Voci di un compromesso sul mandato a Bankitalia di Alessandro Barbera

Voci di un compromesso sul mandato a Bankitalia VIA NAZIONALE SMENTISCE. TENSIONI NELLA MAGGIORANZA SUL DDL RISPARMIO Voci di un compromesso sul mandato a Bankitalia Alessandro Barbera ROMA La battaglia sul disegno di legge per la tutela del risparmio entra nel vivo. Ieri alla Camera era il giorno del deposito degli emendamenti, ma una voce circolata in serata, smentita da Via Nazionale, mostra come la partita si giochi anche fuori da Montecitorio: per evitare che la riforma del risparmio naufraghi sullo scoglio del mandato a termine del governatore - un argomento che divide soprattutto la maggioranza - si starebbe lavorando ad una soluzione che prevede l'impegno di Bankitalia ad autoriformarsi entro un limite fissato dalla legge e la conferma delle attuali competenze Antitrust. «Escludiamo alcuna trattativa o compromesso. Chi se he occupa è il Parlamento», fanno sapere da Palazzo Koch. La voce, che per ora rimane tale, dimostra comunque che il clima è arroventato. «Che si stia cercando di trovare una soluzione è nelle cose», racconta un parlamentare della maggioranza. «Perché le divisioni fra noi non mancano», come dimostrano le firme in calce alle 356 proposte depositate. Ieri sera avrebbe dovuto esserci la riunione ad hoc dei gruppi, il cosiddetto «comitato dei nove» per esaminare gh emendamenti, ma è slittata a domani. I recordman degli emendamenti, equamente distribuiti fra maggioranza e opposizione, sono Giorgio Benvenuto e Alfìero Grandi dei ds e Pietro Armani di An, uno dei difensori della prima ora del governatore Fazio. Circa la metà delle proposte portano la firma dei tre deputati: 64 per Bénvéhuto,, 52 per Armani, una cinquantina per l'ex segretario confederale della Cgil. Segue a stretto giro il forzista Renzo questioni. Nella maggioranza il più «conservatore» è Arma- il oaati oe o oae ei uno a o za a- ni, che propone la soppressione di 15 articoli. La palma del «dissidente» rispetto alla linea espressa da Siniscalco in aula è il forzista Giorgio Jannone. Mentre i collegm di partito Patria e Falsitta chiedono la soppressione della norma sul mandato a termine per il governatore, Jannone chiede in sostanza di sostituirlo in fretta: «In sede di prima applicazione il mandato termina trascorsi due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge». Non solo: per Jannone a regime il mandato non potrà duraì*anni.j5senza ìs,. ^ jHimeiSB^Ktrti- ' .colo'26, v^lé Sdire la norma che propone di trasferire le competenze sulla concorrenza bancaria dalla Banca d'Italia all'Antitrust. Anche in questo caso però, così come per quanto riguarda il mandato del governatore, dalla lista dei proponenti mancano deputati leghisti. Segno che nel partito del Carroccio la «svolta» proFazio impressa dal ministro Maroni nei giorni scorsi non é pacifica. Decisamente proBankitalia sono invece gh emendamenti di Armani, Patria e Falsitta i quali non solo difendono le prerogative di Via Nazionale, ma anzi chiedono di rafforzarne i poteri come ad esempio in materia di conflitti di interesse nella cosiddetta «banca universale». Da Bankitalia alla Consob: i deputati leghisti non voghono più che la sede principale della Commissione di borsa sia a Roma (oggi è ai Parioli, a fianco di quella dell'Autorità Antitrust): nella capitale al massimo «può essere situata una sede secondiaria». Maggioranza dunque in ordine sparso ma non solo: fra gh emendamenti soppressivi dell'articolo 26 ce n'è anche uno di Nerio Nesi, ex numero uno della Eni e oggi deputato dei Comunisti italiani. Nesi chiede però che il governatore riferisca sull'attività svolta ogni tre mesi al Cicr (il comitato interministeriale sul risparmio, nel quale siede il ministro del Tesoro). Mauro Agostini dei ds propone una mediazione, un meccanismo di sostanziale co-decisione: l'Antitrust avrebbe il compito di intervenire in caso di abuso di posizione dominante o di concentrazioni sentito il parere «di stabilità» di Bankitalia entro 30 giorni. Passato il termine, scatta un meccanismo di silenzio-assenso. Dai ds Giorgio Benvenuto e Luigi Olivieri arriva invece la richiesta di riacquisto da parte delle banchedeibond argentini finiIf^^^fefault tf v&àgando in cóntfintì il 55096 del valore noiiùn^l)| dei titolilo emgttendp oI&Hgafcioni di durata non superiore a cinque anni per il 70% del loro valore.

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