La leggerezza d'Arlecchino di Silvia Francia
La leggerezza d'Arlecchino ERBA La leggerezza d'Arlecchino Giochi del caso e risate con Bartoli e Cantarelli da martedì 8 nel «Servitore di due padroni» ui NA bella compagnia, per la dirompente vitalità di «Arlecchino servitore di due padroni». All'Erba, dall'S al 20 marzo, Marcello Bartoli e Dario Cantarelli - alias I Fratellini affrontano il capolavoro di Goldoni, affiancati da Giorgio Bertan, Donatello Falchi, Michela Martini, Michela Mocchiutti, Antonio Merone, Roberto Petruzzelli e Lino Spadaro. La regia è di Giuseppe Emiliani, mentre Graziano Gregori e Carla Teti firmano scene, costumi e maschere (musiche di Pierluigi Pietroniro). La tradizione della commedia dell'Arte attinge estrema linfa vitale alla fonte generosa di Goldoni e, al tempo stesso, ne guadagna una misura stringente, un ritmo perfetto, un'eleganza che sembra derivare dalla piena comprensione, dalla compiuta intelligenza di una certa metrica teatrale, che l'autore ha fatto sua e poi superato. «E' un testo di dirompente vivacità, uno spettacolo scintillante di ritmi e trovate sceniche. Un perfetto meccanismo in cui il Teatro prevale sul Mondo», dice il regista Emiliani. E parla di «meccanismo perfetto, invenzioni comiche, stravaganti giochi del caso». «Leggerezza e grande forza» in febee sodahzio, per questo testo che premia e l'ima e l'altra. La trama vede un Arlecchino sdoppiato, costretto dalla sorte, dalla fame e dall'avidità (e dalla sua giocosa, discola e beffarda natura) a servire due padroni ignari non solo di avere un domestico in comune e di esser da lui truffati, ma anche inconsapevoli l'uno della vera identità dell'altro. Silvia Francia Bartoli in «Arlecchino servitore di due padroni»
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