COMPETERE A MANI LIBERE di Mario Deaglio

COMPETERE A MANI LIBERE COMPETERE A MANI LIBERE Mario Deaglio L' ACCORDO tra la Fiat e General Motors è stato raggiunto poche ore dopo che il Governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, aveva fornito una valutazione cautamente positiva sulle prospettive future dell'economia italiana. Si tratta naturalmente di una coincidenza casuale, ma questo accordo costituisce una premessa necessaria, anche se ben lontana dall'essere sufficiente, perché le prospettive delineate da Fazio diventino realtà, perché l'intero sistema industriale italiano trovi una sua collocazione accettabile nell'ambito dell'economia mondiale. L'accordo può essere interpretato come il prevalere della ragionevolezza su una possibile sequela di ripicche e risentimenti, dopo la constatazione oggettiva che l'alleanza strategica tra queste due grandi case automobilistiche non aveva dato i frutti sperati; proprio in nome della ragionevolezza, Fiat e General Motors hanno evitato di farsi del male a vicenda. La mancanza di un accordo avrebbe infatti proiettato sul bilancio, già non I SERVIZELOGI BIDa politicGiacomo GalI PUNTI Salvata l'allFederico Monfacile, della General Motors un'ombra rappresentata dalla necessità, in caso di sconfitta giudiziaria nell'iAevitabile controversia che sarebbe iniziata con la Fiat, di pagare somme molto superiori a quelle oggi pattuite. Per la Fiat l'accordo rappresenta non soltanto un importante polmone finanziario, che consentirà di dedicare maggiori risorse agli investimenti e ampliare gli orizzonti del futuro, ma anche, e forse soprattutto, il recupero della libertà d'azione, la possibilità di impostare nuove strategie e di ricercare nuove alleanze dopo che l'intesa con General Motors è risultata carente. In un mondo in cui l'auto sta subendo modificazioni sostanziali nelle tecnologie, nell'utilizzazione e negli assetti societari, OK DAI Passera e SaSERVIZIO A PSFIDA AArrivano iPiero Bianco PARTISAN e sindacalisti zzi A PAGINA 2 nza industriale a A PAGINA 3 La possibilità di ripartire sul terreno delle alleanze, di impostare, a 360 gradi, nuovi discorsi di collaborazione rappresenta, per un'impresa automobilistica di dimensioni medio-grandi, come la Fiat, un vantaggio che non deve essere sottovalutato. I grandi imperi automobilistici del passato, rigidamente centralizzati, hanno infatti ceduto il posto a configurazioni più flessibili, dense di accordi e di intrecci legati a singoli progetti dove vi sono buone opportunità da cogliere senza che questo implichi alleanze globali. In questo senso è importante il ritorno alla Fiat del completo controllo di Powertrain, la società congiunta con General Motors nel settore dei motori nei quali la presenza della casa torinese è tecnologicamente all'avanguardia ed economicamente competitiva; è ugualmente indicativo del clima tra questi due ex alleati, che General Motors si sia impegnata ad acquistare motori Powertrain e a proseguire la collaborazione con Fiat in un importante progetto polacco. L'accordo non è un punto d'arrivo ma un punto di partenza, sul quale costruire un futuro sostenibile non solo per la Fiat ma per tutta la filiera italiana dell'auto, per il Piemonte e in particolare per l'area di Torino, alla ricerca di una identità nuova. E anche più in generale per l'intera industria italiana che deve trovare una collocazione mondiale, perseguita tenacemente anche con la missione in Oriente del Presidente della Repubblica. La strada da percorrere non è certamente in discesa, si tratta anzi di un itinerario irto di difficoltà. Dopo quest'accordo, però, esiste la possibilità di giocare una nuova partita industriale di alto profilo, possibilità che fino a ieri era fortemente in dubbio. mario.deaglio@unito.it ANCHIERI a: buona intesa GINA 2 MERCATO nuovi modelli PAGINA 5

Persone citate: Antonio Fazio, Bida

Luoghi citati: Piemonte, Torino