«Liberal» cerca ineocon ma non li trova di Mattia Feltri

«Liberal» cerca ineocon ma non li trova CONVEGNO DI ADORNATO, LATITANO GLI EMULI NOSTRANI DI BILL KRISTOL E SOCI «Liberal» cerca ineocon ma non li trova Mattia Feltri ROMA TANTO per cominciare, per quelli della Fondazione liberal è stato un vero problema convincere i neo-con a venire a Roma. I neo-con - abbreviazione per neoconservative - sono gh ispiratori della politica estera di George W. Bush e per loro i liberal, nell'accezione newyorchese che si rifa ai "radicai chic" raccontati da Tom Wolfe, sono più o meno dei rifondaroli, tendenza Emesto. Nando Adomato avrà dovuto spiegare agli amici americani che da noi i liberal sono qualcosa di più o meno collocabile al centro, ma un po' più spostati a destra, con ambizioni terziste ultimamente annacquate, interessati al dialogo col Vaticano per il tramite di Camillo Ruini e con Washington per il tramite di Adomato medesimo. Il quale, per chiudere la premessa, è il papà della Fondazione e della rivista omonima, deputato di Forza Itaha e presidente della Commissione cultura della Camera. Ieri, nel Centro congressi di piazza Capranica a Roma, ha aperto i lavori con cui si celebrano i dieci anni della Fondazione e subito ha avvertito: forse noi non siamo neo-con. E' stato un sollievo, perché già non è così facile individuare con certezza un neo-con americano. Individuarne, uno itahano è quasi impossibile, persino se si controlla l'elenco dei relatori e degli ospiti compilato da Adornato per la sua quattro giorni (si chiuderà sabato a mezzogiorno con l'intervento di Silvio Berlusconi, simpatizzante ma non affiliato alla categoria). «Il neoconservatorismo è uno stato d'animo, non un'ideologia», ha detto tempo fa uno di loro, tanto per complicare le cose. Si tratta di James Wilson, ideologo della "tolleranza zero" applicata con successo a New York dall'ex sindaco Rudolph Giuliani. Ma, in due parole, i neo-con sono pensatori di sini- stra da sempre anticomunisti e molto più inclini al pragmatismo che all'antagonismo romantico, e infatti hanno teorizzato l'esportazione della democrazia, con o senza bombe. Per qualcuno, Bettino Craxi sarebbe diventato neo-con, ne avesse avuto il tempo. Erano antenati dei neo-con i Repubblicani di Ugo La Malfa. Lo sono per certi versi i Radicali di Marco Palmella, e infatti una sera il neo-con Michael Ledeen, rispondendo in tv a ima domanda di Barbara Palombelli, disse di sentire vici¬ ni «Emma Bonino and friends». Marco Capezzone è stato invitato in un tempio dei neo-con, l'American Enterprise Institute, a presentare un suo libro e collabora con il Washington Times, quotidiano particolaimente attento alle idee neoconservatrici. Un giorno Giuliano Ferrara individuò in Pier Paolo Pasolini - quello schifato dall'aborto e schierato a fianco dei proletari in divisa, cioè i poliziotti - un neo-con ante litteram. Ecco, ieri al seminario di Liberal non c'erano repubblicani né radicali né ex socialisti, tranne Fabrizio Cicchitto, che qualcosa di simile a un neo-con potrebbe sembrare. Forse Adomato e i suoi sono teo-con (come si definisce Michael Novak, uno degli ospiti americani), cioè una variante filoclericale. Loro, però, preferiscono dirsi teo-lib, tanto per mangiarsi in due morsi l'eterna contrapposizione europea fra laici e cattolici. Teo-lib potrebbe essere Sandro fiondi, anche lui presente ieri, sebbene verrebbe di classificarlo fra i Papa boys. Poi c'erano il ministro dell'Interno, Beppe Pisanu, solidamente democristiano, c'era Gerardo Bianco, ex e post democristiano, Gabriella Carlucci, più neo-conduttrice che neocon. C'era persino Arnaldo Forlani, neo-coniglio mannaro, il quale si è presentato perché «mi hanno invitato». Quanto ai neocon, dice, lo interessano, come lo interessano tutte le moderne correnti politiche e come lo interessano, naturalmente, il pensiero di Adomato, la sua Fondazione, la sua rivista eccetera. Sul palco, dopo Adomato, è salito Lorenzo Omaghi, docente all'Università cattolica e collaboratore della Conferenza episcopale itahana, e di cui è meglio evitare una schedatura. Dopo Omaghi, Bill Krìstol, americano e lui sì, neo-con. Nei prossimi giorni parleranno Renato Brunetta (neo-eco-lib). Franco Frattini (neo-commissario europeo), Marcello Fera (si può azzardare: teo-con) e Pellegrino Capaldo (ex banchiere). Insomma, di neo-con italiani non se ne trovano e del resto è arduo trovarne se si parte dal presupposto che nessuno sa che cosa sia un neo-con. Domenica, sul Sole 240re, l'ex premier Giuliano Amato ha scritto che i neocon sono idealisti-wilsoniani con metodi trozkisti. A nessuno verrebbe in mente di dichiararsi neo-con se poi, per illustrare il concetto, dovesse aggiungere: «In pratica sono un idealistawilsoniano con metodi trozkisti». Specie se si pensa che in Italia i trozkisti fanno capo a Marco Ferrando e in questo momento, al congresso di Venezia, sono impegnati a incarnare l'opposizione da sinistra a Fausto Bertinotti. Tutto questo ha un'origine nella complessità di spirito di Nando Adomato, ex comunista, che abbandonò il progressismo scrivendo un libro: "Oltre la sinistra". E D'Alema, sollecitato a esprimere un parere, disse: «Caro Nando, oltre la sinistra c'è la destra». Certe volte è tanto facile. Nella nostra tradizione le forze|)iù vicine a quella impostazione sono stati i repubblicani di Ugo La Malfa e, oggi, i radicali di Pannella Ferdinando Adornato Bill Kristol

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