Tra nebbie e patiboli nel caos di Londra di Masolino D'amico

Tra nebbie e patiboli nel caos di Londra Tra nebbie e patiboli nel caos di Londra Masolino d'Amico ONDINESE e già biografo di due londinesi eminenti come Sir ThoLaainas More e Charles Dickens, il brihante e versatile Peter Ackroyd dedica ora aha capitale britannica un libro monumentale e caotico come la stessa metropoh. Avvalendosi di letture dall'estensione persino esagerata, e di due occhi, due orecchi e di un naso da una vita tesi a captare e classificare indizi, risonanze e sentori, Ackroyd rinuncia presto a organizzare il suo materiale in progressione cronologica, e opta invece per una serie di ben 67 capitoh anche assai brevi, dedicati agh infiniti aspetti di questo antichissimo, tradizionalmente informe e, come dimostra, abbastanza incontrollabDe agglomerato urbano. Sì, inizialmente parla di quello che si sa della Londra preistorica, dei villaggi celtici, degh insediamenti romani, anche dei contrasti sanguinosi tra indigeni e conquistatori, prima deha loro convivenza più o meno pacìfica e dehe ondate quindi di nuovi e avidi predoni, questa volta calati dal nordovest. Ma appena giunge, e ci riesce relativamente presto, aha Londra che più o menci riconosciamo, ossia quella tardomedievale, Ackroyd passa a una narrazione per temi concentrati, prima preoccupando il lettore con la mancanza di un punto di orientamento ovvero di ima progressione coerente, poi affascinandolo con la ricchezza dehe informazioni. Questo hbro strabordante - e diciamolo subito, ben curato dal traduttore Luca Cafìero, che lo ha corredato di discrete quanto preziose informazioni supplementari - non è una enciclopedia da consultare, bensì un repertorio di oggetti diversi da pescare a caso e da guardare uno a uno. Le stesse informazioni possono capitare più volte, Ackroyd scrive tante ministorie e quindi non evita le ripetizioni. Del massacro di ebrei che la folla perpetrò per festeggiare l'incoronazione di Riccardo Cuordileone (1189), per esempio, si parla sia a proposito deha periodica tendenza deha plebe londinese a tali esplosioni di ferocia, sia deha relazione tra sovrano e capitale, sia del tema delle minoranze che da sempre hanno avuto residenza neha città, fino a raggiungere proporzioni senza precedenti. Nell'Ottocento Londra aveva più cattohci di Roma, più irlandesi di Dublino, forse più ebrei di qualunque altro centro, e via dicendo. Un libro come questo non si può riassumere, ma per dare un'idea ecco qualcuno degh argomenti trattati. Il rumore di Londra (sempre assordante nei secoh, per vari motivi); le mappe di Londra; la nebbia di Londra; gh spettacoh; le epidemie; gh incendi; le prigioni; il cibo; le acque; gh odori; le donne; la povertà; i bambini; le sommosse; i patiboli; i manicomi; il gioco d'azzardo; i mercati; la malavita; lo sviluppo a macchia d'oho e i tentativi di pianificazione urbana (quasi l'unico di qualche peso fu quello di Nash neha prima parte del secolo diciannovesimo, con l'unione di due grandi parchi mediante la spettacolare curva di Regent Street); i pub; la misteriosa continuità con cui certi posti hanno mantenuto una loro fisionomia per molti secoh - il quartiere di Clerkenweh, teatro della rivolta popolare di Wat Tyler nell 381, ha poi ospitato generazioni di rivoluzionari, dal demagogo settecentesco John Wilkes ai cartisti del 1816, ai feniani degh anni 1850, fino a Kropotkin e a Lenin, che vi pubblicava il suo giornale underground in russo intitolato /sfera. L'erudizione con cui Ackroyd commenta ogni episodio è sterminata, anche se nemmeno lui ha la spiegazione definitiva per l'etimologia deha parola cockney, che definisce i londinesi doc. Siccome si dice cockney chi nasce entro il raggio dehe campane deha chiesa diSt Mary-le-Bow, può darsi che il vocabolo alluda al cocfe, ossia al gallo, deha bande- mola di quel campanile. La violenza è uno dei fili conduttori di gran parte di queste narrazioni. Sotto l'aspetto placido di Londra scorre un fiume di violenza sempre pronto a esplodere come le acque di quelh interrati, tipo il Fleet che benché coperto dalla strada omonima ogni tanto torna a farsi vivo. Nel Medioevo e nel Rinascimento la violenza faceva parte deha vita quotidiana, con esecuzioni e torture pùbbliche avidamente contemplate da tutti, ma anche con le crudeli punizioni inflitte a chi venisse colto neha minima infrazione. Terrificanti furono fino quasi ai tempi nostri le condizioni di carceri e case di cura mentah, tra cui il celebre Bedlam, i cui pazzi furiosi e incatenati venivano esposti ai visitatori come belve. In ogni epoca inoltre la massa dei disere¬ dati, una massa enonne fino a ieri, è stata pronta a scoppiare in saccheggi e cacce all'uomo di sohto seguiti da repressioni altrettanto cieche. Gli elisabettiani amavano Shakespeare, ma ancora di più i combattimenti di animah, in cui degh orsi venivano straziati dai cani o si battevano contro un toro. In seguito ogni pretesto era buono per fare a pugni; se scoppiava una hte per strada, la gente invece di dividere i contendenti gridava «In cerchio, in cerchio!», e formava un ring dove quelh si picchiavano incitati finché ne avevano le forze. Né la violenza era un monopoho maschile. Le cronache pullulano di femmine aggressive, alcune dehe quah nel Settecento allietavano certe taverne battendosi tra loro alla spada, seminude, e con un coperchio di vimini come unica difesa. In viaggio con Peter Ackroyd nella capitale inglese: sessantasette brevi tappe, il distillato di una sterminata erudizione, un repertorio di oggetti diversi da pescare a caso e da guardare uno a uno Peter Ackroyd si aggira con erudizione tra le nebbie di Londra Peter Ackroyd Londra Biografia di una città trad. dì Luca Cafìero Frassìnellì pp.692.623,20 SA G G IO