Gli sciìti sfiorano la maggioranza assoluta in Iraq di E. St.

Gli sciìti sfiorano la maggioranza assoluta in Iraq IL CONTROLLO DI TRE PROVINCE DARÀ' Al SUNNITI IL DIRITTO DI VETO SULLA COSTITUZIONE Gli sciìti sfiorano la maggioranza assoluta in Iraq risultati danno loro solo il 48,207o, ma il conteggio dei seggi è incerto BAGHDAD Con quattro giorni di ritardo sulle previsioni, due settimane dopo la prima storica consultazione elettorale irachena del dopo Saddam, ieri sono stati resi noti i risultati ufficiali che non hanno confermato le previsioni della vigilia che davano una saldissima maggioranza assoluta - dal 51 al 60 per cento - alla Alleanza iracheni uniti, sostenuta dal grande ayatollah Ali Sistani. I risultati ufficiali dicono che la lista sciita ha avuto il 48,2 per cento (4.075.295 voti), l'Alleanza curda il 25,7 (2.175.551), la lista Allawi 13,8 (1.168.943). Le altre principah liste (lista Ghazi Al-Yawar, Partito turcomanno. Lista elite indipendente e comunisti) tra 1*1,8 e lo 0,8 per cento. La distribuzione dei seggi è ancora in discussione: se agh sditi andasse la maggioranza assoluta(come sostiene la «France Presse») sarebbe risicata. E cioè 140 dei 275 seggi del nuovo parlaménto. Secondo un'altra interpretazione del calcolo i seggi degh sditi sarebbero soltanto 137. A poche ore dall'annuncio da parte della Commissione nazionale elettorale, ieri mattina, Hussein al Shahristani, un collaboratore di Sistani, in un'intervista all'emittente televisiva «al Iraqiya Tv», aveva affermato che la lista sdita era andata ben oltre il cinquanta per cento. Evidentemente delusi dal 48,2 per cento, gh sditi hanno espresso perplessità: «Ci aspettavamo di più» ha detto il vice del numero uno della lista, Abdelaziz Al-Hakim, che ha aggiunto: «11 ritardo (nello spoglio dei voti ndr) d ha fatto sorgere dei dubbi. Ne parleremo con la Commissione elettorale». Una salda maggioranza assoluta fra i deputati che dovranno eleggere il presidente, i due vicepresidenti e redigere la bozza della nuova Costituzione, da sottoporre a referendum ad ottobre avrebbe permesso agh sditi di «concedere» spazi alle altre formaziom politiche e agh altri gruppi etnid. A queUe presenti ed anche a quelle assenti (i sunniti) dalla competizione elettorale. Ma gh sditi (che sono circa il 60 per cento della popolazione e che sono stati sempre a margine.del potere), avrebbero potuto trattare da ima posizione di forza. Il compromesso invece ora è d'obbligo e renderà le trattative più complesse, con sbocchi imprevedibili. Esponenti della lista di Sistani si erano recentemente espressi per l'adozione della sharia, la legge islamica, come unica fonte normativa nel Paese, reclamando che allo scopo fosse inserito un apposito ed espresso prindpio nella futura Costituzione. Uno Stato teocratico modello Iran (Sistani è iraniano) costituisce il peggiore degh incubi possibili per Bush. Perché vorrebbe dire che ha sacrificato mighaia di vite di giovani americani e decine di mighaia di vite di dvili iracheni per sostituire la dittatura laica di Saddam con una dittatura teocratica. Ora d sono tre giorni per i ricorsi poi il risultato diventerà uffidale. I curdi, al secondo posto, sono in massima parte concentrati neUe regioni settentrionali del Paese, dove la gente è scesa nelle strade ieri sera a festeggiare sparando a tutto spiano colpi di arma da fuoco in aria. In questo quadro, gh scuti della lista unica dovrebbero avere la poltrona di primo ministro. I nomi dtati con più insistenza sono quelli dell'attuale vice presidente Hibrahim Jaafari e dell'attuale ministro delle finanze Abdel Ab- dul Mahdi. Ma la nomina del premier spetta al futuro presidente - che secondo molte fonti sarà il leader curdo Jalal Talabani - che sarà scelto assieme a due vicepresidenti dall'Assemblea nazionale. L'Assemblea potrà quindi concentrarsi sul suo compito prindpale: redigere la nuova Costituzione. Una strada tutt'altro che pianeggiante. I sunniti sono infatti ancora in grado di bloccare tutto, poiché la Costituzione provvisoria stabilisce che il voto contrario di due terzi degh elettori in tre deUe 18 province è suffidente per bocdare il testo della futura legge fondamentale che sarà sottoposto a referendum. La comunità sunnita, che rappresenta il 20 per cento dei 24 milioni di iracheni, è concentrata soprattutto in tre province, nel centro del Paese, e quindi, di fatto, dispone di un potere di veto. [e. st.]

Persone citate: Abdel Ab, Ali Sistani, Allawi, Bush, Hibrahim Jaafari, Jalal Talabani, Sistani, Yawar

Luoghi citati: Baghdad, Iran, Iraq