Per l'attentato a Tel Aviv, Israele accusa la Siria
Per l'attentato a Tel Aviv, Israele accusa la Siria ILTERRORISTA SUICIDA AVREBBE PRESO ORDINI DALLA SEDE DI DAMASCO DELLA JIHAD Per l'attentato a Tel Aviv, Israele accusa la Siria Diffuso a Damasco un video registrato dal kamikaze prima dell'azione AldoBaquis ™ Prima di compiere la sua missione Prima di compiere la sua missione suicida il kamikaze palestinese che ieri sera si è fatto saltare in aria davanti a una discoteca a Tel Aviv, aveva spiegato in un video che andava a morire per vendicare i morti palestinesi, fl ventiduenne AbdullahShibayaBadran, originario della regione di Tulkarem, in Cisgiordania, presenta l'azione terroristica come «una risposta alle uccisioni e alla distruzione delle case» avvenute per mano dei militari israeliani. Il video è stato diffuso a Damasco. Ma allindomani dell'attentato terroristico a Tel Aviv (quatto israeliani uccisi, 50 feriti) Israele si astiene da ritorsioni militari nei confronti dei palestinesi nei Territori, mentre rivolge severe accuse nei confronti della Siria da dove sarebbero partiti gli ordini destinati al kamikaze. Ieri il governo di Damasco, attraverso un portavoce del Ministero degli Esteri, ha respinto le accuse: la Siria «non ha nulla a che fare con l'azione di Tel Aviv e l'ufficio del movimento della Jihad islamica è chiuso». Determinato a portare avanti la politica di disimpegno dai palestinesi e di distensione verso il presidente Abu Mazen, Ariel Sharon non ha ritenuto opportuno convocare ieri il Consiglio di difesa del proprio governo e ha lasciato che fosse il ministro della Difesa Shaul Mofaz à-presiedero una consultazione a Tel Aviv con i responsabili alla sicurezza. Ma si ètrattato appunto solo di una consultazione, mentre'era chiaro in partenza che non sarebbero state ordinate operazioni militari di sorta. Ad indurre il premier a questo atteggiamento ponderato è stata la convinzione che l'attentato sul lungomare di Tel Aviv non era stato organizzato nei Tenitori, ma all'estero: più precisamente a Damasco, dal leader della Jihad islamica Ramadan Shallah. Senza un implicito assenso siriano, ritiene Israele, l'attentato non sarebbe awenuto. Prima di arrivare a quella conclusione sono trascorse ore di incertezza in cui era parso che nell'attentato ci fosse stato un ruolo dei gueniglieri libanesi HezbolMh. Ma si trattava di un depistaggio, organizzato - per ragioni ancora oscure - dai membri delle Brigate dei martìri di al-Aqsa (al Fatah). I servizi israeliani hanno appreso in seguito che efifettivamente un emissario palestine- se degli Hezbollah, Qais Obeid, cerca da Beirut di fomentare attentati delle Brigate al Aqsa contro Israele per destabilizzare il dialogo con Abu Mazen. Ma nella esplosione del kamikaze a Tel Aviv, Obeid non c'entrava. Nella notte di venerdì Mohammed ai-Hindi, un dirìgente della Jihad islamica, ha inoltre telefonato ad Abu Mazen per assicurarlo che la sua organizzazione era estranea all'attentato e si sentiva ancora vincolata al cessate il fuoco annunciato dal presidente palestinese al recente vertice di Sharm el-Sheikh (Egitto). E ieri mattina un ministro palestinese dava per buona quella smentita. «Nessun gruppo palestinese ha organizzato l'attentato», ha detto il ministro Sufian Abu Zaida. Abu Mazen ha anche aggiunto: «Non con¬ sentiremo a nessuno di sabotare il processo di pace». Ma dopo poche ore sugli scheimi di al-Jazeera sono apparse immagini che hanno dissipato ogni residuo dubbio: vi si vedeva il kamikaze AbdallahBadran, 21 anni, studente universitario, con un fucile M-16 a tracolla, mentre indossa¬ va una fascia della Jihad islamica e leggeva un comunicato particolarmente sgradito alle orecchie di Abu Mazen. Prima di partire nella missione sucidia, l'integralista gli ha mandato a dire che l'Anp gli sembrava ormai molto simile «alle forze di Antoìne Lahad». Negli atitii Ottanta Lahad, un generale dell'esercito nazionale libanese, costituì una propria mi^ia cristiana nel Libano meridionale, annata e addestrata da Israele perché presidiasse una zona cuscinetto fra la Galilea e le zone sciite. Dopo il ritiro israeliano dal Libano (2000) Lahad (condannato a morte in contumacia a Beirut) sarebbe riparato a Tel Aviv e avrebbe aperto un melanconico ristorante di cucina libanese proprio sul lungomare di Tel Aviv dove Badran si apprestava a seminare la morte. Finora Abu Mazen era persuaso di poter garantire un periodo di calma grazie ad intese verbali raggiunte con i principali esponenti politici dei gruppi armati della intifada. Ancora venerdì mattina, poche ore prima dell'attentato, era stato annunciato un incontro al Cairo, il 5 marzo, fra i dirigenti dell'Anp e quelli della Jihad islamica e di Hamas all'estero per discutere fra l'altro l'altro la estensione della tregua. Ieri - mentre il govemo di Abu Ala compiva due giorni di vita - Abu Mazen è stato costretto a cambiare tattica. Ha ordinato sedute straordinarie delle istituzioni palestinesi e ha chiesto al generale Nasser Yussef (responsabile per la sicurezza nei Territori) di individuare e catturare i responsabili dell'attentato. Poche ore dopo due militanti dell'intifada sono stati arrestati in Cisgiordania dai servizi dell'Anp. Per Israele le energiche condanne dell'attentato da parte dell'Anp non bastano. Se vuole restare in carica dicono i dirigenti di Gerusalemme Abu Mazen deve smantellare i gruppi armati della intifada: il suo primo banco di prova si chiama Jihad islamica. Sharon spera che in merito Abu Mazen senta parole energiche dal segretario di stato Condoleezza Rice e dal premier britannico Tony Blair martedì, alla apertura della Conferenza di Londra sulle riforme nelle Autorità palestinese. Nel frattempo Israele intende proseguire il dialogo con Abu Mazen, ma prevede di rallentare la realizzazione ài misure distensive. ia polizia palestinese arresta due sospetti Abu Mazen: «Non consentiremo a nessuno di sabotare la pace» ^MM®^^ \ . ^ ' s , ; :- ..-^^--H ^ "^^^^^^^^^^^ - ^J^Ti^ ^ '"IS2 "^ . ~j» Mm Hi** ■■^•v- r '**^ La vetrata infranta del locale «The Stage», sul lungomare di Tel Aviv dove si è fatto esplodere venerdì notte un kamikaze palestinese. Qui sopra, il kamikaze, Abdallah Badran, 21 anni, studente universitario, con in braccio il figlio della sorella
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