Anche se costretto al silenzio potràancora guidare la Chiesa

Anche se costretto al silenzio potràancora guidare la Chiesa QUANTO TEMPO IL PONTEFICE DOVRÀ RESTARE SENZA PARLARE? L'IMPEDIMENTO POTREBBE PROLUNGARSI NEL TEMPO Anche se costretto al silenzio potràancora guidare la Chiesa Il portavoce ha rivelato che, appena uscito dall'anestesia, ha scritto un bigliettino per i suoi collaboratori: potrebbe diventare la norma retroscena CIHÀ DEL VATICANO IN Vaticano ci si sta lentamente preparando all'ipotesi cbe Giovanni Paolo LI possa uscire da questa ennesima «stazione» della sua personale Via Crucis con grandi difficoltà nell'uso della parola. Quanto tempo il Pontefice dovrà restare senza parlare? Navarro ha parlato ieri mattina di «alcuni giorni» di silenzio ordinato dai medici; voci più precise originate dal Gemelli radicano in almeno due settimane la quaresima della parola imposta al Pontefice. E' ovviamente escluso che lo si senta nell'Angelus di domenica prossima, di cui solo oggi verranno resi noti i contorni; ma anche se in Vaticano si naviga ormai giorno per giorno, c'è chi prospetta scenari più a lungo termine. E non si può escludere che dopo la tracheotomia, che va a incidere in ima zona muscolare già pesantemente colpita dalla malattia d siano serie conseguenze sulle possibilità di. espressione vocale del Papa; una crudele ironia, per un uomo cbe sin da giovane, nei suoi desideri di attore, ha amato e usato la voce. Navarro ha accennato alla «stenosi», doè all'abnorme restringimento di un orifizio o di un condotto della gola del Pontefice. E ha inserito un elemento che non si può non valutare come un preciso messaggio rivolto al futuro. Ha detto che non appena Giovanni Paolo II è uscito dall' anestesia ba scritto un bigliettino per comunicare un'impressione, una sensazione ai suoi collaboratori. Non si tratta solo di un dettaglio di colore, nell'icona del Pontefice sofferente e silenzioso. Non è da escludere che siamo di fronte a una pre-figurazione di quello cbe p otr ebb e essere un modo di governo, nella sventurata ipotesi che la favella sia impedita in maniera irreparabile, e che con molta graduale abilità d si stia preparando a questo scenario, anche se c'è chi - al di là del Portone di Bronzo ricorda qualche difficoltà del Pon¬ tefice nello scrivere, a causa del Parkinson. Ma anche se non si ricordano cad di Papi che siano stati incapaci di parlare, in qualche momento della loro esistenza, anche se per esempio Leone XIII trascorse da infermo, a letto un lungo, ultimo periodo del suo pontificato, c'è un caso che può servire di esempio e di modello proprio nel secolo scorso. Il cardinale Andrea Ferrari, alla guida della diocesi di Milano fino al 1921, la diocesi più grande del mondo, nell'ultima fase della sua vita non poteva più esprimersi con la parola. Ma ha continuato a governare la diocesi, in maniera totalmente valida e efficiente, scrivendo biglietti e così dando disposizioni ai suoi collaboratori. E' un «modello» applicabile al Pontefice? Il cardinale Mario Francesco Pompedda Prefetto emerito della Segnatura Apostolica, in pratica la «Consulta» della Santa Sede, pensa di sì. «Certamente, su questo non c'è dubbio. La questione è nata un paio di anni fa, nel periodo in cui si celebrava il 25" del Pontificato. Giovanni Paolo II soffriva allora di una particolare difficoltà, poi superata. In quel momento particolare un mio collega prospettò l'ipotesi che se non potesse più parlare non potrebbe nemmeno più esercitare». n cardinale Pompedda traccia una linea netta, in punta di diritto, fra la pratica dei sacramenti e l'esercizio del «potere» di governo. Per amministrare un sacramento sono necessari una materia e una forma. La forma consiste in ima formula, doè in parole. Evidentemente, nell'amministrare i sacramenti, il ministro deve avere una vpce. Non basta l'inten- zione; non si può con la sola intenzione consacrare o battezzare. Se un sacerdote non potesse più pronunciare la formula dell'eucarestia, non potrebbe più celebrare la messa; Ma perii «governo» la questione è diversa. «Per quanto riguarda l'esercizio del "potere", del ministero, che è un esercizio di giurisdizione, non è necessaria la parola. E' sufficiente cbe la volontà sia espressa, e sia espressa in modo chiaro. Può essere espressa benissimo con uno scritto, e comunque la volontà può essere espressa anche con gesti evidenti, e significativi». Ai vertid del Vaticano un presule, cbe chiede di restare anonimo, d conferma questa ipotesi, e le preoccupazioni per la salute del Pontefice. «Bisognerà vedere come d evolverà la dtuadone riguardo alla parola, anche se non è assolutamente essenziale, per esercitare il suo ministero di Papa. Quindi, di per sé basta che comunichi la sua volontà: anche con il gesto, con il segno, con l'assenso o col diniego. Questo può essere fatto; anche se certamente non è una dtuadone molto auspicabile. Ma indubbiamente c'è il Eericolo che non torni parlare ene». A dispetto del respiro di sollievo che il mondo ha tirato giovedì sera dopo l'operazione, randa per il futuro è presente e palpabile. «Siamo sicuri che ce la farà anche questa volta, però non d possiamo nascondere cbe da questo tipo di intervento possono nascere complicazioni successive, infezioni, polmoniti. E parliamo di una persona cbe ha già molte difficoltà. Per esempio: la forte artrosi cerebrale che gli porta la testa tutta in avanti e il mento in giù, anche questo grava su certe situazioni di respirazione». Una forte preoccupazione condivisa anche dal cardinale Walter Kasper che però ricorda che «il Papa ha un grande senso della responsabilità, è molto attivo. Certamente i medici consiglieranno un riposo lungo ma sono convinto che anche questa volta vorrà uscire presto dal Gemelli. Questo Papa, lo dimostrano i fatti, non d ferma md, è cod la sua natura». E bisogna tenere conto della sua volontà di continuare a essere Papa, anche se per sventura dovesse subire forti limitazioni nell'espressione. «Il nuovo ricovero di Wojtyla ha ovviamente preoccupato tutti quanti ma anche in questo caso bisognerà fare i conti con la sua tenada». I precedenti non mancano Da Leone Xlli, bloccato a letto per anni, al cardinale Ferrari che governò la diocesi di Milano benché non avesse più l'uso della parola II cardinale Pompedda: «Basta che la sua volontà sia espressa in modo chiaro» Il cardinale Kasper: «Wojtyla non si fermerà mai» L'ultima foto del Papa, mentre riceve il premier croato Sanader il 22 febbraio ® Jena

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