Giuliana è vìva, un mediatore tratta il riscatto di Guido RuotoloGiuliana Sgrena

Giuliana è vìva, un mediatore tratta il riscatto UNA «PERSONALITÀ SUNNITA» AVREBBE APERTO UN CANALE CON I RAPITORI Giuliana è vìva, un mediatore tratta il riscatto Ancora un ultimatum di 48 ore della «Jihad» sul Web, ma la Farnesina è scettica Guido Ruotolo ROMA E' viva. La prova che Giuliana Sgrena è ancora in vita è arrivata. E con essa, l'attendibilità del mediatore, dell'intermediario. E, perché no?, potrebbero essere arrivate anche le richieste. Forse «economiche», come ieri mattina ripeteva a Baghdad il portavoce del ministro dell'Interno, convinto che i sequestratori avrebbero puntato a un riscatto di denari. Insomma, saremmo alla vigilia di una svolta nel sequestro della giornalista italiana, giunto ormai al settimo giorno, anche se la giornata di ieri si è conclusa con un nuovo comunicato terrorista mandato via Internet, siglato Jihad islamica, che ha annunciato l'ennesimo ultimatum di 48 ore per l'inizio del ritiro delle truppe italiane in cambio di informazioni sulla giornalista prigioniera. La Jihad islamica ha invitato «tutti i fratelli musulmani a essere prudenti di fronte a coloro che accusano i Mujahiddin del paese di Rafidain (Mesopotamia) e vigilanti di fronte a coloro che annunciano di qua e di là il destino della prigioniera italiana». Un comunicato che le nostre autorità diplomatiche si sono rifiutate di commentare, ritenendolo inattendibile. Dopo momenti angoscianti di silenzi, la svolta, se si può parlare di svolta, nel sequestro Sgrena in realtà ha iniziato a prendere corpo a partire da lunedì, da quando un interlocutore autorevole - sembrerebbe una personalità politica sannita - si è fatta avanti, ha detto di aver visto l'ostaggio una prima volta, e poi, il giorno dopo, per ben altre due volte. Ha fornito indicazioni precise, l'interlocutore, anche la «localizzazione» dell'ostaggio. Che l'interlocutore fosse attendibile e le sue informazioni preziose, lo si è poi accertato nei giorni successivi. Quando gh americani hanno intercettato una conversazione che aveva ad oggetto proprio il sequestro Sgrena: gli interlocutori avrebbero anche accennato al luogo della detenzione della giornalista italiana. Lo stesso al quale aveva fatto riferimento l'interlocutore che si è proposto come mediatore alla nostra diplomazia e intelligence. In questi giorni, secondo quanto ipotizzano gli 007, l'ostaggio italiano - Giuliana Sgrena è stata sequestrata il 4 febbraio scorso di fronte alla moschea Al Mustafah - potrebbe essere stato trasferito diverse volte, e potrebbe adesso trovarsi in una località fuori Baghdad. La giomahsta del «manifesto» è tenuta prigioniera ormai da sette giorni e gh sforzi diplomatici per ottenere la sua liberazione continuano senza soste in queste ore. Ieri, il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, che ha la delega sull'Iraq, ha incontrato l'ambasciatore iracheno. Mohammed al Amili, anche per fare il punto delle indagini e dell'impegno comune per arrivare alla liberazione di Giuliana Sgrena. E viva continua ad essere la mobilitazione delle opinioni pubbliche, anche del mondo arabo, con le prese di posizione a favore della liberazione di Giuliana Sgrena. Oggi il direttore de «il manifesto», Gabriele Polo, e il sindaco di Roma, Walter Veltroni, andranno insieme alla moschea, per lanciare con l'imam un appello per la giornalista itahana. E si guarda già all'appuntamento del 19 febbraio a Roma, alla manifestazione nazionale alla quale ha aderito anche il leader del centrosinistra. Romano Prodi. Magari qualcuno vorrebbe che quella manifestazione si trasformasse in un corteo gioioso, nei festeggiamenti per l'avvenuta liberazione di Giuliana Sgrena. Ma è un sogno, che per il momento, deve rimanere chiuso nel cassetto. I grande ritratto di Giuliana Sgrena davanti al Campidoglio

Luoghi citati: Baghdad, Iraq, Mesopotamia, Roma