«Via quell'islamico», ma il giudice blocca Pisanu

«Via quell'islamico», ma il giudice blocca Pisanu RIESPLODE LO SCONTRO SUL CASO DEL MAGREBINO IMPUTATO DI TERRORISMO INTERNAZIONALE «Via quell'islamico», ma il giudice blocca Pisanu .a Forleo: deve prima affrontare altri processi Brunella Giovara MILANO In una gara contro il tempo, il ministero dell'Interno ordina l'espulsione di Mohamed Daki cittadino marocchino coinvolto neUe inchieste sul terrorismo islamico - giusto mentre la procura e il tribunale di Milano decidono di non concedere il nulla osta al provvedimento. Un braccio dì ferro tra istituzioni, non ancora concluso. Per il ministro Pìsanu Daki deve tornare in Marocco perché pericoloso «per l'ordine pubblico e la sicurezza deUo Stato». La magistratura milanese si oppone perché Daki è stato giudicato solo in primo grado, la sentenza che lo riguarda non è cioè definitiva. E la legge Bossi-Fini vieta l'espulsione per chi è sotto processo per terrorismo. Nel frattempo l'oggetto del contendere resta nel centro di prima accoghenza di via Gorelli, a Milano. Oggi il giudice di pace Adriana Cassone (competente dal punto di vista amministrativo) terrà un'udienza per decìdere se Daki deve restare in vìa Gorelli o meno (è privo di permesso di soggiorno, cioè un clandestino), ma lo stesso difensore del marocchino, avvocato Vainer Burani, teme di non trovàrlòpiunella struttura milanese: «Quando arriverò in via Gorelli, potrebbero averlo già caricato su un aereo con destinazione Marocco, in piena violazione dei suoi diritti». Sempre oggi la procura valuterà se dare o meno il suo nulla osta all'espulsione decretata nel pomerìggio dal ministro Pisanu. E' probabile che lo neghi: in questo caso Daki tornerà in libertà (né il giudice di pace avrebbe motivo di trattenerlo oltre), e potrà stare in Itaha in attesa del processo d'appello. Daki era stato condannato a un anno e dieci mesi di reclusione il 24 maggio scorso dal gup Clementina Forleo, per falsificazione di documenti e favoreggiamento deU'immigrazione clandestina. Ma l'uomo è stato invece assolto dall'accusa di terrorismo intemazionale, e quindi, avendo scontato l'intera pena per le accuse minori (era infatti stato arrestato il 4 aprile del 2003), in teorìa avrebbe potuto tornare in libertà ieri. Ieri mattina però Daki ha sì lasciato il carcere Bassone di Como, ma è stato prontamente caricato su un'auto della pohzia, e trasferito a sirene spiegate in questura, a Milano. Da qui è stato portato in via Gorelli, mentre a Boma e a Milano il suo fascicolo si trasformava via via in un caso giudiziario senza precedenti, con il ministro Pisanu che studiava la situazione con i suoi esperti, decidendo infine per l'immediata estradizione. L'avvocato Burani: «Quella del ministero dell'Interno è una forzatura, che grida vendetta. In Marocco Daki rischia la condanna a morte, e questo la Costituzione italiana lo vieta». E mentre il legale pensa anche a chiedere per il suo chente l'asilo pohtico in Itaha, o in un altro Paese europeo, ecco arrivare dal Viminale la notizia del decreto di espulsione. Quasi in contemporanea si apprende che il gup di Milano Clementina Forleo non ha concesso il nulla osta all'espulsione, accoghendo così il parere del procuratore aggiunto Armando Spataro. Motivo: nei confronti del marocchino è ancora aperto un procedimento penale per terrorismo intemazionale. L'uomo è stato assolto in primo grado (dallo stesso giudice, la Forleo), ma dovrà- affrontare gh altri gradi di giudizio. Quando il giudice depositerà le motivazioni della sentenza del 24 gennaio scorso, la procura si appeherà. Quindi, tutto fermo: Daki deve restare in Itaha. E allora: da una parte questa mattina in via Gorelli si terrà l'udienza di convalida di una richiesta avanzata dal questore di Milano per il trattenimento di Mohammed Daki nello stesso centro. Il fascicolo che il gìudir ce di pace Cassone dovrà esaminare contiene un'ordinanza di espulsione amministrativa firmata dal prefetto di Como e una richiesta di trattenimento del questore di Milano. Ma d'altra parte stamane la stessa questura di Milano inoltrerà alla procura la richiesta di nulla osta all'espulsione di Mohammed Daki, ai sensi del comma 1 dell'articolo 13 della legge Bossi-Fini, per «motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato». Si tratta in sostanza della disposizione data dal ministro dell'Interno Pisanu. Il procuratore aggiunto Armando Spataro valuterà la richiesta per dare il suo parere, e invierà l'incartamento al gup Clementina Forleo, alla quale spetta la decisione. Il legale del marocchino «E' una forzatura che grida vendetta Se il mio assistito toma nel suo Paese rischia la pena di morte» Il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu