L'ULTIMA CENA DELLE ANORESSICHE di Gianluca Nicoletti
L'ULTIMA CENA DELLE ANORESSICHE MANIFESTO CENSURATO L'ULTIMA CENA DELLE ANORESSICHE Gianluca Nicoletti UN tavolo d'acciaio lucido da obitorio, sopra solo un accenno di cibo: tre mele due panini minuscoli, forse una sardina bollita come unica pietanza che dovrebbero dividersi dodici spettri di fanciulle. Le belle pallide e scarmigliate ad arte sono acchittate come si deve, ma esangui e denutrite secondo l'estetica cadaverica dei manichini «mani per abiti da sfilare. Solo un uomo, di spalle tra le vampiresse, che si lascia abbracciare da una di loro; ha il torso nudo e levigato, le chiappotte ben nutrite sono trattenute da mutande a fiorami che fuoriescono, come prassi impone, di ben due palmi dai jeans a vita bassa. Insomma una paradossale cena tra anoressiche con un boy che potrebbe essere, a seconda dei casi, un accompagnatore, un truccatore, un confidente, un pusher. Diorama spietato, ma oltremodo realistico degli aspetti tragici che sappiamo celarsi sotto il dorato mondo della moda. Rappresentazione pittorica con (cvanitas», simbolica raffigurazione della caducità delle umane ambizioni, «memento mori» da affiggere a monito di ogni aspirante velina o fotomodella in erba, un avvertimento perché interrompa il digiuno pernicioso che le viene spacciato come unico viatico al successo. Sarebbe da fame copie e distribuirle nelle scuole, invece l'opera di cui parliamo, un cartellone pubblicitario realizzato dall'agenzia Air per il marchio francese di moda Marithé e Frangois Girbaud, è stata bloccata da un parere negativo dell'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, di conseguenza la sua affissione è stata vietata dal Comune di Milano. Chi ha pensato la pubblicità naturalmente aveva preventivato che il suo successo sarebbe stato determinato dall'essere censurata e con tale fine ha ricostruito 1'«Ultima Cena» di Leonardo sostituendo Gesù e gli apostoli con altrettante modelle, solo San Giovanni, che nell'affresco di Santa Maria delle Grazie ha fattezze quasi femminee, specularmente è interpretato dal giovane epilatissimo di cui dicevamo. L'Authority ha addotto come motivazione del suo veto la possibile offesa alle convinzioni religiose di chi, in quell'opera d'arte, vede sintetizzati elementi simbolici essenziali nella concezione del «sacro» propria della Cristianità. Il Comune di Milano avrà preferito non accendere una querelle simile a quella che nei primi Anni 70 fece la fortuna dei jeans Jesus, o semplicemente non avrà voluto affrontare le ire bigotte delle zelatrici sempre pronte a scandalizzarsi. Naturalmente tutto ciò che è censurato accende culti irrefrenabili, così il triste banchetto delle dodici bimbe inappetenti e del furbacchione in mutande, che pare ingrassarsi alle loro spalle, sarà il nuovo santino a cui raccomandarsi prima di salire in passerella.
Luoghi citati: Comune Di Milano
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