Il ministro Gaymard perde alloggio e poltrona

Il ministro Gaymard perde alloggio e poltrona UN LUSSUOSO APPARTAMENTO DI SEICENTO METRI QUADRI AL CENTRO DELLO SCANDALO Il ministro Gaymard perde alloggio e poltrona Il titolare delle Finanze francesi si dimette, faceva pagare l'affitto allo Stato Domenico Quirìco corrispondente da PARIGI Il ridicolo non uccide. Vero. E' però in grado di costringere alle dimissioni. Basta chiedere all'ex ministro dell'Economia, Finanze e Industria francese Hervé Gaymard, tipo che passerà alla storia del Paese solo per i bestiali appetiti immobiliari. Era, fino a ieri pomeriggio, l'astro nascente del gregge chirachoano, destinato ad alti, forse altissimi, prossimi destini. E' precipitato nella polvere a causa di seicento metri quadri, seppure lussuosissimi, in me Jean Goujon, ottavo arrondissement, Parigi. L'uomo che doveva vegliare sulle finanze della République è stato travolto da una bugia su un affitto di duemila trecento euro al mese. Il ministro che una settimana fa si vantava di lavorare centoventi ore la settimana (nel Paese che ha ridotto l'orario a trentacinque), è stato distrutto politicamente da un affare di ristrutturazioni, di seconde terze quarte caie. Roba da ammi- nistratore di condominio. La Francia può perdonare a un presidente di avere un'amante e una figlia segreta. Non di mentire sulle bollette. Diciamo la verità: l'unico modo di salvarsi per Gaymard sarebbe stato quello eli invocare l'italianissimo «tengo famiglia». Perchè ha una vita domestica addobbata da una moglie Clara, ma affollata anche da otto figli. Comprensibile che abbia bisogno di un certo spazio. Lo scandalo è nato quando le penne pettegole e velenose del settimanale «Le canard enchainè» hanno rivelato con abbondanza di fatture che il signor ministro aveva sistemato moglie pargoli e maggiordomo in un appartamento doppio, seicento metri quadri appunto, impreziosito da un affitto di quattordicimila euro al mese. La vistosa fattura veniva inviata con nonchalance alla amministrazione del ministero che provvedeva a saldare il conto. Nella nota spese altri piccoli dettagli, cioè decine di migliaia di euro per lavori di ristrutturazione dei lussuosi locali, alcuni dei quali non proprio indispensabili come la realizzazione di una palestra privata. Sembrava un peccato veniale di monumentalismo monarchico. Anche se c'è una legge, voluta perfidamente dall'ultimo premier socialista Jospin, che impone ai ministri alloggi semplici e adatti a servitori dello Stato, non a emiri. Ma è a questo punto che Gaymard comincia a perdere la testa. E il ministero. Si difende con la considerazione che siccome lavora come un fachiro, «centoventi ore la settimana» appunto, per difendere le tasche dei francesi non ha tempo per interessarsi a dettagli come l'affitto. E scarica tutto sugli anonimi funzionari. Aggiungendo che a questo punto rinuncerà, dopo le vacanze sciistiche, al super alloggio napoleonico, pagherà i conti arretrati mettendosi alla ricerca di una casa più sparagnine. Ricerca a cui peraltro i francesi potrebbero contribuire con dolorosi consigli basati su esperienze personali. Con perfidia forse involontaria il governo annuncia proprio in quei giorni che lancerà un piano per aiutare i comuni cittadini non dotati di governativo rimborso a comprarsi ima casa. E intanto corre ai ripari. Armati di metro e compasso turbe di geometri misureranno le cubature degh appartamenti dei mi- nistri: 80 metri quadri a coppia, venti per ogni figlio, poi si paga di tasca propria. «Non mi farò strappare le ali come una farfalla - cuce Gaymard battagliero -. Io lavoro come un pazzo per la Francia quindi non disturbate coi dettagli». E fa circolare le voci che gli otto pargoli saranno parcheggiati, a causa del disguido, da nonne e zie. C'è appena il tempo di notare che i colleghi non gli hanno portato segni manifesti di solidarietà. Anzi si dice che segretamente sghignazzano. Gli annusatori più attenti dei veleni politici cominciano a sentire puzza di bruciato. Scatta una nuova rivelazione che apre altri sgomenti nel cuore dei suoipiù irriducibili estimatori. Gaymard non è senza casa, in realtà è proprietario di un appartamento nel boulevard Saint Germain. Solo che invece di abitarlo, giudiziosamente, lo affitta a duemilatrecento euro al mese. Rivelazione che increspa le pagine dei giornali proprio mentre il ministro rilascia una sciagurata intervista a un settimanale m cui si difende così: «Il vero problema è che sono di umili origini, se fossi un miliardario sarei prorietario di una casa». Bugia che tocca i culmini del fenomenale. E coincide con la comparsa di un universo immobiliare che allinea residenze in campagna e ai monti, n premier Raffarin chiede spiegazioni e parla di «difetto di comunicazione». Un avviso di licenziamento. Che Gaymard raccoglie in diretta tv: colpa mia, i ministri non possono commettere errori. Addio. C'è già il successore: Thierry Breton, attuale presidente di Flrance Telecom. C'è un secondo capitolo che si potrebbe intitolare la congiura. Perché Tirresistibile discesa del ministro lambisce il suo padrino politico, il presidente Chirac. Gaymard, uno con un sorriso che si spalanca come un proiettore, era stato scelto per squassare con arti mediatiche il colosso che Chirac teme di più, l'ambizioso Sarkozy, passo da capitano di ventura e aspirante all'Eliseo. C'è chi dice che la busta con i documenti immobiliari al Canard l'ha imbucata proprio lui. Si è giustificato dicendo di lavorare centoventi ore la settimana: «Non avevo tempo di controllare le bollette». Al suo posto il presidente di France Telecom Thierry Breton li ministro francese Hervé Gaymard lascia l'Eliseo dopo un vertice di governo

Luoghi citati: Francia, Parigi, Saint Germain