La Rice: è tempo dì ricucire con l'Europa

La Rice: è tempo dì ricucire con l'Europa L'OFFENSIVA DIPLOMATICA DEL NEO SEGRETARIO DI STATO AMERICANO La Rice: è tempo di ricucire con l'Europa Dalla Polonia un invito a superare lo «strappo» iracheno Carta Reschia Dopo gli ammonimenti ai vecchi e nuovi «stati canaglia» ora per Condoleezza Rice è il momento di mostrarsi in sintonia con il suo nome - «con dolcezza» storpiato all'americana da un padre appassionato di musica classica - e passare a un'offensiva diplomatica di sorrisi e promesse. H neo segretario di Stato ha iniziato il suo primo tour all'estero - obiettivo dichiarato «lavorare per un mondo più libero e più sicuro», oltre che preparare il terreno al presidente Bush, che seguirà nella seconda metà di febbraio - cercando di recuperare l'Europa al ruolo di alleato a tutta prova, logorato dagli scontri e dalle incomprensioni sulla vicenda irachena. Intanto un primo segnale rassicurante sul fatto che non si ripeterà a breve un altro «casus belli» nel vicino Oriente. L'Iran resta sulla lista nera degli Usa ma, ha chiarito la Rice sfumando i toni apocalittici usati da Bush nel suo discorso sull'Unione, «l'opzione militare contro Teheran non è in agenda in questo momento. Abbiamo molti strumenti diplomatici a disposizione e intendiamo perseguirli fino in fondo». Ma soprattutto via a una politica nuova, basata su quello che finora era proprio sembrato mancare, un confronto tra pari. Fra Europa e Stati Uniti ci vuole «più dialogo e meno monologo, perché condividono gli stessi valori anche se qualche volta vedono le cose in modo diverso», ha detto Condi arrivando in Polonia. E subito dopo l'incon¬ tro con il ministro degli Esteri, Adam Rotfeld, ha ribadito: «Credo che dall'Europa ci arrivi il desiderio di passare al capitolo successivo della nostra grande alleanza. Invece di parlare dei rapporti reciproci dobbiamo cominciare a svilupparli»». Facile, peraltro, sentire questo clima amichevole in Polonia, fedelissima degli Usa in Iraq dove ha subito mandato e continua a tenere le proprie truppe, malgrado la perdita di 16 soldati negli attentati. Una condotta assai lodata dell'inviata del governo americano - «gli sforzi per la democrazia e la libertà» nel Paese mediorientale «sono stati molto apprezzati e hanno rappresentato un grande contributo» che ha ricordato come gli Stati Uniti abbiano sempre guardato con favore all'allargamento dell'Unione europea, glissando invece sul recente annuncio di una riduzione, da 2.500 a 1.700 uomini, del contingente polacco impegnato sul fronte iracheno. Terreno comune su cui costruire e rinnovare l'alleanza fra Usa e Europa sono, secondo Condoleezza, «la cooperazione per la pace in Medio Oriente, il sostegno alla democrazia in Iraq e Afghanistan, così come in Georgia e Ucraina». E, a questo proposito, da Varsavia ha anche lanciato un avvertimento all'«amica» Russia, auspicando un maggior impegno di Mosca nel rispetto «degli elementi di base della democrazia». Queste «fondamenta» ha aggiunto «renderanno possibile un approfondimento dei rapporti con le democrazie europee e con gli Stati Uniti». Ad Ankara, subito dopo, è tornata ai sorrisi per rassicurare una Turchia che osserva con crescente inquietudine l'emancipazione curda nel Nord dell'Iraq: Gli Stati Uniti - ha assicurato al premier Erdogan - «sono pienamente coscienti delle inquietudini dei turchi riguardo all'evoluzione della situazione. Noi siamo fermamente impegnati in favore di un Iraq unitario, di un Iraq nel quale tutte le parti, tutti i gruppi etnici, tutti i gruppi religiosi, tutte le minoranze saranno rappresentate nel nuovo governo». Una prima reazione a questi segnali distensivi forse si potranno già vedere nei prossimi incontri, oggi in Israele e Cisgiordania e poi di nuovo in Europa per le soste in Italia, Francia, Belgio e Lussemburgo.

Persone citate: Adam Rotfeld, Bush, Condoleezza Rice, Erdogan, Reschia, Rice