Un compromesso storico ispirato dal partito dei gattari di Maria Grazia Bruzzone

Un compromesso storico ispirato dal partito dei gattari ROMA: IL SENATORE JANNUZZI (FORZA ITALIA) E L'EX SENATRICE VERDE ROCCHI Un compromesso storico ispirato dal partito dei gattari Maria Grazia Bruzzone ROMA Gattari parlamentari. Categoria trasversale di deputati o senatori, dediti a nutrire e accudire a loro spese i randagi che pullulano nel cuore della capitale, intorno ai palazzi della politica. Non semplici amici dei mici, come il senatore della Lega Nord Luigi Peruzzotti, un omone dai grandi baffi che ha un gatto. Maciste, che è tutto il suo padrone. O come l'onorevole Antonio Mazzocchi, serissimo avvocato napoletano di An, che poi non disdegna di dare una mano ai colle^ii animalisti. Perché una volta le gattare della capital^ erano delle popolane. Donne di cuore, avanti negli anni, spesso stravaganti. Spuntavano a sera tra le rovine di Torre Arigentina o del Pantheon o ai margini dei Fori, le vedevi armeggiare intomo a borse e sacchetti da cui emergevano immensi piatti di pastasciutta, avanzi di carne o pesce su cui i felini si avventavano prima ancora che la gattara li deponesse. Poi a queste pioniere hanno cominciato ad aggiungersi pattuglie di borghesi, intellettuali, forestieri, abitanti del centro. E deputati e senatori. Gattari parlamentari, appunto. Come Lino Jannuzzi, senatore di Forza Italia. O Carla Rocchi, già deputata verde, oggi della Margherita. Due storie diverse, per certi aspetti opposte, di «gattari professionisti», come si definisce Jannuzzi «Quindid anni fa - racconta - non ero ancora senatore ma ero andato ad abitare in Salita dei Cresceuzi, vicino al Pantheon. li dietro c'era una colonia di randagi, poveretti, oggi sono decimati. Li vedevo tutti i giorni e ho cominciato a dare una mano. Portavamo da mangiare da casa, poi per fortuna sono arrivate le scatolette. Li conoscevamo imo a uno, davamo loro dei nomi. Un giorno, intomo a una gattina ho conosciuto una senatrice del Pei. Era una gattina grigia e assai malandata, lei le si era affezionata e la nutriva, a turno con me». «Finché me la sono portata a casa ad Alessandria: si chiama Grìgstta ed è sempre la mia gatta», conferma Carla Nespolo. E però con Jannuzzi non andò mai al di là di un rapporto di solidarietà «gattesca»: «Non stringemmo un'amicizia. Né parlavamo di politica». E oggi? Il senatore è sconfortato dai cambiamenti nel quartiere, «con quei paracarri elettrici che intorno al Senato bloccano tutto. Da quando il Presidente si è convertito alla crociata contro l'Islam, deve essergli venuta la paura dei kamikaze. Vietano di passare, di fumare... Non vietano i gatti perché non gliene importa niente. Per ora. Comunque sono sempre meno, sterminati da una specie di Aids». Anche per questo le cose sono meno artigianali. «Quelli che restano, li aiuto attraverso Sandra, una ragazza brasiliana fantastica che è anche veterinaria e provvede alle esigenze». Più di una gatto-sitter, praticamente una gattara specializzata a pagamento. «Si occupa anche dei miei mici, nel caso». E di felini da curare Jannuzzi ne ha parecchi. Quelli della colonia di via dei Gracchi, accanto al suo barbiere Amleto. E i domestici: 6 a Roma, e 20 che tiene a Scario, «nella mia casetta sugli scogli nel golfo di Salerno, che devo lasciare aperta tutto l'anno, coi gatti che vanno e vengono e una persona che porta il cibo. In paese lo sanno, e c'è chi lascia lì i gattini neonati». L'amore per i mici del napoletano Jannuzzi risale all'infanzia. «Mio padre era tenente dei Carabinieri e nella caserma-convento dove lavorava davano loro da mangiare. Ce n'erano tantissimi anche intomo a casa, nel quartiere popolare Stella, dove è cresciuto anche Totò. Adottai il primo allora e poi mia moglie si è dovuta adattare. Ma dormire coi gatti fa bene anche alla salute. E' provato che assorbono le nostre ansie e tensioni. E al mattino ci si risveglia rilassati e di buon umore». «Meglio un belgiovanotto... magari col gatto ai piedi del letto», scherza Carla Rocchi. Per leiFamore felino è cominciato da adulta, in un periodo di depressione. «Ero diventata bulimica e avevo 15 gatti. Quindici bocche da sfamare ma tanto affetto». Adesso è una taglia 42 e ne ha solo 5. Ma poi ci sono quelli del caseggiato e quelli del giornalaio della strada. «Quando esco, la mattina, prima penso ai miei, poi apro una porticina nell'androne dove tengo le scorte e provvedo agli altri. A Torre Argentina ormai arrivano col pullmino, con frigo e forno a micronde. E anche 1 assistenza medica è garantita. Più difficile la situazione al Varano, colonia di 300 gatti che è più complicato accudire, trattandosi del cimitero». I gatti animali negativi? «E' una diceria che ha messo in giro la Chiesa che nell'antica Roma li associava al paganesimo, poi alle streghe. A me hanno portato fortuna. M'hanno aiutato a superare un periodo difficile, e sono loro riconoscente. Non li abbandonerò mai». Giacchino, uno dei gatti di Jannuzzi Lino Jannuzzi, senatore di Forza Italia e «gattaro»

Luoghi citati: Alessandria, Roma, Salerno