Promeni hanno un nuovo re E' Walter Zenga

Promeni hanno un nuovo re E' Walter Zenga IL PAESE m Pi AZZA COME NON SUCCEDEVA DALLA RIVOLUZIONE DEL 1989, ALLA FU L DITTATORE CEAUSESCU Promeni hanno un nuovo re E' Walter Zenga Dopo la vittoria della Steaua sul Valencia, l'ex portiere italiano oggi allenatore della squadra di Bucarest è diventato un eroe nazionale come Io fu Ducadaml 9 anni fa, e sempre per una questione di calci di rigore la storia ROMA QUANDO l'attaccante italiano del Valencia, Marco Di Vaio, ha sbagliato il rigore decisivo, all'allenatore italiano della Steaua di Bucarest, Walter Zenga, non è venuto in mente Helmut Ducadam. E non gli è venuto in mente nemmeno il giorno dopo, venerdì 25 febbraio, quando ha oltrepassato la porta di Palazzo Cotroceni per incontrare il presidente rumeno Traian Basescu. Era da un po' di tempo che in Romania i campioni del calcio non avevano a che fare coi centri del potere. Walter Zenga e Helmut Ducadam hanno molto in comune. Sono stati grandi portieri. Walter oggi è un eroe nazionale, Helmut lo è stato diciannove anni fa, e sempre per una questione di calci di rigore. Dopo quello sbagliato giovedì sera da Di Vaio, Bucarest si è riempita come non succedeva della rivoluzione di dicembre, la rivoluzione del 1989 che condusse alla fucilazione di Nicolae ed Elena Ceausescu. Si sono sventolate le bandiere della Steaua e si è inneggiato al nome di Zenga. «Lei è un orgoglio per la nazione», gli ha detto il presidente Basescu. La Steaua ha sovvertito i pronostici, ha eliminato dalla Coppa Uefa i campioni in carica del Valencia ed è stata ammessa agli ottavi di finale. Quando era il club personale di Ceausescu, presieduto dal figlio Nìcu, la Steaua era composta dai mighori calciatori del Paese. Una specie di nazionale privata. Certi risultati erano la norma e dopo r89 non sono stati più raggiunti, almeno fino all'altra notte. Il 7 maggio 1986 la Steaua fu la prima e unica squadra d'oltrecortina a vincere la Coppa dei Campioni. Giocò la finale a Siviglia contro il Barcellona. Finì zero a zero e si andò ai calci di rigore: cinque per squadra, chi ne segna di più vince. Helmut Ducadam parò il primo calciato da José Ramon Alexanco, il secondo calciato da Angel Pedraza, il terzo calciato da Pichi Alonso e il quarto calciato da Alonso Marcos. Del quinto non ci fu bisogno perché i compagni di Ducadam ne avevano realizzati due. Non era mai successo che un portiere ribattesse quattro rigori su quattro in una finale di Coppa. In Romania, Ducadam divenne un eroe più di Nicolae Ceausescu, sebbene il dittatore si fosse proclamato «eroe del comunismo mondiale». Nicu Ceausescu è morto in un ospedale di Vienna nel settembredel 1996 per un'emorragia all'esofago conseguenza di ima cirrosi epatica. Nicu adorava bere, circondarsi di donne e occuparsi di sport. Concihò la seconda e la terza passione imponendosi a Nadia Comaneci. Anche Nadia era un'eroina. Alle Olimpiadi di Montreal del 1976 vinse tre medaglie d'oro nella ginnastica. Aveva quattordici anni. A diciannove fu assunta dal Nicu che ne aveva trenta ed era appena diventato ministro dello Sport su nomina del padre Nicolae. Nicu la volle per amante. Nadia rincasava stravolta per essere stata ceduta da Nicu agli amici, tumefatta per le botte, ima volta con le unghie strappate. Quando, dopo la rivoluzione di dicembre, Nicu finì in carcere, la madre di Nadia, Alexandrina, si augurò di «vederlo morire appeso per la lingua». Il 30 ottobre del 1986, Walter Zenga non seppe respingere nessuno dei tre calci di rigore che bastarono alla Spagna per vincere contro l'Italia la finale del campionato d'Europa Under 21. Helmut Ducadam stava cercando di respingere Nicu Ceausescu. La sera del 7 maggio Ramon Mendoza gli aveva regalato una Mercedes. Mendoza era il presidente del Real Madrid e come tutti i tifosi del Real non avrebbe potuto sopportare la vittoria del Barcellona in Coppa dei Campioni. Ducadam aveva parato quattro rigori e Mendoza volle premiarlo. La Mercedes piaceva anche a Nicu, che la mise sul piano politico. Ducadam, che aveva la fama di oppositore del regime, rifiutò di consegnare l'automobile. Nicu passò alle minacce e nella primavera del 1987 Ducadam abbandonò il calcio all'età di ventotto anni. Qui, in occidente, si disse che l'eroe della Steaua aveva avuto un brutto incidente automobilistico e s'era rotto le mani. Poi si parlò di una forma devastante di