Si vota in Moldova contro Putin rivoluzione «rossa» di Francesca Sforza

Si vota in Moldova contro Putin rivoluzione «rossa» UN ALTRO PAESE EX SOVIETICO SI RIBELLA, DOMENICA LE ELEZIONI Si vota in Moldova contro Putin rivoluzione «rossa» Vladimir Voronin, presidente comunista ex fedelissimo di Mosca si allea con Saakashvili e Yushenko per un triangolo antirusso Francesca Sforza corrispondente da MOSCA Di che colore sarà la rivoluzione moldava? Dopo la Georgia e l'Ucraina, il governo di Mosca segue con preoccupazione quello che sta accadendo nella piccola ma strategica Repubblica di Moldova, tra Ucraina e Romania, dove domenica si vota per l'elezione del nuovo parlamento. Ieri duemila persone hanno sfilato nelle strade della capitale Chisinau sventolando fazzoletti gialli e distribuendo tulipani, inneggiando alla democrazia e chiedendo a gran voce l'ingresso nella Nato e nell'Unione Europea. Questa volta però, il presidente comunista Vladimir Voronin - in carica dal 2001 e con un passato da deputato nel Soviet Supremo della Moldavia prima della dissoluzione dell'Urss - è stato più abile dei suoi predecessori in Ucraina e in Georgia. Forte di un'opposizione frammentata e insicura, ha sventolato lui per primo il vessillo arancione simbolo dell'indipendenza da Mosca e in pochi giorni ha stretto accordi importanti sia con Viktor Yuschenko sia con Mikhail Saakashvili. «Si vuole mettere la divisa del rivoluzionario - ha osservato Johann Masciuk, leader dell'opposizione liberale moldava ma chi lo ha visto governare sa che si tratta soltanto di un calcolo politico per restare al potere». Accuse che vengono respinte senza mezzi termini: «Quest'opposizione non esiste, non ha radid politiche né un programma - dice il segretario regionale del pc di Chisinau -1 comunisti sono stati eletti democraticamente e se oggi il popolo d chiede una svolta, noi lo ascolteremo come abbiamo sempre fatto». Il Cremlino è disorientato: sapeva da tempo che Vladimir Voronin non era l'alleato affidabile che sembrava, ma difficilmente avrebbe immaginato che proprio dalla Moldova sarebbe partito l'impulso per la nascita di una «troika» antirussa a guida ucraina. I colloqui incrociati degli ultimi giorni però non lasciano dubbi: due giorni fa a Kiev con Viktor Yuschenko, ieri a Chisinau con Mikhail Saakashvili, Voronin ha gettato le basi per un'intesa che potrebbe modificare radicalmente l'assetto delle ex repubbliche sovietiche astili a Mosca. I tre si sono accordati innanzitutto sulla necessità di riprendere la collaborazione fra i Paesi del «Guuam», associazione fino ad oggi poco operativa che comprende Georgia, Ucraina, Azerbaizhan e Moldova. E secondo fonti non ufficiali, sarebbe stato anche firmato un documento - ribattezzato dai media «carta dei buchi neri» - per risolvere insieme le crisi aperte con Mosca in regioni difficili come Abkhazia, Ossezia del Sud e Transdnistria, ima strisda di terra a maggioranza russa al confine con l'Ucraina, da anni terreno di conflitto tra Cremlino e Chisinau. «Russia e Moldova hanno un approccio diverso sulla questione della Transdnistria - ha dichiarato Voronin a «Izvestia» - Noi riteniamo che quella zona si stia trasformando in un'enclave criminale che riceve sostegno politico ed economico da Mosca, mentre i russi sono convinti che la Moldova voglia assorbirla negando ogni diritto alla popolazione russofona». Nella sua campagna antirussa, il presidente Voronin non ha soltanto l'appoggio di due leader popolari come Yuschenko e Saakashvili: «Stati Uniti e Europa hanno espresso la speranza che le elezioni di domenica siano trasparenti e democratiche e io intendo far sì che il percorso democratico continui anche dopo il voto». Nella Repubblica di Moldova vivono oggi 4 milioni e 300 mila abitanti: «Negli ultimi due anni se ne sono andate oltre un milione di persone - dice Andrei Tseme, a capo di un'associazione di emigrati moldavi di Mosca - Sono rimasti soprattutto gli anziani nelle campagne, anche le donne se ne sono andiate perché non c'è lavoro. Voronin ci ha trasformati in un popolo di emigranti e ha dimenticato che per noi i russi sono come fratelli». Oxana è partita da Chisinau a 18 anni per andare a lavorare a Mosca: «In Moldova tutti parlano russo, gh spettacoli teatrali sono in russo e i tassisti d innervosiscono se gh parli in moldavo». Lo stesso Voronin si è sempre ispirato al modello sovietico per governare il proprio paese, istituendo la suddivisione in province tipica dell'Urss e mantenendo quel barlume di Stato sociale per le classi più povere. I sondaggi lo danno vindtore al 70 per cento. Oltre ai vecchi comunisti, questa volta voteranno per lui anche i sostenitori delle nuove rivoluzioni a colori. tafimarl VOX parttdulcoi dHillcpublu Un manifesto elettorale nel centro di Chisinau, per il voto di domenica che eleggerà il nuovo Parlamento