Due capolavori di ispirazione sacra di Leonardo Osella

Due capolavori di ispirazione sacra Due capolavori di ispirazione sacra I «Requiem tedesco» di Brahms nel cartellone del Regio La «Passione secondo Matteo» di Bach in «Sintonie» D UE tra i massimi capolavori i musicali di ispirazione sacra contrassegnano questi giorni di attività concertistica a Torino. Uno è il «Requiem tedesco» di Brahms, l'altro la «Passione secondo Matteo» di Bach: affreschi ampi e concepiti secondo sapienti architetture, pagine miliari senza ombra di dubbio. Il «Requiem» entra nella programmazione dei concerti che si tengono al Teatro Regio. La stagione, come si sa, vede alternarsi la Filannonica '900 del Teatro e l'Orchestra del Regio vera e propria. L'impegno, nel caso, è di quest ultimo con, naturalmente, l'apporto fondamentale del Coro ben istruito da Claudio Marino Moretti. Vi prendono parte inoltre come solisti il soprano Maya Dashuk e il baritono Benno Schollum. L'appuntamento è per venerdì 11 febbraio alle 20,30, e sul podio ci sarà, per la prima volta al Regio, Vladimir Fedoseyev. In questa mirabile partitura Brahms ha voluto portare la sua personale interpretazione della morte, «letta» secondo una concezione laica che porta ad una sua accettazione conia serenità di colui che si sente fondamentalmente in pace con se stesso. Il «Requiem» rimase sotto traccia piuttosto a lungo come risposta profonda ad un evento doloroso quale la scomparsa di Robert Schumann, avvenuta nel 1856. Esso venne preceduto da una importante serie di pagine vocali - il coro ha in Brahms un peso considerevole rimanendo però allo stato latente fino alla morte dell'amatissima ma¬ dre. Fu soltanto allora che il compositore venne allo scoperto e, nel giro di pochissimi mesi, l'opera fu terminata: era l'estate del 1866. Una prima parziale esecuzione ebbe luogo a Vienna nel dicembre del 1867, con accoglienza deludente. Ben altro esito fu invece quello ottenuto alla vera «prima» a Brema nell'aprile 1868, esattamente il Venerdì Santo: un trionfo assoluto. All'epoca il «Requiem» constava di sei parti, che trovarono poi perfetto equilibrio con l'aggiunta di una settima nella quarta posizione. La definizione di «tedesco» nasce dalla scelta dei testi, tratti appunto dalla Bibbia tedesca luterana. La luce che illumina la partitura viene costantemente dal senso di consolazione, non di disperazione che deve infondere il trapasso, come risulta anche dalle parole che chiudono questo capolavoro: «Fehci sono co- loro che muoiono nel Signore». La «Passione secondo Matteo» di Bach costituisce invece il secondo dei tre tasselli programmatici di «Sintonie». Potremo ascoltarlo alle 20,30 di domenica 13 all'Auditorium dei Lingotto con la Mahler Chamber Orchestra diretta da Daniel Harding e con il RiasKammerchor istruito da Daniel Reuss. Il capolavoro chiede una serie di voci soliste che sono quelle di Camilla Tilling soprano, IngeboiB Danz contralto, Mark Padmore tenore, Stephan Genz baritono, Brindley Sherratt basso. Anche in quecerto di «Sintonie» sto caso la pri¬ ma esecuzione avvenne nella Settimana Santa, secondo una naturale logica Utui^gica. Era il 1727. In partitura è accolta una suddivisione vocale in due cori spesso contrapposti («battenti», secondo una tradizione veneziana) data la presenza nella Thomaskirche di Lipsia di due organi l'uno di fronte all'altro. Sempre nell'ambito di «Sintonie» si annuncia poi il terzo ed ultimo appuntamento musicale di quest'anno. Esso si colloca nel filone beethoveniano, che prevede appunto nell'arcata poliennale l'esecuzione integrale delle nove sinfonie. Sempre alle 20,30 e al Lingotto, mercoledì 16 febbraio si annuncia la presentazione della «Quarta in si bemolle maggiore op. 60» e della «Settima in la maggiore op. 92»: l'ima ha soltanto l'apparenza di una «regressione» stilistica, ricca com'è al contrario di originalità; l'altra è divenuta quasi simbolo di coreutica ebbrezza dionisiaca. Leonardo Osella Danlel Harding dirìge il secondo e terzo concerto di «Sintonie» Vladimir Fedoseyev sul podio del Regio II soprano russo Maya Dashuk

Luoghi citati: Torino, Vienna