«la sentenza è una spinta a non collaborare» di Fra. Gii.

«la sentenza è una spinta a non collaborare» SORPRESA ANCHE IN PROCURA: RESTA DA CAPIRE SE LA BANELLI SIA DA CONSIDERARE INATTENDIBILE «la sentenza è una spinta a non collaborare» L'avvocato Volo: ai pentiti di mafia con 60-70 delitti si danno condanne più lievi ROMA E ora che la sentenza del giudice Luisanna Figliolia è piovuta così pesante sul capo di Cinzia Banelli, la tecnica radiologa di 42 anni, che ne sarà della pentita e soprattutto di nuovi eventuali ex terroristi che volessero chiudere con le Br e collaborare con lo Stato? «E' una spinta a non collaborare - dice amaramente l'avvocato Grazia Volo, che difende la Banelli e non si nasconde la portata della sconfitta - ai pentiti dì mafia, anche a quelli che portano sulle malie la responsabilità di 60 o 70 delitti, si danno condanne più lievi». «Io - insiste Volo - non capisco il senso di negare le attenuanti specifiche per la collaborazione e poi dare quelle generiche. Sia lo Stato sia le parti civili avevano riconosciuto il valore delle sue dichiarazioni. La Banelli ha fatto conoscere fatti che prima non era stati collegati alle Br. Ha permesso di capire come ci sia continuità tra le vecchie e le nuove Brigate Rosse. Ha dato informazioni indispensabili per le chiavi informatiche. C'è un conflitto di giurisprudenze troppo forte. Va bene che siamo in tempo di giustizialismo... Ma non è etico, secondo me, dire: mi prendo quello che mi serve, e per il resto vai al diavolo. Oltretutto si ottiene l'effetto di fortificare gli irriducibili». Un certo imbarazzo si misura anche negli uffici della Procura. I pm Franco lenta e Pietro Saviotti avevano chiesto una condanna a 14 anni e gli arresti domiciliari. Non solo: chiedevano che, attraverso le attenuanti specifiche, si certificasse il valore della collaborazione che la Banelli ha dato alle indagini. E invece questo riconoscimento non è arrivato. La condanna è stata molto più severa. Per di più il giudice si è riservato di decidere sugli arresti domiciliari. Dice Saviotti: «Si comprende che Cinzia Banelli sia stata considerata meritevole delle attenuanti generiche legate alla personalità. Resta da capire, in relazione alla mancata concessione delle attenuanti per la collaborazione fornita alle indagini, se per il gup la Banelli sia da considerare inattendibile, aspetto che francamente mi sorprenderebbe, o se la sua collaborazione non sia sufficiente per l'applicazione della legge premiale». Più cauto il commento di lonta: «La sentenza conferma l'attendibilità delle sue dichiarazioni. Valuteremo l'entità della pena». In un caso come nell'altro, il raturo per Cinzia Banelli si fa più duro di quanto lei si attendesse. Per il momento, insomma, assieme al figlio di un anno e mezzo, rimane nel carcere di Sollicdano. E rischia di restarci a lungo, in attesa che la speciale commissione del Viminale decida se inserirla o no nei programmi di protezione. La condanna influirà? Dice Saviotti: «Spero di no, anche perché rimaniamo convinti del valore del pentimento della Banelli». Per Saviotti, comunque, la sentenza del gup non va letta come una delegittimazione della Procura: «A volte succede che un pm avanzi una richiesta di condanna e che il giudice vada oltre. E' già capitato e rientra nelle normali dinamiche processuali. Quello che conta è che il lavoro fatto dalla procura di Roma sia stato confermato "in toto"». Ma guardando al futuro e non soltanto all'oggi, si rischiano ricadute, come immaginato dall'avvocato Volo, su altri eventuah pentimenti?In verità un contrasto tra i pm e il gup Figliolia era già nell'aria: il giudice, disattendendo il parere favorevole dei magistrati, aveva respinto il 22 dicembre scorso la richiesta di arresti domiciliari per l'ex «compagna So». In cpiell'occasione si pronunciò negativamente anche sulla personalità dell'imputata: la ritenne capace di non rispettare gli obblighi della detenzione a casa e di sottrarsi all'imminente processo. Tuttavia i pm sono andati avanti lo stesso. E ieri hanno sollecitato nuovamente l'uscita dal carcere per la prima pentita delle nuove Brigate Rosse. Ora c'è attesa per la decisione sulla richiesta di arresti domiciliari. [fra. gii.]

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