Bruxelles applaude l'intesa ritrovata «Una nuova musica»

Bruxelles applaude l'intesa ritrovata «Una nuova musica» IL VERTICE DI OGGI SI APRE SOTTO AUSPICI FAVOREVOLI Bruxelles applaude l'intesa ritrovata «Una nuova musica» Un coro di consensi, dall'Alto rappresentante Solana al ministro degli Esteri Fini, ha accolto il discorso del presidente Usa Il fulcro è il riconoscimento di un'alleanza basata sulla parità Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES «Musica e parole ottime», scherza Javier Solana. George W. Bush ha lanciato il suo messaggio all'Europa da ima delle più esclusive sale di concerto bruxellesi, il Concert Noble, e il gioco di parole è quasi scontato. Ma il giudizio è chiaro. Sia il tono che il contenuto del discorso del presidente americano sono piaciuti all'Alto rappresentante della Uè per la politica estera e la sicurezza che prevede, per oggi, un incontro al vertice tra Unione europea e Stati Uniti «molto positivo». E sulla stessa lunghezza d'onda è Gianfranco Fini che, al termine della riunione dei capi delle diplomazie dei Venticinque che si è tenuta in contemporanea, sottolinea che «il secondo mandato di Bush sarà diverso dal primo». A partire dall'Iraq, perché c'è la volontà di «internazionalizzare la crisi», di coinvolgere l'Onu e l'Europa. Così, alla vigilia dei novanta minuti di faccia a faccia tra il presidente americano e tutti i leader della Uè, il clima si annuncia costruttivo. Certo, le «diverse sensibilità», come le definisce Fini, rimangono. Ma non sono più divisioni insanabili. Anzi, il previsto segnale di unità è puntualmente arrivato. È il varo ufficiale della missione europea che, dal prossimo luglio, formerà 770 tra giudici e investigatori iracheni: una missione, per la prima volta, accettata da tutti. Anche dai Paesi come Francia, Germania e Belgio che hanno sempre rifiutato di inviare soldati in Iraq, o che li hanno ritirati, come la Spagna. L'addestramento avverrà in Europa, ma un avamposto di cinque reclutatoli - uno sarà italiano - aprirà a Baghdad. Anche la presenza di un ufficio della Uè nella capitale irachena è una novità. Fini la sottolinea come la prova che le divisioni appartengono al passato. Che c'è la volontà di considerare le «antiche e le nuove convergenze» tra le due sponde dell'Atlantico più che «continuare a parlare sempre di quello che divide». Insistere sull'importanza dei rapporti transatlantici, sul riconoscimento di Bush della Uè come soggetto politico e partner è la linea scelta dalle istituzioni europee. Per esprimere le «sensibilità diverse» ci sono gli incontri bilaterali. Come quello che Bush ha già avuto ieri sera con il presidente francese, Jacques Chirac, e quello che avrà domani a Magonza con il cancelhere tedesco, Gerhard Schroeder. Il vertice di oggi e un vertice Ue-Usa e gli europei devono cercare di fare di tutto per parlare con una sola voce. A costo di mettere da parte i temi più scabrosi. Come l'embargo delle armi alla Cina, che l'Unione europea vuole abolire e che Washington considera ancora necessario perché Pechino non ha dato le garanzie richieste in materia di diritti umani. O come il Protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni di gas nell'atmosfera che è appena entrato in vigore senza gli Usa che non lo hanno sottoscritto. Questi due temi sono stati ufficialmente esclusi dall'elenco degli undici argomenti che i leader europei proporranno oggi a Bush per volontà del presidente di turno della Uè. U premier lussemburghese Jean-Claude Junker ha anche inviato - con una nota confidenziale - «consigli» molto dettagliati ai capi di Stato e di governo dei Venticinque su come e che cosa comunicare ai media. La visita di Bush, avverte Juncker, «attirerà una grande attenzione mediatica» ed è importante che le comunicazioni «siano ben preparate» e che siano «univoche» su tre punti fondamentali: le relazioni transatlantiche sono migliorate, la Uè è un partner forte e credibile degli Usa, sui più grandi dossier sono stati fatti passi in avanti. «Non è un diktat, ma un insieme di suggerimenti che rispondono all'ohiettivo di presentare un'Unione che parla con una sola voce», ha spiegato una fonte della presidenza una volta che il documento riservato è finito in mano alla stampa. Ma, al di là dei «consigb pratici» di Juncker, il messaggio politico di fondo sembra davvero mettere d'accordo tutti: le divergenze devono essere considerate, valutate e, possibilmente, risolte nel quadro di una collaborazione che c'è sempre stata e che va rilanciata. Non soltanto sul capitolo Iraq. Fini nota che sono molto importanti anche i rapporti Usa, Russia, Europa e che l'incontro BushPutin di giovedì «non può essere derubricato nella logica di una guerra fredda di ritomo». Anche perché le buone relazioni con Mosca sono decisive per risolvere le crisi più gravi, come quella mediorientale. In nome della ritrovata armonia, Juncker ha anche evitato in extremis una crisi istituzionale con il Parlamento europeo, che è riunito a Strasburgo, e che si sentiva escluso dalla visita di Bush. All'ultimo minuto è stato invitato al vertice il presidente dell'assemblea, Joseph Borrell, e la protesta dei deputati è rientrata. Qualche protesta, invece, c'è stata ieri - e ci sarà anche oggi nel centro di Bruxelles, di fronte all'ambasciata americana, dove si sono riunite ebrea tremila persone che hanno polemicamente dato il «non benvenuto» a Bush con cartelli che reclamano «un altro tipo di globalizzazione, sostenibile ed equa». Le «diverse sensibilità» rimangono. Ma non sono più divisioni insanabili. Il previsto segnale di unità è puntualmente arrivato È il varo ufficiale della missione europea ^ • ■■■ iff - Un'immagine della manifestazione di protesta che ha accolto ieri il leader americano a Bruxelles