Ciampi: è il Parlamento la base della democrazia
Ciampi: è il Parlamento la base della democrazia IL CAPO DELLO STATO TERMINA LA VISITA NEL REGNO UNITO E REPLICA SECCO A BERLUSCONI: «I DIBATTITI ALLE CAMERE NON SONO MAI INUTILI» Ciampi: è il Parlamento la base della democrazia «Certo ci sono anche i mass media, ma lo strumento più vero è l'Aula» Paolo Passarini inviato a OXFORD «Ci siamo visti poco», dice, rivolto ai giornalisti italiani, Carlo Azeglio Ciampi, sistemato dietro un piccolo podio che, accostandovisi, definisce «un po' pomposo». In realtà, durante la visita in Gran Bretagna a differenza delle precedenti, in cui i contatti erano quotidiani, di incontri tra il Presidente e i giornalisti non ce n'è stato ancora uno. Ma ieri mattina alle 9,30, in una saletta del primo piano dell'Hotel Randolph, Ciampi vuole evidentemente parlare. Vuole, innanzitutto, fare U bilancio della visita appena conclusa, come è comprensibile. Ma poi, a sorpresa e nonostante i suoi collaboratori segnalino che non ci sia tempo, si ferma per rispondere a ima domanda, e ancora a un'altra. Di nuovo, come non soddisfatto della risposta, dopo una pausa riprende e specifica. E dice parole molto chiare, che non richiedono particolari interpretazioni. La domanda è sul Parlamento. Quelle cose che ha detto a Westminster a proposito del rapporto tra parlamentarismo e democrazia valgono anche per lltalìa? «Certo - risponde prontamente Ciampi, cogliendo perfettamente il senso dì una domanda che è ovvia solo in apparenza -. Fare l'elogio del Parlamento è fare l'elogio della democrazia, di cui il Parlamento è l'istituzione base». Tutti gli uomini del Presidente, alle sue spalle, hanno in mano una cartellina azzurra con le fotocopie della rassegna stampa italiana. Ciampi ha letto gli articoli che riferiscono del suo ultimo incidente con Silvio Berlusconi, causato dalle esternazioni di quest'ultimo alla trasmissione «Porta a porta»; che parlano della sua nota e della sua uritazione. Ha anche letto i titoli che riferiscono di pressanti richieste dell'opposizione perché il premier si rechi alle Camere per spiegare. La risposta del Presidente avrebbe potuto fermarsi dopo quelle poche, chiare parole. Invece Ciampi va avanti. «Uno Stato che voglia chiamarsi democratico - aggiunge - non può non avere un Parlamento effettivamente funzionante, quale sede in cui si prendono le decisioni fondamentali attraverso il dibattito». Fa una pausa e ripren¬ de: «H dibattito in Parlamento è importante. A volte può sembrare mutile, ma serve anche a informare i cittadini». Ciampi, però, sente che manca ancora qualcosa, die non ha ancora detto tutto quello che voleva dire. E, dopo un'altra pausa, si chiede: «Se non c'è un Parlamento effettivamente funzionante, come la esprìmiamo la libertà dì parola?». «Certamente si risponde - c'è anche l'altro strumento, i mass media. Ma lo strumento più autentico, più vero, è appunto il Parlamento». «Su Questo non ho alcun dubbio», conclude dopo un'altra breve pausa che serve a far risaltare le parole. Riassumere, per comodità, questa dettagliata comunicazione con la frase «sì governa attraverso il Parlamento e non dalla Tv» può essere una semplificazione, ma non è una forzatura. Del resto, al dì sotto della facciata, l'esternazione di Berlusconi a quella che Giulio Andreotti chiama sarcasticamente «la terza camera», ha creato notevoli problemi alla vìsita dì Ciampi, ma soprattutto ha determinato e determinerà dei contraccolpi a livello dì diplomazia intemazionale, nonostante le rassicurazioni del premier a Tony Blair e George Bush. Quando non si riaccendono antichi sospetti sull'affidabilità dell'Italia come alleato, ritornano in circolazione vecchie battute su come tutto in Italia finisca per ridursi a pohtica interna, a trafelate e spregiudicate rincorse del consenso alla vigìlia dì un voto, magari locale. Ciampi è stato informato di questo. E' forse una semplificazione eccessiva interpretare l'esternazione di Ciampi anche come un appoggio indiretto alle richieste dell'opposizione di promuovere una discussione parlamentare a seguito delle dichiarazioni di Berlusconi. Ma non lo è certamente leggervi un severo richiamo a portare in Parlamento ogni decisione rilevante da discutere, anche per favorire, attraverso un'informazione qualificata e critica, la crescita civile dei cittadini. E dietro tutto questo è difficile non indovinare la voglia dì Ciampi, irritato e deluso, di dare una tirata d'orecchi a un premier che troppo frequentemente si è abbandonato dì recente a intemperanze verbali che lo hanno messo in imbarazzo. Ciampi ha lasciato nella tarda mattinata di ieri la Gran Bretagna per far ritorno a Roma, dopo aver tratto un bilancio «molto positivo» della sua visita. Ha confidato, con un tocco dì galanterìa, che avrebbe portato con sé quello «straordinario sorrìso della Regina», quel «sorriso degli occhi». H Presidente ha ridotto al minimo ì suoi impegni dì qui al voto dì aprile per ragioni di discrezione. Ma non sembra comunque nello stato d'animo di chi è disposto a tollerare altri sgarbi. HI HI Il premier Silvio Berlusconi a «Porta a porta» Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi reduce dalla visita nel Regno Unito
Luoghi citati: Gran Bretagna, Italia, Oxford, Regno Unito, Replica, Roma
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