artrite. La verità sarebbe saltata fuori molti anni dopo, quando la rivoluzione di dicembre spazzò via il conducator Nicolae Ceausescu e tutta la sua famiglia. Nicu finì in galera, lo massacrarono di botte e gli ficcarono un coltello nella schiena. Venne riconosciuto colpevole di genocidio per aver fatto sparare sulla folla a Sibiu (novantuno morti) durante la rivoluzione di dicembre. In secondo grado prese sedici anni perché il reato di genocidio fu derubricato in istigazione all'omicidio. Gli permisero di morire fuori dal penitenziario. Prima dell'altra sera - col rigore sbagliato da Marco Di Vaio, e Walter Zenga santificato come lo furono prima di lui Nicolae Ceausescu, Nadia Co- maneci e Helmut Ducadam - la Steaua ebbe la sua ultima notte di sogno il 24 maggio 1989 sempre in terra di Spagna, a Barcellona. Giocò un'altra finale di Coppa Campioni, stavolta contro il Milan di Silvio Berlusconi. Secondo la leggenda, all'imbrunire del giorno precedente Berlusconi entrò in una cappella e pregò la Santa Vergine di aiutare il Milan a «battere i comunisti». Valentin Ceausescu, figlio minore di Nicolae, disse che la Steaua avrebbe stupito tutti come tre anni prima a Siviglia contro il Barcellona. Berlusconi disse ai giornalisti: «Vinceremo, perché noi rappresentiamo l'occidente cristiano e loro il comunismo». In porta non c'era più Ducadam. C'era Silviu Lung che prese quattro gol, due da Marco Van Basten e due da Ruud Gullit. Il Milan vinse quattro a zero e Berlusconi fece le prime prove da politico: «Per rinascere il nostro Paese dovrebbe prendere esempio dal mio Milan: organizzazione e mentalità vincente». Di sicuro la Santa Vergine non c'entra nulla ma sette mesi più tardi, il 22 dicembre del 1989, il regime di Ceausescu si sbriciolò e il conducator verme fucilato con sua moglie la notte di Natale. Nadia Comaneci era riuscita a fuggire in America da poche settimane. Sarebbe tornata presto in Romania per sposarsi con Bart Conner, ginnasta americano due volte campione olimpico. Nadia e Bart si sposarono il 26 aprile 1996 a Palazzo Cotroceni, lo stesso dove Walter Zenga è stato ricevuto con tutta la squadra della Steaua dal presidente Traian Basescu. «Ho imparato la lingua e qui la gente mi vuole molto bene. E quello che è successo oggi è motivo di grande soddisfazione e di onore. Il presidente ci ha fatto i complimenti per il cuore e il carattere, e a me per l'immagine che ho in Romania e che della Romania porto in giro per l'Europa», ha detto Zenga. In ima data imprecisabile della primavera del 1987, per essersi rifiutato di consegnare la bella Mercedes ricevuta da Ramon Mendoza a Nicu Ceausescu, Helmut Ducadam venne prelevato dalla Securitate, la polizia segreta del regime. Gli ruppero tutte e dieci le dita delle mani, una a una. Ducadam non potè più giocare. Tornò in campo un paio d'anni più tardi, dopo la rivoluzione di dicembre, in ima squadra di camionisti. Negli anni Novanta divenne dirigente sportivo. Partecipò a una lotteria e vinse una green card che gli permise l'accesso in America, dove già c'era Nadia Comaneci. Nel 2003 si stabilì in Arizona cercando di ottenere un impiego come guardia del corpo. L'America non gli è piaciuta. E' tornato in Romania l'anno scorso per intraprendere la carriera politica. Oggi è dirigente del Partito della Nuova Generazione fondato dall'imprenditore Ioan Becali, si dice, per coprire loschi traffici. Il 7 maggio 1986 la Steaua fu la prima e unica squadra d'oltrecortina a vincere la Coppa dei Campioni Eppure al grande giocatore che parò quattro rigori Nicu Ceausescu fece rompere le dita delle mani una ad una «Lei è un orgoglio per il nostro Paese» gli ha detto il presidente Basescu, lodandolo per l'immagine della Romania che porta in giro attraverso l'Europa grazie a queste vittorie La sua fama non è lontana da quella della ginnasta Nadia Comaneci che vinse 5 ori in due edizioni delle Olimpiadi Stavolta, però, non ci sono i risvolti d'orrore che segnarono quegli anni, con i soprusi del figlio del «Conducator» L'ex interista «Ho imparato la lingua e qui la gente mi vuole molto bene Quello che è successo è motivo di grande soddisfazione e di onore» Un riscatto per tutti i campioni che dovettero lasciare il Paese per salvarsi Elena e Nicolae Ceausescu: vennero fucilati il 25 dicembre 1989 Walter Zenga è allenatore della Steaua dall'estate scorsa, ora la squadra è agli ottavi di finale della Coppa Uefa