Nuove Br, ergastolo alla dissociata Proietti

Nuove Br, ergastolo alla dissociata Proietti IL PROCESSO PER IL DELITTO DEL CONSULENTE DELL'EX MINISTRO SASSOLINO. LA TERRORISTA ROMANA SCAGIONA COSTA E SARACENI: «ERANO SOLO AMICI» Nuove Br, ergastolo alla dissociata Proietti Vent'anni alla pentita Banelli: il giudice le nega qualsiasi attenuante ROMA Ergastolo per Laura Proietti, con l'unica concessione di uscire dall'isolamento diurno. Venti anni di carcere per la pentita Cinzia Banelli. Fioccano le prime severe condanne per i brigatisti rossi. Proietti e Panelli, imputate per l'omicidio di Massimo D'Antona, la partecipazione a banda annata e ad alcune rapine di autofinanziamento, avevano chiesto il rito abbreviato, sperando in un consistente sconto di pena. Che però non è venuto, n giudice Luisanna Figliolia ha impiegato un'ora e mezzo di camera di consiglio per decidere, dopo una veloce udienza al mattino. Questa prima sentenza ha preso parzialmente in contropiede i pm, che avevano chiesto mano più leggera per la pentita. «Una sentenza giusta. E' facile pentirsi dopo aver ucciso delle persone. Non ho molto da dire commenta Alma Petri, la vedova dell'agente di polizia Emanuele -. Mi dispiace soltanto che la sentenza sia arrivata proprio il giorno prima della ricorrenza della morte di mio marito». «E' una sentenza positiva, una decisione che rispettiamo», dicono a caldo i pm, Franco lenta e Pietro Saviotti. «Sicuramente l'accertamento dei fatti è assodato ed è la conferma della solidità del nostro impianto accusatorio». Avevano chiesto 14 anni per la Banelh. «A volte - commenta Saviotti - succede eh ^ un pm avanzi una richiesta di condanna e che il giudice vada oltre. E' già capitato e rientra nelle normali dinamiche processuali». La dissociazione della Proietti, invece, non aveva smosso la Procura dalla richiesta di ergastolo. Che puntualmente è arrivato. «E' una sentenza - lamenta il suo difensore, l'avvocato Francesco TagUaferri - eccessivamente rigorosa per quello che è stato il ruolo della Proietti. Aprescindere dalle dichiarazioni di ogjji, già emergeva dagli atti la posizione di una persona che successivamente alla rapina del '99 sparisce dalla scena, allontanandosi progressivamente. Immaginavo una richiesta dura e rigorosa, ma francamente non mi aspettavo l'ergastolo che è sproporzionato rispetto all'apporto della Proietti». L'avvocato Tagliaferri farà ricorso. Ma oggettivamente la sua assistita esce a pezzi da questo rito abbreviato. La «dissociazione» non ha modificato la sua situazione. La donna, 32 anni, in carcere da due, ha letto un breve comunicato. Ha ammesso la partecipazione all'omicidio del consulente dell'ex ministro del Lavoro Antonio Bassolino e a una rapina in provincia di Siena. «All'epoca - ha detto ritenevo che la lotta armata fosse l'unica alternativa possibile per opporsi ad un sistema politico ed economico, responsabile secondo me delle profonde ingiustizie che caratterizzano la realtà sociale. Per questo ho condiviso le convinzioni politiche dell'organizzazione ed in particolare ho condiviso anche la scelta di ricorrere all'omicidio politico come forma estrema di lotta e di ciò, come ho detto, me ne assumo tutta la responsabilità». La Proietti si è anche detta dispiaciuta di aver coinvolto «alcuni amici» nella vicenda. Ha eoa tentato di scagionare Alessandro Costa e Federica Saraceni, altri due imputati nel processo. Era il 20 maggio 1999, sei anni fa. In via Salaria, Laura Proietti partecipò agli appostamenti. Si trovava nel furgone parcheggiato da dove i brigatisti spiavano le mosse del professore. Quel mattino diede alla Banelli le radio che dovevano servire al gruppo per tenersi in contatto. Poi si mise al centro della strada per controllare che non arrivassero pattuglie di polizia. «Fu proprio in seguito all'omicidio - ha continuato in aula - che misi in discussione tutte le mie precedenti certezze, perché solo allora compresi che un conto erano le parole e le teorizzazioni politiche, un altro erano i fatti e la loro drammatica realtà. Per questo iniziai progressivamente ad allontanarmi dall'organizzazione non avendo più alcuna certezza e ritenendo comunque che quella non fosse una forma di lotta giusta e praticabile». [fra.gri.] La vedova dell'agente Petri: è facile pentirsi dopo aver ucciso Mi spiace soltanto che questa decisione sia arrivata proprio il giorno prima della ricorrenza della morte di mio marito

Luoghi citati: Roma, Siena