Un'offensiva mediatica per far liberare Giuliana di Gabriele Polo

Un'offensiva mediatica per far liberare Giuliana FAMILIARI E AMICI MOBILITATI PER UN PRESSING SULL'OPINIONE PUBBLICA ISLAMICA Un'offensiva mediatica per far liberare Giuliana Sarà pronto oggi un filmato-presentazione di due minuti costruito in modo simile a quello diffuso per le due Simone Flavia Amabile ROMA Il sequestro di Simona Pari e Simona Torretta e la complessa macchina dì contatti e appelli organizzata all'epoca sono il punto di riferimento della strategia messa a punto da familiari e colleghi di Giuliana Sgrena, la giornalista rapita venerdì scorso a Baghdad. Da ieri sera le televisioni arabe sono inondate dì appelli e immagini elaborate a ritmo contìnuo da Pierluigi Scolari, il suo compagno, e da tutti quelli che hanno deciso di dare una mano, dal sindaco dì Roma Walter Veltroni che ha mosso la comunità islamica, all'ong «Un ponte per...» che ha fornito i suoi canali iracheni e soprattutto preziosi consigli per realizzare il video da mandare in onda oggi su al-Jazeera. Lo scorso settembre avevano impiegato una settimana per prepararlo. Stavolta si sperava dì poterlo terminare in ventiquattr'ore e dunque mandarlo in onda già ieri sera, invece si dovrà attendere questa mattina. «Abbiamo dovuto aspettare delle immagini inedite» - spiega Francesco Paterno, direttore editoriale de II Manifesto. «E poi c'è il problema della traduzione in arano dei testi». Alla fine si tratterà di un filmato di due minuti con immagini di interviste ma anche della cerimonia di conferimento dell'onoreficenza di cavaliere del lavoro da parte del presidente della RepubbUca Ciampi, inframmezzate da testi tratti dai suoi articoli e commentate da una voce narrante. Lo story-board è stato preparato da Pierluigi Scolari, compagno di Giuliana e grafico di mestiere, le immagini sono tratte da gran parte delle reti televisive italiane, mentre «La 7» si è offerta di mandarlo in onda via satellite. «Un ponte per...» ha suggerito alcuni dettagu. «Frasi brevi», si sono raccomandati, per permettere l'adattamento ma traduzione araba. E por. «Far sentire le voci degli iracheni die parlano, evitare ì proclami, raccontare il suo lavoro». L'obiettivo - e per questo che è stato necessario un po' dì tempo in più rispetto al previsto è creare un personaggio mediatico come è avvenuto per le due Simona, far entrare la foto e la vita dì Giuliana Sgrena nelle case di tutto il mondo arabo. Mentre in imo studio di registrazione romano si montavano testi e immagini, nella redazione de II Manifesto venivano preparati gli appelli e si prendevano accordi con le principali emittenti arabe. Il primo appello ad andare in onda è stato quello realizzato da II Manifesto. Al-Jazeera lo ha trasmesso alle 13,25 italiane, nel corso del notiziario, accompagnato da una grande foto della giornalista. «I colleghi di Giuliana Sgrena - ha letto un'annunciatrice hanno affermato che lei ha sempre difeso la pace e sì è opposta sempre alla guerra. I suoi artìcoli e i suoi scritti hanno denunciato la sofferenza del popolo iracheno, soprattutto delle donne e dei bambini, per l'occupazione». In serata sono andati in onda anche due appelli chiesti dalle altre tv arabe trasmesse via satellite, la tv di Abu Dhabi e al-Arabiya. Aparlare, questa volta, Pierluigi Scolari e Angela Pascucci, capo della redazione esteri de II Manifesto. Oggi un'intervista-appello sarà realizzata anche da Stefano Chiarini, l'altro giornalista del quotidiano presente a Baghdad. Dell'appello preparato da II Manifesto in realtà è stata trasmessa solo una parte, ma al quotidiano escludono che vi sia stata alcuna censura. «Probabilmente era un testo troppo lungo spiega Loris Campetti, firma storica degli esteri - il mondo arabo in questo momento ci sta aiutando e mostrando grande solidarietà con tutti i mezzi a sua disposizione». Il testo integrale avvertiva anche che: «Tenerla prigioniera e farle del male equivarrebbe a danneggiare gravemente la causa dell' Iraq agli occhi del mondo e darebbe ragione a chi sostiene la necessità dì portare la democrazia e la libertà al mondo arabomusulmano con la violenza delle armi. Il Manifesto non lo crede e non lo ha mai creduto. Il Manifesto è un giornale indipendente, pacifista per tradizione, che ha sempre criticato duramente la guerra preventiva di Bush. Perché, anche grazie agli occhi di Giuliana, ha visto e vede le sofferenze che ogni giorno vengono inflitte agli iracheni sotto occupazione, donne e bambini innanzitutto, e ha voluto sempre dame conto. Un compito difficile, nella follia delle armi che si è impossessata del mondo, ma che un esito negativo della vicenda di Giuliana renderebbe ancora più difficile. E l'Iraq resterebbe ancora più solo». L'obiettivo è far entrare le sue foto e la sua vita nelle case di tutto il mondo arabo «Tenerla prigioniera e farle del male nuocerebbe all'Iraq agli occhi del mondo» In serata sono andati in onda anche due appelli sullatvdiAbuDhabi esual-Arabiya tiMfltaj'v^ • iiS9iH& 19Bl Pierluigi Scolari, il compagno di Giuliana La manifestazione davanti al Campidoglio sabato sera Un fermo immagine dell'intervista a Fini mandata in onda da Al Jazeera Valentino Parlato e il direttore del Manifesto, Gabriele Polo