposto, di tre giorni fa, presentato al Tar in contrapposizione a quello della Mussolini. Migliaia di certificati. E' cosi che è emerso il ruolo di Laziomatica, la società informatica della Regione Lazio, dai cui computer sono stati scaricati i dati. «Non c'è stato alcun atto di pirateria informatica neh'accesso a dati anagrafici e quindi awieremo le necessarie azioni a tutela dell'amministra¬ zione regionale verso chi ha espresso dubbi sul suo operato», ha detto ieri l'assessore regionale all'Informatica Bruno Prestagiovanni. Si è però scoperto ieri che i computer della Regione sono stati sottoposti a una manutenzione straordinaria in questi ultimi quattro giorni. E ora sarà difficile risalire al terminale dal quale è partito l'attacco informatico. La verifica in corso sul sistema di Laziomatica, che vede lavorare insieme tecnici della Procura e gh incaricati dal Viminale, avrebbe infatti evidenziato che l'installazione del nuovo modulo ant i-intrusione ha - come dicono i tecnici «fatto crashare il sistema». In sostanza l'installazione di nuovi sistemi «firewall» avrebbe cancellato tutte le registrazioni delle connessioni effettuate. Ciò rende difficile risalire al pc dal quale sarebbe partita l'intrusione. «Ci giunge notizia che, in attesa dei sopralluoghi della magistratura, presso la sede di Laziomatica qualcuno starebbe procedendo all'asportazione'degli hard disk», ha subito protestato Roberto Giachetti, Margherita. «Chiediamo al ministro Pisahu se risponde al vero che i dati della società Laziomatica sono andati tutti persi», aggiungeva il senatore Esterino Montino, Ds. Alessandra Mussolini ieri, appena appresa la notizia della decisione del Tar del Lazio

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