Due piazze, una tensione

Due piazze, una tensione Due piazze, una tensione Applausi e pianti al Gemelli e a San Pietro Giacomo Galeazzl CIUA'DEL VATICANO Applausi di gioia e lacrime di commozione. Cortile del Gemelli e piazza San Metro: due luoghi uniti dalla stessa ondata di calore. Cori di gente che ha gridato per ore il nome del Papa, bandierine, rosari, crocefissi e santini. Davanti, alla Basilica Vaticana e sotto la finestra dell'ospedale romano sì è raddoppiato l'affetto per il Pontefice e un fiume di fedeli ha accolto con un boato il suo saluto. Un mix di speranze e apprensione, «come per un padre anziano malato», concordano i pellegrini nei due luoghi simbolo. In particolare piazza San Pietro è stata sommersa di palloncini verdi del Movimento per la Vita, manifesti di incoraggiamento dalle diocesi italiane e striscioni variopinti dei gruppi di «Papa-boys» stranieri arrivati in fretta e furia per testimoniare il primo ritomo inpubblico di Giovanni Paolo H In un clima di trepidante attesa che richiama alla memoria le tappe epocali del pontificato, occhi e telecamere puntate sui maxischermi montati per offrire l'immagine del Papa die si affaccia dalla finestra. Le poche parole pronunciate sono bastate a sciogliere e rassicurare gli animi. Dal Gemelli, dove il Papa ha ricevuto la visita della presidente dell'Azione Cattolica Paola Bignardi, «si è levato un ponte che si estende all'Italia e al mondo intero», osserva il cardinale vicario Camillo Ruini, presidente della Cei, che ha assistito all'Angelus in piazza San Pietro insieme a migliaia di fedeli «I titoli dei quotidiani di questi giorni afferma Ruini - esprimono i sentimenti collettivi e la preghiera di tutti, cattolici e non, per il Papa. E la prova del grande bene die Giovanni Paolo n ha fatto e fa all'umanità intera». Il Gemelli ieri, per la terza volta, dopo il 17 maggio del 1981 e 1113 ottobre del 1996, si è tramutato in una sorta di Vaticano-bis, in una piazza San Pietro «ad interim». Una piazza gremita di gente giunta da ogni parte del mondo, che si è stretta attorno alla chiesa madre dei cattolici per sentire e vedere Giovanni Paolo E. «Evviva il Papa», è stato il leitmotiv non appena Karol Wojtyla ha salutato con un cenno della mano dalla finestra del decimo piano dove è ricoverato da martedì scorso per le conseguenze di una larmgotracheite. «Evviva il Papa», hanno di nuovo urlato in tanti dopo la b enedizione, pronunciata con un filo di voce dal Pontefice. Parole cariche di significato, seguite all'Angelus. Nel piazzale c'erapo festanti anche gli studenti del liceo cattolico carmelitano di Toledo. «Abbiamo pregato per il Papa, per la pace nel mondo e contro il terrorismo»,.precisa il sacerdote che accompagnava i chiassosi alunni che facevano bella mostra delle bandiere spagnole. «Siamo stati contentissimi di averlo visto e sentito - aggiungono gli studenti - il nostro desiderio è che possa essere presente il 21 agosto a Colonia per l'incontro mondiale della gioventù». Più preoccupate le pie donne di un gruppo di preghiera veneto die portano sul petto un'immagine della Madonna. «La voce non mi è sembrata tanto buona - lamentano certo, ha attorno i migliori medici. Speriamo lo aiutino a rimettersi presto». Più ottimista il sindaco dì Napoli Rossa Russo Jervolino, anche lei al Policlinico per vivere l'emozione di questo particolarissimo Angelus, «di fatto che si sia affacciato, con questo freddo, è un segnale positivo - commenta il pruno cittadino partenopeo - sicuramente la voce non era buona. Speriamo comunque di vederlo domenica prossima in piazza San Pietro». E il carisma di Karol Wojtyla è sembrato crescere ancora di piùproprio nel momento di sofferenza. «Non sono mai andata all'Angelus in quarant'anni - racconta Letizia Maurizi, «cattolica non praticante» di Latina, arrivata nella «dttadella sanitaria» con un mazzo di fiori in mano - stavolta ho deciso di farlo e di pregare per lui. Le poche parole die ho sentito mi bastano. Spero guarisca presto». Filo diretto, negli stessi istanti, con il cuore della cattolidtà in un «replay» di sentimenti e sensazioni espresse a caldo. Una perfetta simmetria di sguardi velati di commozione e rpsari al vento nelTemiddo beminiano. Gli stendardi enormi con lo slogan «Si alla vita» incorniciano la domenica diversa dal solito dei «fedelissimi di Giovanni Paolo E», dagli attivisti «prò life» ai ragazzi degli oratori, dai giovani francescani ai neocatecumenali che si sono fermati a pregare «in cammino verso Loreto». Sono gli «under 25» i più allegri e al termine defia benedizione si mettono a fare un maxi-girotondo con le chitarre e a cantare die il «futuro sarà diverso». Molti, quando appare Karol Wojtyla sostenuto da due segretari, si asdugano le lacrime. Ma è solo un attimo di malinconia. La parola d'ordine è «siamo sempre con te» e una frase passa di bocca in bocca a fugare ogni timore: «flPapasiriprenderàeaffronterà anche questa malattia come tutte le altre sfide. Con forza e coraggio». Il card. Camillo Ruini ieri a San Pietro

Luoghi citati: Italia, Latina, Loreto, Napoli, Toledo