Gershwin superstar
Gershwin superstar DI' 7 MARZO Gershwin superstar Lo si può ascoltare nella stessa serata al Regio da Bollani e in Conservatorio GEORGE Gershwin appartiene alla non troppo nutrita schiera di musicisti la cui fama non ha mai conosciuto momenti difficili: la capacità di fondere linguaggi diversi, l'inesausto vitalismo ritmico, l'abilità di strumentatore gli hanno garantito nel tempo il favore del pubblico, E poco importa se l'esegesi ha messo in luce la sostanziale estraneità di Gershwin alla vera essenza del jazz: per il grande pubbUco il compositore ebreo-statunitense contmua a essere la voce più accreditata del canto neroamencano novecentesco. Non stupisce perciò che ben due concerti di questa settimana - programmati per la precisione nella stessa sera, a mezz'ora di distanza l'uno dall'altro - siano dedicati agli aspetti più popolari della sua arte compos tiva. Il primo è programmato al Teatro Regio, lunedì 7 alle 20,30: in scena, accanto alla Filarmonica '900 del teatro, guidata da Jan Latham Koenig, sale un celebre ensemble jazz, lo Stefano Bollani Trio. Stefano Bollani al pianoforte, Ares Tavolazzi al contrabbasso e Walter Paoli alla batteria interpretano in apertura pagine stan- dardjazz e composizioni originali; segue la parte più classica del programma, che promette una esecuzione scintillante di due pagine famose come il poema «Un americano a Parigi» e la «Rhapsody in blue». Eseguito per la prima volta nel 1928 alla Camegie Hall di New York, l'aAmericano» diventerà da subito l'emblema della musica di Gershwin, protesa a conciliari! gli estremi: non soltanto tra la musica leggera americana e il repertorio sinfonico europeo, ma anche tra l'ingenuità e l'intellettualismo, tra la protesta civile piuttosto felpata, per la verità - e una genuina nostalgia di casa. La «Rhapsody» fu invece composta tra il '23 e il '24 e mostra la fantasia tematica tipica dell'autore, che qui si cimenta anche in un brillantissimo saggio di scrittura pianistica: la parte sohstica - affidata nel concerto del Regio al talento multiforme di Bollani - è infatti costruita secondo uno schema assai libero, nel quale si sovrappongono i temi e si accavallano i ritmi sempre più travolgenti. Il secondo concerto dedicato al jazz sinfonico è organizzato dall' Accademia Stefano Tempia al Conservatorio, sempre lunedì ma alle 21: gli appassionati del genere devono compiere una scolta non facile tra due concerti simili per contenuti e qualità degli interpreti. Protagonista (lolla serata al Conservatorio è l'orchestra dell'ac¬ cademia Tempia, diretta da Massimo Peiretti; a complesso sinfonico è affiancato da un trio strumentale, formato dal pianista Marco Vavolo, dal contrabbassista Guido Zom e dal batterista Stefano Rapicavoli. Proprio Vavolo è l'autore degli arrangiamenti della prima e della seconda pagina in programma, ovvero una scintillante fantasia su temi da «Porgy and Bess» la più celebre opera lirica di Gershwin - e un accattivante medley dalle colonne sonore di Henry Mancini per film quali «Colazione da Tiffany» o «La pantera rosa». La conclusione è affidata a una delle più raffinate creazioni di Claude BoUing, la Suite per orchestra da camera e jazz piano trio. Alfredo Ferrerò Stefano Bollani in trio con la Filarmonica '900 del Regio. Sotto, Marco Vavolo
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