Gli 007: potrebbero essere criminali comuni di Francesco Grignetti

Gli 007: potrebbero essere criminali comuni VERTICE TRA IL PM FRANCO (ONTA, LA DIGOS E I ROS Gli 007: potrebbero essere criminali comuni Sospetti sull'autista iracheno interrogato e trattenuto dalla polizia Francesco Grignetti ROMA Il giorno dopo il rapimento di Giuliana Sgrena è il momento delle analisi, delle supposizioni, degli scenari. Gli analisti d'intelligence stanno lavorando in queste ore sui pochi dati di fatto che si conoscono del sequestro. E sta maturando un idea: il rapimento dell'inviata del manifesto potrebbe essere nato ali impronta, non E receduto da un piano articoito, né però essere del tutto casuale. In altre parole, si pensa all'azione di criminali comuni. All'opera di ima banda di predoni di strada, di quelli che mettono a segno i rapimenti-lampo che affliggono la popolazione irachena da mesi. E una giornalista occidentale, ovviamente, è una preda ambita. Sono diversi gli elementi che portano a'propendere per l'ipotesi della malavita comune, che guarda caso era quella che il ministro dell'Interno, Beppe Pisanu, a caldo l'altra sera aveva esorcizzato con un sonante «se fosse un'estorsione, la faccenda potrebbe essere più complicata». Un sequestro a scopo di estorsione è appunto il fantasma che s'è materializzato nelle stanze del governo. Anche nei colloqui dì ieri sera alla presenza di Gianni Letta e Gianfranco Fini. Intanto per la principale anomalia saltata agli occhi di tutti: le quattro ore che la giornalista italiana ha trascorso nella moschea che accoghe i rifugiati di Falluja. Tante, troppe ore. In quattro ore c'è stato tutto il tempo di organizzare il sequestro. Diverso sarebbe stato il discorso se si fosse trattato di un'imboscata. In quel caso si fa notare in ambienti d'intelligence - si sarebbe pensato decisamente a un gruppo più organizzato, con informatori, vedette, gruppo di fuoco. E inevitabilmente, in presenza di una banda strutturata, sarebbe entrata in gioco la politica. Date le caratteristiche del rapimento, invece, è più facile pensare a qualche criminale comune in combutta con gente che sta tra gli sfollati (oppure all'autista della Sgrena, che ieri è stato tenuto sotto torchio per ore e poi trattenuto dalla polizia locale) : sarebbe bastata una telefo- nata d'avvertimento e il gioco era fatto. Secondo elemento all'attenzione di chi indaga, la particolare umanità che si trova sfollata in quella moschea. Gente costretta a scappare da una città ridotta in macerie, incattivita con gli occidentali, ridotta sul lastrico, con molti ex saddamisti che si stanno riciclando nella criminalità. Un particolare che rimbalza da Baghdad: una decina di giorni fa, davanti a quella moschea, pure Bernardo Valli, l'inviato speciale di .Repubblica, grazie alle antenne della sua interprete, ha annusato l'aria e si è affrettato a correre via. Terzo, le telefonate mute sul satellitare di Barbara Schiavoni, la collega e amica con cui Giuliana divideva la stanza a Baghdad. Passi la chiamata del giorno prima, che le ha permesso di ascoltare le varie fasi del sequestro e dare immediatamente l'allarme: denota una particolare imperizia dei rapitori. Ma la seconda telefonata, quella no. Dice uno che queste cose le conosce bene: «Gli insorti iracheni, e tanto più i terroristi, sono ossessionati dallo spionaggio americano. Vedono intercettazioni dappertutto. Addirittura temono gli orologi, che pensano possano nascondere chissà quale diavoleria tecnologica. Figurarsi un telefono satellitare». n fatto che l'apparecchio della Sgrena ieri mattina sia stato acceso, e che sia stato addirittura utilizzato per chiamare il numero rimasto in memoria, al contrario, nega ogni cautela. E porta cosi altri elementi allo scenario di ima banda di malviventi. Forse si suppone - è il tentativo di avviare una trattativa. Di sicuro denota la mano di uno sprovveduto. Potrebbero essere banditi, dunque. Il che, però, come già detto dal ministro Pisanu, non significa automaticamente che la vicenda sia facile, perché è sempre forte il timore che questi banditi rivendano l'ostaggio a qualche altro gruppo. Ipotesi peggiore di tutte sarebbe se la rivendessero ai terroristi vicini ad Al Qaeda. Conforta invece la convinzione che i rapitori siano dell'area sunnita: sono molti gli interlocutori del nostro governo in quel mondo. Sia il Sismi che la Croce Rossa (anche Scelli è entrato in partita) hanno buone entrature. I servizi segreti amici, pure. Non ci si nasconde che in ima trattativa, alla luce delle alchimie della politica irachena, i sunniti hanno tutto l'interesse a rientrare in gioco. Rimane sullo sfondo la rivendicazione via Internet, giudicata poco attendibile. Ne hanno parlato ieri con il pm Franco Tonta gli specialisti di Digos e Ros. La principale anomalia rilevata dai Servizi , sonole quattro ore che la reporter ha trascorso all'interno della moschea Troppe, secondo molti osservatori Ci sarebbe stato tutto il tempo per organizzare un rapimento Un' auto che la polizia irachena ritiene sia stata usata nel sequestro di Giuliana Sgrena, probabilmente per tamponare la sua automobile

Luoghi citati: Baghdad, Falluja, Roma