Celentano fa causa alla Rai, la guerra contìnua di Simonetta Robiony

Celentano fa causa alla Rai, la guerra contìnua ILTORMENTATO PROGRAMMA DOVEVA ANDARE IN ONDA AD APRILE, ADESSO CE UN NUOVO STOP Celentano fa causa alla Rai, la guerra contìnua Lui: non rispetta gli obblighi contrattuali. L'azienda: decisione precipitosa, siamo stupiti Simonetta Robiony ROMA Adriano Celentano ha dato incarico al suo legale, l'avvocato Giorgio Assumma, di far causa alla Rai per tutelare «i propri diritti contrattuali ed extracontrattuah», diritti a suo dire lesi «dall'inspegabile agire dell'azienda nel non eseguire gh obblighi assunti in merito al programma «Rockpolitik». E via. Siamo approdati alle vie legali. Il programma sarebbe dovuto andare in onda su Raiuno in quattro puntate a partire dal 19 aprile, ma fin dall'annuncio, nella, lontana primavera scorsa a Cannes, è stato tutto un tira e molla. Lo fa? Non lo fa? Sì? No? Ci stiamo pensando. Ci sono le elezioni. Rinviare, soprassedere, attendere. Del resto, non lo chiamano il Molleggiato, Adriano Celentano? E allora, che molleggi. Alla Rai, la notizia della causa, ha provocato stupore ai piani alti, quelli del direttore generale Catta¬ neo, che tanto l'aveva voluto, e quello del direttore di Raiuno Del Noce, che tanto l'attendeva sulla sua rete. «Tutte le sue richieste erano state accettate», recita un comunicato della Rai. Voleva la libertà di parola? Gh è stata data. Voleva la piena creatività autora- le? Gh è stata data anche quella. Voleva gh spot più lunghi dell'abituale? Concessi. E allora che vuole ancora? «Il contratto con la società Ballandi», dichiara ancora la Rai in via ufficiale,«è in corso di definizione giacché il preventivo è arrivato solo la settimana scorsa e attualmente è all'esame degli uffici aziendah. Stupisce, quindi, che invece di discutere sulle migliori soluzioni possibili, Celentano si affidi a una iniziativa legale». Immediate partono le reazioni da quella fetta di mondo politico che guarda a quella fetta di tv per natura contigua o per capriccio sfiorante i partiti. E sono reazioni opposte e contrarie. Il senatore Buonatesta, membro per AN della commissione di Vigilanza, è speranzoso: «Con la buona volontà da entrambe le parti riteniamio vi siano tutti i margini per far sì che Celentano ci regali quella tv di qualità politicamente scorretta che sa fare». Beppe Giulietti, capogruppo diessino nella stessa commissione, indignato. «Ho la sensazione che l'iniziativa di Celentano contro la Rai sia stata pilotata. Mi attendo che qualche sepolcro imbiancato ora si alzi dicendo che il cantante è interdetto dai programmi perchè c'è una causa in corso. Sarebbe la conferma che in Rai possono andarci solo i portavoce dei portavoce del presidente del Consigho». Dopo mesi di schermaglie, ripicche, pretese, chiarimenti, siamo dunque al redde rationem? Chissà. Potrebbe anche darsi di no, che si vada avanti fino alla messa in onda, che sia tutta una trovata pubblicitaria, che sia l'ultima invenzione di Adriano Celentano, moglie Claudia Mori e quel che resta del clan per render più spasmodica l'attesa. Del resto è da novembre che gh annunci si susseguono. Prima c'è la richiesta di andare in onda ad aprile, periodo caldo per le regionali, e non in autunno, periodo politicamente sereno, come vorrebbe la Rai. Poi Celentano vuole la totale libertà di parola, altrimenti niente Rai per il resto della sua vita. Infine c'è la scelta della serata:, la Rai preferisce il sabato, lui ottiene il martedì, n 23 gennaio l'annuncio che è fatta: potrà dire ciò che vuole «nel rispetto però della legge italiana». E qui parte il secondo tormentone. Perchè intitolare il programma «Rockpolitik» se in campagna elettorale gh spazi per la politica sono contingentati e controllati? Il presidente della commissione di Vigilanza, il diessino Petruccioli, ricorda a Cattaneo le regole che devono valere per tutti. Si decide di far scivolare la trasmissione dal 12 aprile, data a cavallo dei bahottagi, al 19 aprile, data più tranquilla. Resta però, indelebile, l'ombra di quella famosa frase scritta da Celentano sulla lavagna nel 1987, in piena campagna per i referendum: «La caccia è contro l'amore». Che combinerà stavolta Celentano? E siamo all'ultimo scontro, quello sugli spot: lui sostiene che il lancio di «Rockpolitik» doveva cominciare il 15 gennaio sulle tre reti e grida alla censura. La Rai nega la censura, spiega che i suoi spot sono troppo lunghi e che fanno pubblicità al suo ultimo ed mostrandone la copertina. Celentano ironizza: «Anche se qualcuno lo spera, io stavolta non m'incazzo stavolta». E attende che gh spot vadano in onda. Ma gh spot non arrivano e lui va dall'avvocato. Sono dalla sua parte, ovviamente. Paolo Rossi, Pippo Baudo, Jannacci, Dario Fo. I problemi sono cominciati a novembre «Non mi danno una sufficiente e totale autonomia di parola» Cattaneo lo aveva subito rassicurato E se fosse tutta una manfrina pubblicitaria? Adriano Celentano: continua il tira e molla sul nuovo programma per Raiuno, «Rockpolitik» Lo fa, non lo fa, ma lo deve fare a tutti i costi? Non sarà una strategia per attirare l'attenzione sulla trasmissione, molto prima che essa cominci?

Luoghi citati: Cannes, Roma