Bere senza freni, anche in Italia lo «sballo» è femmina

Bere senza freni, anche in Italia lo «sballo» è femmina I RISULTATI DI UNA RICERCA DELL'OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO DI BOLOGNA Bere senza freni, anche in Italia lo «sballo» è femmina «Vino, birra e cocktail non sono più strumenti per socializzare. I giovani vogliono cancellare le angosce» ili 33yo delle femmine e il 46,90A maschi ha percezione del problema del bere i II 14,20/0 delle femmine e il 22,2Vo dei maschi è ad alto rischio alcoldipendenza i II W/o delle femmine e il 9^ maschi ha problemi di alcoldipendenza accertata 123 anni: l'età media delle ragazze con alto rischio di alcoldipendenza ■25 anni: l'età media dei ragazzi con alto rischio di alcodipendenza i Preoccupati del futuro: 42f30Zo ragazze; 35,30Zo ragazzi lGeneralmente non soddisfatti: 66,3V» ragazze; 60,9Vo ragazzi i Insoddisfatti della scuola; 28,7Vo ragazze; 26,60Zo ragazzi i Insoddisfatti dei genitori: 3007o ragazze; 27yo ragazzi HI campione: 2000 ragazzi età media 24 anni intervistati a concerti Arezzo Wave, Heineken Jammin' Festival, Flippout Festival dall'Osservatorio epidemiologico metropolitano dell'Azienda Usi di Bologna Franco Giubilei corrispondente da BOLOGNA Birra, vino, long-drink o cocktail, qualsiasi alcolico va bene, purché raggiunga l'obiettivo, e cioè «stoni», faccia sballare, riesca ad allentare tensioni e angosce. Cresce il consumo di alcol fra i giovani e lo dimostra una ricerca dell'Osservatorio epidemiologico metropolitano di Bologna, ma la vera novità sono le ragazze, che bevono sempre di più, ^uasi cercassero di colmare le differenze con l'altro sesso. I dati, raccolti su un campione di 2 mila giovani dall'età media di 24 anni, intervistati l'estate scorsa ai concerti di Arezzo Wave, dei Cure all'Heineken Jammin' Festival e al Flippout Festival, mostrano come le rischiose abitudini con la bottiglia non riguardino prevalentemente il cosiddetto sesso LE STUDENTESSE forte. Gli operatori hanno fatto compilare un questionario diretto a far emergere le situazioni problematiche senza aggredire gli interessati. Quattro semplici domande: «Senti mai il bisogno di ridurre il bere? Sei mai criticato dagli altri per il modo di bere? Mai provato disagio o senso di colpa per il tuo modo di bere? Mai bevuto alcolici appena alzato?». Una sola risposta positiva significa percezione dell esistenza del problema, e qui hanno detto sì il 330Zo delle ragazze e il 4707o dei maschi. Due su quattro vogliono dire alto rischio di alcoldipendenza, una condizione che riguarda il I4,20Zo delle prime e il 22,2Vó dei secondi. Con tre sì su quattro domande si è di fronte alla certezza della dipendenza: il 4,60Zo delle ragazze e il 9,40Zo dei ragazzi è in questa situazione. Inoltre le femmine cominciano a bere in età più giovane rispetto ai maschi. Raimondo Pavarin, il sociologo ed epidemiologo che ha coordinato lo studio, osserva: «L'uso dell'alcol da parte dei ragazzi sta cambiando: dalla "cultura bagnata", cioè il bere inteso come mezzo per socializzare, si è passati alla "cultura secca", tipica dei Paesi anglosassoni, dove si beve allo scopo di sballare con l'alcol. Con la nostra ricerca abbiamo notato che le ragazzine mostrano una maggiore tendenza a bere e, pur avendo una percezione del problema, non si controllano. Vediamo anche come le ragazze tendano a eguaghare i maschi nei loro comportamenti, e questo avviene con le sigarette e con l'alcol, ma anche con le droghe. In altre parole tendono ad assumere stili di vita sempre più simili a quelli dei ragazzi». Per gli stupefacenti, le differenze si assotti- gliano ancora di più: oltre il 220Zo delle femmine ammette di aver fatto uso di sostanze nell'ultimo mese contro il 240Zo dei maschi, un dato che si ripete per quante hanno mischiato droga e alcol nello stesso periodo, mentre il mix di stupefacenti è stato provato dal 220Zo delle ragazze. Gli operatori dell Osservatorio bolognese hanno poi indagato un altro aspetto della vita degli intervistati, cercando di sondare il grado di soddisfazione di ragazzi e ragazze e anche qui le donne hanno mostrato notevoli segni di inquietudine: nel 42,30Zo dei casi si dichiarano preoccupate per il futuro (contro il 35,30Zo dei maschi), nel 26,694 non sono soddisfatte della scuola e nel 290Zo non lo sono del loro lavoro. Il partner non le accontenta per il 23,50Zo (210Zo la risposta dei maschi) e l'insoddisfazione arriva al 300Zo per quan¬ to riguarda il rapporto con i genitori. Gli elementi dello studio, infine, sono stati incrociati secondo criteri scientifici in modo da stabilire una relazione tra le indicazioni raccolte e le conclusioni compongono un quadro ad alta instabilita per le giovani del terzo millennio: «Le femmine mediamente sono più insoddisfatte dei maschi e più preoccupate del futuro - commenta Pavarin -. Può darsi che siano alla ricerca di nuovi riferimenti, dato che stanno attraversando un'importante fase di transizione che le vede sempre più simili ai maschi per gli stili di vita, come per l'alcol e le droghe. E nei profili di rischio, dove i dati sono stati messi in rapporto fra loro, le ragazze emergono sempre perché lamentano ansia, depressione e problemi con il sonno».

Persone citate: Birra, Franco Giubilei, Pavarin, Raimondo Pavarin

Luoghi citati: Arezzo, Bologna, Italia