An si divide sugli emendamenti alla riforma

An si divide sugli emendamenti alla riforma L'OPPOSIZIONE DEPOSITA CINQUECENTO MODIFICHE ALLA LEGGE DOPO I RICHIAMI DI CIAMPI An si divide sugli emendamenti alla riforma Alemanno: eliminare i concorsi per esami. La Russa: saranno i «saggi» a decidere ROMA C'è tempo, la partita della riforma dell'ordinamento giudiziario non è finita. Siamo in zona Cesarmi e l'arbitro non ha ancora fischiato la fine, anche se ci ha provato a chiuderla in anticipo ìl Guardasigilli, Roberto Castelli, che ha presentato gh emendamenti - «che tengono conto dei rilievi del Capo dello Stato e che ìl presidente della Repubblica non potrà non firmare» -, prima che scadessero i termini previsti dal regolamento, e cioè ieri (l'opposizione ne ha presentati cinquecento). Forse, pensando così di stoppare i contrasti intemi ad Alleanza nazionale, tra falchi e colombe, tra il relatore della legge, Luigi Bobbio, e il ministro Gianni Alemanno ebe di An è uno dei tre coordinatori. I dissensi non sono stati risolti, tant'è che ieri, ah'ennesima presa di posizione di Alemanno che ha chiesto alla maggioranza di «recepire» l'emendamento presentato dal (suo) senatore dì An, Roberto Salerno - che punta a eliminare i concorsi per esami per l'accesso alle funzioni di secondo grado, sneUendo, così, le procedure -, Ignazio La Russa, vicepresidente vicario di An, ha annunciato che saranno i «quattro saggi» della Casa deUe libertà a dare il loro parere sugh emendamenti. C'è maretta, dentro An. Ma gh attenti osservatori concordano tutti nel ritenere che alla fine «non accadrà nulla», perché se davvero si dovessero riaprire i giochi nessuno è in grado di garantire l'esito finale di questa partita. Il sottosegretario alla Giustizia, Michele Vietti, Udc, che pure non è mai stato un entusiasta della riforma, oggi afferma: «L'accordo di maggioranza c'è stato e il ministro Castelli lo ha tradotto in emendamenti coerenti. Riaprire il dibattito sulla riforma legittimerebbe ciascuno a risoUevare le proprie bandiere, con il rischio di non arrivare più in tempo a destinazione». Gh emendamenti Castelli, pare di capire, sono davvero frutto di una mediazione e si reggono su un fragile equilibrio. Il primo che h rimette in discussione rischia di far saltare tutto. Non è un mistero, per esempio, che anche il relatore di An al Senato, Luigi Bobbio, pur da tempo in perfetta sintonia con il Guardasigilh, non abbia condiviso il testo depositato da Castelli, nel senso che, per dirla con lo stesso Bobbio, «sulla storia dei concorsi e del Csm ha sbracato». Insomma, si deve «ripristinare il più possibile» lo spirito originario della riforma, contro ìl parere dei magistrati. Opinione diametralmente opposta a quella di Gianni Alemanno, ministro di An. Ieri, ìl segretario della corrente moderata della magistratura. Mi, Antonio Patrono, ha sollecitato il Parlamento ad approvare una riforma «indiscutibilmente compatibile col dettato costituzionale» e a precisare il ruolo della «Scuola di formazione della magistratura e deUe cosiddette commissioni esteme» che non devono assumere «profilo vincolante» per le decisioni del Csm. Bene, il ministro Alemanno si dichiara d'accordo con Patrono - «il suo appello deve essere raccolto» - e sponsorizza l'emendamento del senatore Salerno: «E' un emendamento importante - dice Alemanno che può diventare, per ìl ministro e la maggioranza, una buona occasione per riallacciare un dialogo con la magistratura». Falchi e colombe dentro An, dunque. Peppìno Gargani, responsabile Giustizia di Forza Itaha, assiste incredulo a questo strascico imprevisto di discussione sulla riforma deh'ordinamento giudiziario: «Il ministro Alemanno, forse perché impegnato ad occuparsi di agricoltura, non deve aver seguito con grande interesse il dibattito, la discussione che va avanti da tre anni attorno alla riforma deh'ordinamento giudiziario. Posso assicurare il ministro che abbiamo lavorato con grande passione e competenza per definire un testq il più condiviso da tutti gh alleati. Anche a discapito di una rigorosa interpretazione dei rilievi del Quirinale, che avrebbe consentito solo di ritoccare leggermente il testo». Ig. ru.l Il sottosegretario alla Giustizia Vietti (Udc) «L'accordo c'è già stato e il ministro Castelli ha presentato un testo coerente Riaprire il dibattito rischia di far naufragare la riforma» Gianni Alemanno e Ignazio La Russa

Luoghi citati: Roma, Salerno