Baghdad: «Sgrena ancora viva, ma in pericolo» di Valentino Parlato

Baghdad: «Sgrena ancora viva, ma in pericolo» LA RIVELAZIONE DEL MINISTRO DELL'INTERNO FALAH AL NAQIB Baghdad: «Sgrena ancora viva, ma in pericolo» Valentino Parlato: temo la concorrenza tra i servizi segreti francesi e italiani ROMA «Giuliana Sgrena è viva» e si spera che possa essere liberata «presto». Parola di Falah Al Naqib, ministro degli Interni iracheno. Per la seconda volta nel giro di una settimana, da Baghdad giunge un segnale positivo. Giovedì scorso era stata la tv al-Sharqiya a annundare che la liberazione della giornalista de «il manifesto» era «iinminente». Da allora sono invece trascorsi cinque giorni e ancora nulla è accaduto. Il ministro ha parlato di Giuliana Sgrena durante un'intervista. Precisa che «la vita dell'ostaggio è ancora minaedata» e che per questo non è il caso di nlasciare dichiarazioni. Elia Nakuzi, il conduttore, gli chiede: «Assistiamo a una serie di sequestri di giornalisti stranieri tali da avere indotto alcuni governi a non permettere ai propri giornalisti di andare in Iraq. In particolare per quanto riguarda la giornalista italiana del manifesto, d può dire se avete qualche informazione? Ci sono state richieste di riscatto? Minacce per la sua vita? U ministero degli Interni possiede informazioni precise?» Il ministro risponde: «Vi è un lavoro contìnuo da parte dei servizi di sicurezza e del ministero degli Interni per individuare le bande di sequestratori, ne abbiamo prese cinque nei giorni scorsi e le operazioni sono in corso. Non desidero addentrarmi in questa questione - aggiunge - perché l'operazione non è conclusa. Ma posso assicurarti, se vuole Dio, quando l'operazione sarà conclusa e le cose andranno nella maniera giusta, informeremo i media. Sapete, la situazione è delicata e non possiamo rilasciare dichiarazioni... perché la vita dell'ostaggio è ancora minaedata». H conduttore a questo punto interviene: «Sì, lei è ancora in vita, ma d sono sviluppi positivi nella vicenda della giornalista italiana?». Risposta di Al Naqib: «Inshallah (se vuole Dio, ndr)..». Il condut- tore interrompe insistendo: «Presto?», ed il ministro continua: «Inshallab... non posso determinare un periodo temporale, ma spero che sia presto. Siate certi che gli apparati della sicurezza e quelli del Ministero stanno operando in modo giusto e preciso per catturare le bande dei sequestratori». Ancora un segnale dunque, ma difficile da interpretare. Al manifesto comunque non vi danno grande importanza: «Naturalemente d auguriamo che abbia ragione, ma noi non abbiamo alcun contatto con il governo iracheno, che oltretutto non ha il controllo di tutto il Paese. Non sappiamo neanche chi sia, questo ministro». «Non significa nulla», afferma in particolare Pier Scolari, compagno dell'inviata del manifesto. «Forse - aggiunge le parole del ministro segnalano un eluna positivo, ma io non ho alcun segnale particolare in merito». E Valentino Parlato, uno dei fondatori del quotidiano, dice alla tv francese CanalPlus: «Spero chei servizi franced e italiani trovino un vero accordo, ma temo che d siano all'interno situazioni concorrenti. Questi atteggiamenti potrebbero ostacolare la collaborazione necessaria affinché le due giornaliste vengano liberate». Ieri, nel frattempo, un appello è stato lanciato anche da Paolo Bonolis dinante la prima serata del Festival di Sanremo, ed è iniziato lo sdopero della fame per chiedere la liberazione di Giuliana e in tv. «E' la prima manifestazione di questo tipo a cui partecipino dei musulmani», ha sottolinato l'Imam di Firenze, Izzedin Elzir. Sarà un digiuno a staffetta «pubblico, comunitario e interreligioso, pagato sulla nostra pelle», che coinvolga più persone possibili e che da ieri ha un presidio fisso davanti Palazzo Chigi. Cattolid, protestanti, musulmani ed ebrei, sono tutti insieme: c'è Alex Zanotelli con la sciarpa arcobaleno, che sottolìnea il carattere «pubblico» dell'iniziativa e la volontà di portare «la gente a ritrovarsi e a rìnundare alla rassegnazione». E c'è don Luigi Ciotti che dice «sospendo il mio cibo per quanti non hanno il cibo della libertà», chiedendo che assieme a Giuliana, Florence e gli altri tomi anche il corpo di Baldoni. «Perché la famiglia possa pregare sulla sua tomba». Dal carcere di Pisa si unirà allo sdopero anche Adriano Sofri. L'iniziativa si chiama «Quanti giorni all'alba», chi aderisce porta una fascetta bianca legata al braedo. [f. ama.] Il compagno della donna «Mi pare una non notizia» Iniziato uno sciopero della fame con esponenti di tutte le religioni Giuliana Sgrena è stata rapita il 4 febbraio, Il video è stato diffuso il 16 febbraio

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