«Sì, ho controllato io all'Anagrafe avvisato da un candidato di Storace» di Francesco Grignetti

«Sì, ho controllato io all'Anagrafe avvisato da un candidato di Storace» PARLA IL VICEPRESIDENTE DI AN DEL CONSIGLIO COMUNALE DI ROMA «Sì, ho controllato io all'Anagrafe avvisato da un candidato di Storace» «Dal mio computer al Campidoglio ho capito che le carte d'identità non corrispondono» retroscena Francesco Grignetti ROMA ■ numeri delle carte d'identità, riportati accanto alle firme dei sottoscrittori della Lista Mussolini, sono totalmente sballati. Tutti. Mica uno o due, o cinquanta, da poter pensare a un errore materiale. Tutti. Le conclusioni le lascio a voi». Guai a incappare nell'ira di Fabio Sabbatanì Schiuma, An, vicepresidente del Consiglio comunale di Roma. Da un paio di giorni si sta querelando e controquerelando con Alessandra Mussolini, che aveva fatto pesanti allusioni sul suo ruolo di «autenticatore» di firme per la lista «Trifoglio», di estrema destra, che si presenta in appoggio a Storace. Ieri sera risultava indagato per via della denuncia della Mussolini. Ma la sua vendetta s'era già consumata. «Mi sono messo al computer in ufficio - racconta - e ho fatto un controllo su tutte le firme che compaiono in calce alla lista della Mussolini. Posso farlo: sono consigliere comunale, ho la veste di pubblico ufficiale e ho la password per accedere alla banca dati dell'anagrafe. Così ho potuto verificare che gli errori sono macroscopici. Poi, ieri mattina, ho presentato un mìo esposto al Tar contro la lista dì Alternativa sociale». Ecco svelato un passaggio dì questo scandalo che finora era rimasto in ombra. E' stato Sabbatanì Schiuma dal suo ufficio in Campidoglio che nei giorni tra il 9 e il 10 marzo ha vestito i panni dell'investigatore e, conducendo una sua indagine privata contro la Mussolini, ha trovato i riscontri che mancavano per dare sostanza a quell'esposto fulminante che nel giro di 48 ore ha portato all'esclusione della lista di Alternativa sociale dalle elezioni nel Lazio. «La notitia criminis, chiamiamola così, me l'aveva data il professor Mario De Vincentiìs». Quello che era stato informato discretamente con una telefonata dagli ambienti di Alternativa sociale che molte loro firme erano fasulle? Il candidato della Lista Storace che poi s'è rivolto all'avvocato Romolo Reboa, storaciano anch'egli, per chiedergli di controllare? «Non so - dice Sabba¬ tanì - come De Vincentiis abbia avuto la prima imbeccata. So che io sono un pubblico ufficiale, che ho avuto la "notizia", detto tra virgolette, e che ho fatto le verifiche». Il 10 marzo, a presentare l'esposto contro la Lista Mussolini in corte d'appello, in effetti, corredata da ben 1300 certificati dell'anagrafe di Roma, oltre De Vincentiis, c'era anche Sabbatani Schiuma. Ma era del tutto legittima quell'at¬ tività? Non violava forse le leggi sulla privacy? E' una domanda che in Campidoglio si sono posti. L'assessore competente all'Anagrafe, Giovanni Hermanin, tanto per cominciare, ha fatto bloccare tutti gli accessi non espressamente autorizzati al cervellone del Comune. Ora è in corso un'indagine interna. Spiegano i funzionari: «La legge sulla privacy, la 196 del 2003, è molto severa e ogni tipo di accesso ai dati personali è severamente vietato. L'unico dato che può essere fornito a terzi riguarda la capacità elettorale. Inimmaginabile un accesso diretto e senza filtri alla banca dati dell'anagrafe. Nessuno ha facoltà di controllare la residenza o la data di nascita o il numero della carta d'identità di un cittadino». Inimmaginabile? Fabio Sabbatani Schiuma (che un'autorizzazione specifica l'ha avuta soltanto ieri mattina) invece l'ha fatto e se ne vanta. «Ma io sono un pubblico ufficiale, sono autorizzato a verificare le carte d'identità. Ho appena presentato un esposto al Tar. Riporto i nominativi dei sottoscrittori della Lista Mussolini e accanto gli estremi delle carta d'identità. Ribadisco: i numeri sono tutti sballati». La sua investigazione, Sabbatani Schiuma l'ha svolta in due tempi. Una prima fase tra il 9 e il 10 marzo, per preparare l'esposto alla corte d'appello. Il resto negli ultimi due giorni per il Tar. Il fatto è che la Mussolini l'ha attaccato per la vicenda della lista «Trifoglio». Lui se l'è presa a morte ed è voluto andare a fondo. «Visto che la signora va avanti per esposti alla Procura, uno le verifiche le fa. Sa, la corte d'appello aveva messo in discussione 870 firme. Ma il conto è in difetto. Le carte d'identità sono tutte sballate. Secondo me, visto anche che non ha fatto campagna elettorale nel Lazio, è stato un suo espediente suicida per non candidarsi nel Lazio. Intanto ho chiesto a mio cugino, Marco Schiuma, di preparare una denuncia contro la signora Mussolini. Ah, sa, mio cugino è uno di Alternativa sociale...». Sabbatanì Schiuma risulta indagato dopo un analogo esposto presentato da Alternativa sociale «Sono un pubblico ufficiale, avevo il diritto di farlo» Il vicepresidente (An) del Consiglio comunale di Roma Fabio Sabbatanì Schiuma aveva accesso all'Anagrafe: ora è polemica, violata la privacy?

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