Referendum sull'Europa, Madrid sollecita il voto

Referendum sull'Europa, Madrid sollecita il voto LA SPAGNA E' IL PRIMO PAESE A PRONUNCIARSI SUL TRATTATO COSTITUZIONALE Referendum sull'Europa, Madrid sollecita il voto Zapatero certo del sì, ma teme l'astensione e spera che partecipi almeno il 40o7o Gian Antonio 0righi MADRID Oggi gli occhi di tutta l'Europa sono puntati sulla Spagna; dalle 9 alle 20, 34.692.278 elettori (il 570Zo dei quali donne, 300 mila i nuovi votanti) vanno alle urne per il referendum sulla Costituzione Europea, il primo che si celebra dopo la firma della Magna Carta Uè. Una consultazione, predicono i sondaggi, dall'esito scontato: i 5 partiti che appoggiano il sì (tra cui i due maggiori, il socialista del premier José Luis Rodriguez Zapatero e il popolare di Mariano Rajoy), rappresentano il 90l!6 degli spagnoli. Eppure sul referendum, appoggiato anche dai sindacati, pende la spada di Damocle dell' astensione. «Il governo teme una partecipazione sotto il 40^0», rivelavano ieri all'unisono il cattolico «Abc» e il filo-socialista «El Pais». «Votare sì aiuterà la Spagna a migliorare la sua sicurezza e la sua libertà, a favorire la fine dello spettro del terrorismo nel nostro Paese e in Europa», si sgolava nell'ultimo meeting di venerdì scorso a Madrid il capo dell'Esecutivo. «Chiedo un sì di massa affinchè tutta l'Europa, e specialmente la Francia segua l'esempio», gli faceva eco il segretario della Rosa d'Oltralpe Frangois Hollande, giunto apposto nella capitale spagnola per europeizzare il messaggio di Zapatero. Ma, segno dei tempi, ad ascoltarli c'erano meno di 2 mila persone. Il 10 febbraio scorso i dati dell'ultimo sondaggio sfornato dal- lo statale «Cis» vaticinavano il sì al 51,20Zo e il no al 5,70Zo, una partecipazione addirittura al 680Zo (alle europee del 2004 fu appena del 45,90Zo). «Un dato paradossale se consideriamo che il resto del sondaggio riconosce la scandalosa ignoranza del Trattato Costituzionale Uè, di cui il 900Zo non sa nulla», chiosa il liberal «El Mundo», che come la maggior parte dei media appoggia a spada tratta la Magna Carta. Inoltre, accusano popolari e Chiesa, la campagna propagandistica è stata fiacca. «Era meglio prendersi più tempo», accusa Rajoy. Che la situazione sia difficile, d'altronde, lo dimostra il fatto che Zapatero, e il suo governo, si siano impegnati a fondo nella campagna anche se la legge sui referendum proibisce all'Esecutivo di dare indicazioni di voto, una illegalità che ha provocato una valanga di ricor¬ si dei cittadini al Comitato Elettorale Centrale. Ma il premier, anche se ha dichiarato che «il risultato sarà vincolante», ha sempre una carta nella manica: la Costituzione sancisce che le consultazionipopolari (4 ' finora dal ritorno della democrazia posto-franchista del 78) sono consultive e nondeliberative, e non fissa una partecipazione minima di validità. Insomma: gli effetti legislativi immediati se vincessero i no o l'astensione sono nulli, ma la figuraccia è garantita. Ad ingarbugliare ancor di più la matassa c'è il fronte dei no, 5 partiti capeggiati dai comunisti della «sinistra unita» (iu) di Gaspar Llamazares, e della estremista ed indipendentista catalana «sinistra repubblicana» (Ere), che appoggiano dall'esterno l'Esecutivo di minoranza della Rosa. «Noi non ci opporremo se vincono i sì, ma se il no e l'astensione saranno maggioritari, ci sarà una crisi di legittimità", minaccia Llamazares. Il leader dell'Ere, Josep CarodRovira invita a votare no «perché nella Costituzione Europea la Catalogna non esiste». Rajoy appoggia senza tentennamenti il sì, però indica nel 500Zo di partecipazione il tetto minimo per riconoscerne la legittimità. E, soprattutto, il suo slogan «Sì a Europa» è dovuto a ragioni di politica intema: mentre si rafforza sempre piùil secessionismo basco e catalano, la Magna Carta esclude che possano essere riconosciuti nuovi Stati. «Già sappiamo che l'unico apporto di Zapatero al trattato è stata la rinuncia al peso della Spagna ottenuto dall'ex premier popolare Aznar a Nizza, ma l'unica cosa che ci interessa è che vinca il si», assicura. Resta da vedere però se i suoi votanti non. preferiranno castigare Zapatero. Aznar,; contrario al Trattato Costituzionale, è rimasto muto come un pesce sul referendum e ha votato per posta. E il suo peso, sempre notevole tra i popolari, potrebbe rinforzare il fronte dei no. Il premier spagnolo José Luis Zapatero all'ultimo meeting di Madrid in cui ha chiesto un «sì di massa per l'Europa»