IO, CONTRARIA AL VELO di Giuliana Sgrena

IO, CONTRARIA AL VELO IO, CONTRARIA AL VELO Giuliana Sgrena PERCHÉ tante donne algerine si sarebbero fatte uccidere pur di non piegarsi al diktat dei fondamentalisti islamici che voleva imporre loro il velo? Vorrei rivolgere questa domanda a chi ha scritto - oltre che (di velo assume valenze diverse», e questo è vero - anche che è un «inaccettabile elemento di segregazione e violenza, ma che in alcuni casi esso diventa simbolo della volontà femminile di identità e riscatto». Pur non dimenticando, come diceva la femminista algerina Khalida Messaoudi, che comunque sotto il velo c'è una donna, se il velo ha un valore simbolico sicuramente non è quello del riscatto delle donne. Anche chi aveva creduto a un valore rivoluzionario del chador, come molte donne iraniane al tempo della rivoluzione islamica, ha dovuto ricredersi e Iha pagato duramente. D'altra parte, se fosse un simbolo del riscatto delle donne perché dovrebbero essere i maschi a imporlo? Anche sulla questione dell'identità il valore del velo non è sempre così evidente. Per rimanere ancora al caso algerino le donne che si sono battute contro il velo erano proprio quelle che hanno fatto la guerra di liberazione contro il colonialismo e che sono cresciute con i valori dell'indipendenza. Caso mài, erano le più giovani che, in crisi di valori, frustrate dall'impossibilità di raggiungere un livello di vita occidentale, si convincevano a portare il chador, perché di chador si trattava e non del velo tradizionale algerino. E anche se di tradizione si trattasse, non può essere considerata come fossilizzata, altrimenti anche noi come minimo dovremmo portare il fazzoletto in testa come le nostre nonne. [...] Peraltro i movimenti islamisti che vogliono distruggere anche quelle poche conquiste fatte dalle donne nei Paesi musulmani parlano di reislamizzazione contro la permissività di un Islam tollerante. Non si tratta né di religione in senso stretto né di tradizione, ma di un movimento politico che si fa scudo della religione per imporre una teocrazia, un califfato dove vige l'intolleranza verso il diverso, verso la differenza anche, e soprattutto, di genere. Il velo assume quindi un valore simbolico perché deve cancellare questa differenza, relegando la donna alla sfera privata. Il velo sancisce la separazione tra il pubblico e il privato, tra l'esterno e lintemo, l'esclusione della donna, simbolizza la segregazione dei sessi, che può spingersi agli estremi con il burqa imposto dai taleban, ma che risponde comunque sempre allo stesso principio. [...]Per questo, altrettanto simbolicamente, il rifiuto del velo assume un carattere emancipatorio, di progresso e modernizzazione. Una modernizzazione della società che passa attraverso la secolarizzazione. Testo tratto da un articolo apparso nel sito www.giovaniemisslone.it

Persone citate: Khalida Messaoudi