«Stiamo attenti a non esagerare»

«Stiamo attenti a non esagerare» CAROFIGLIO, MAGISTRATO DELL'ANTIMAFIA «Stiamo attenti a non esagerare» intervista DAVVERO il Grande Orecchio intasa il normale traffico di messaggini e appuntamenti? Tim non esagera, pare di capire: «Esiste un rapporto costo-beneficio che va tenuto presente. Oggi forse in qualche caso si sta andando sopra le righe». Lo dice Gianrico CarofigUo, sostituto procuratore alla Direzione distrettuale antimafia di Bari. Magistrato noto per le sue inchieste e, da qualche anno, anche come grande romanziere: da «Testimone inconsapevole» a (Ad occhi chiusi», fino al recente, bellissimo «Il passato è una terra straniera», lento percorso dalla normalità alla devianza e ritorno. Dottor Carofiglio, sappiamo tutti la delicatezza delle vostre indagini. Ma non è che ci ascoltate troppo? «Bisognerebbe intendersi sul troppo. L'intercettazione telefonica è un elemento spesso fondamentale di un'indagine». A volte viene il dubbio che tutto sia affidato alla tecnica e poco alla indagine tradizionale. «Non so se il dubbio sìa legittimo. Quello che è certo è che qualunque supporto tecnico - medico-legale o telefonico - è comunque parte di un'indagine più ampia. L'ascolto telefomco comporta, a parte le linee Tim occupate, personale fermo lì ad ascoltare, trascrizioni, letture. E' ovvio che ci deve essere un equilibrio». Dottore, onestamente, esagerate qualche volta? «Non parlerei di esagerazioni. Le intercettazioni sono spesso indispensabili. Parlerei piuttosto della necessità di un attento esame del rapporto costo-benefici. Per prendere Provenzano va benissimo intercettare decine o centinaia di telefoni anche per mesi. Ho qualche dubbio in più quando un tale dispiegamento di forze e spese viene messo in campo per prendere cinque spacciatori di hashish». Però, dottor Carofiglio, pare che i costi siano altissimi, parliamo di milioni di euro. Parliamo di quasi un miliardo dì vecchie lire speso in intercettazioni per portare a casa tre etti di droga leggera. «La prendo come battuta perché non è ovviamente sempre così. Nella maggior parte dei casi le intercettazioni sono giustificate da importanti esigenze investigative. Tenga conto che molto spesso le apparecchiature, sempre più sofisticate, devono essere affittate. Al di là del personale che blocchi, ci sono costì che riportano a quello che dicevo: spesa e beneficio». Possiamo capire l'entusiasmo dell'inquirente. «L'inquirente deve incominciare a riflettere su quello che fa. Le apparecchiature non sono sufficienti. Ci si rivolge a società private. Non esiste un abuso fine a se stesso. Però esìste una difficoltà di scelta. Per un po' di droga, che non vale quel che spendo, posso indirizzare altrove quella spesa, per salvare la vita di un sequestrato posso intercettare cento giorni per trovare il minuto che mi serve». Oggi, nell'immaginario di tutti esistono Dna e intercettazioni telefoniche e ambientali. Tecnica e scienza. «L'immaginario è una bella cosa. La realtà è tutt'altro. Non possiamo fare della scienza il perno dell'investigazione, così come non possiamo fare a meno della scienza». E come ne usciamo, dottor Carofiglio? «Direi con il buonsenso. Si può prevedere un budget legato alla condizione socio-geografica. In deteminate aree si hanno più esigenze che in altre. Si può stabilire uno standard ordinario e poi riflettere sullo straordinario, sull'eccezionale. Ma ripeto, se davvero cinque secondi su cinque giorni mi danno un risultato importante, allora ho speso bene. Ma non sono solo temi tecnici. Arriviamo a toccare temi fondamentali come l'indipendenza della magistratura e l'obbligatorietà dell'azione penale».

Persone citate: Carofiglio, Dottore, Gianrico Carofiguo, Provenzano

Luoghi citati: Bari