Su Giuliana un giorno dì speranze e smentite di Flavia Amabile

Su Giuliana un giorno dì speranze e smentite A ROMA I BAGAGLI DELL'INVIATA DEL «MANIFESTO»: SARANNO ESAMINATI DAGLI INQUIRENTI Su Giuliana un giorno dì speranze e smentite Una tv araba annuncia: la giornalista presto libera, ma era un falso allarme Flavia Amabile ROMA Ventesimo giorno di sequestro della giornalista Giuliana Sgrana: una ridda di notizie, di smentite, di strani boatos che si rincorrono tra Roma e Baghdad. Tutto ha inizio a metà mattinata. La tv satellitare al-Sharqiya, uno dei più seguiti canali indipendenti iracheni, nell'edizione cu mezzogiorno (le dieci di Roma) dà per «imminente» la liberazione della giornalista del quotidiano «il manifesto» rapita lo scorso 4 febbraio, e «senza condizioni». L'annunciatrice della tv araba ricorda che i rapitori avevano chiesto al governo itahano il ritiro delle truppe dall'Iraq. La notizia fa il giro del mondo provocando sorpresa, e soprattutto confusione. A Masera, nella villetta dei genitori della giornalista, nessuno sa nulla. Franco Sgrana è a letto con un nervo sciatico infiammato probabilmente provocato dal tour de force romano di due giorni fa quando era stato ricevuto al Quirinale. A Roma Pier Scolari, compagno di Giuliana, è al lavoro. Nessuno sa nulla. Nemmeno palazzo Chigi. «Abbiamo appena verificato e non c'è purtroppo nessuna novità», commentano dalla redazione del quotidiano «il manifesto» di via TomaceUi che ha un rapporto diretto con il sottosegretario Gianni Letta. «Un falso allarme, nessuna novità - ribadisce Pier Scolari però si registra un clima, un sentore, un umore che noi confermiamo e che è quello degh ambienti iracheni. L'appello del presidente Ciampi ha avuto di certo un'eco diffusa». Detto questo, però Scolari precisa: «L'ottimismo di oggi è lo stesso di ieri» e «le verifiche fatte ci dicono che la situazione sta andando avanti, anche se non ci sono imminenti novità». E smentisce di aver mai affermato che «si stringono i tempi», come riferivano alcune agenzìe di stampa ieri. Il ministro degh Interni Giuseppe Pisanu non smentisce né conferma la notizia. AI suo arrivo a Bruxelles per la riunione dei ministri della Giustizia e degh Interni dell'Ile preferisce rinviare gh interlocutori su palazzo Chigi: «Sono informato di parecchie cose, ma se volete avere una risposta, dovete rivolgere la domanda alla Presidenza del Consigho dei ministri a Palazzo Chigi che deve parlare a questo proposito». Il ministro aggiunge: «Quello che posso assicurarvi è che non si sta lasciando nulla di intentato per liberare la nostra connazionale». Da Belgrado, dove è in visita ufficiale, arriva anche la smentita del ministro degh Esteri Gianfranco Fini: «Da notizie che ho io, che sono telefoniche e non sufficientemente esaustive, non ci sono elementi per pensare che la notizia, diffusa da ima tv irachena su una imminente liberazione di Giuliana Sgrana, sia attendibile». Di fronte alla pioggia di smentite e prese di distanza, anche la tv araba si corregge e precisa di aver avuto la notizia da Roma e di aver male interpretato V appel¬ lo di due giorni fa lanciato dal residente Ciampi: «Abbiamo soo riferito dell'appello del presidente itahano Carlo Azeglio Ciampi per un rapido rilascio di Giuliana Sgrana. Non abbiamo parlato di alcun rilascio imminente e senza condizioni. Ci sia¬ mo solo limitati a riferire dell'appello di Ciampi, anche se certo speriamo in un rapida liberazione della giornalista italiana». Un'atmosfera confusa e strana, insomma quella di ieri. Gabriele Polo e Valentino Parlato, rispettivamente direttore e uno dei fondatori de «il manifesto», si sono recati ancora una volta a Palazzo Chigi per avere notizie, ma la posizione rimane la stessa. Nulla ancora è certo, dunque nessuna novità. Di sicuro ieri c'è stato solo l'arrivo dei bagagh di Giuliana Sgrana. Pier Scolari è andato a ritirarli dai Ros e ha poi portato il computer della giornalista al «manifesto» per far esaminare il contenuto. Ed è da registrare anche un primo spiraglio nel sequestro di un'altra giornalista, Florence Aubenas del quotidiano francese Liberation e del suo interprete Hussein al-Hanoun. Il segretario di Reporters sans Frontières, Robert Menard, ha riferito ieri che «sono vivi» e di aver avuto «comunicazioni» in questo senso ed «elementi concreti». Secondo Menard i due sarebbero «detenuti, fuori Baghdad, da un gruppo poco strutturato e non identificato». «Nessuna rivendicazione -ha aggiunto - è stata avanzata e non ci sarebbe alcun intermediario stabile». Gli striscioni con le foto di Hussein Hanoun, Giuliana Sgrana e Florence Aubenas sulla facciata della sede della Provincia di Milano