GLI ETERNI COLONNELLI DS di Riccardo Barenghi

GLI ETERNI COLONNELLI DS GLI ETERNI COLONNELLI DS Riccardo Barenghi E ALLA STAARRIVA LAUn velenocorsivo quotidianA PAGINA 3 IL primo paradosso del congresso che i Democratici di sinistra aprono oggi a Roma si chiama Fassino, nel senso del suo progetto politico e del suo stesso trionfo come segretario (quasi l'SO per cento dei voti). Fassino stravince la battaglia congressuale (semmai c'è stata, l'opposizione ormai è piuttosto indebolita rispetto a tre anni fa) giocando tutte le sue carte sul progetto di unire i riformisti del centrosinistra. Ieri e domani (elezioni europee e regionali) nella Usta Uniti per l'Ulivo, dopodomani nella cosiddetta Fed, più avanti in un nuovo partito che dovrebbe nascere dalla fusione tra Ds, Margherita, socialisti, repubblicani e quant'altro. Il paradosso sta nel fatto che quel progetto al momento non appare realistico, anzi decisamente non appare. Il trionfo di Fassino rischia di essere così un trionfo di Pirro. Se invece il progetto dovesse andare avanti e addirittura concretizzarsi, ci troveremmo immersi nel secondo paradosso di questo partito. E cioè che si tratterebbe del terzo o quarto cambiamento di nome degli ultimi quindici anni. Erano il Pei, sono diventati il Pds, per qualche tempo si sono chiamati addirittura Cosa 2 in attesa di nuovo battesimo, quindi Ds, in futuro non si sa. Non è una questione di nomi, ovviamente, bensì di quel che il nome significa. Se uno si autocostringe a cambiarlo continuamente forse non sa bene chi è e soprattutto chi vorrebbe essere. Forse, chissà, sarebbe stato più semplice, una volta seppellito il Pei, assumere con determi¬ BERLUSCOA OSCURAContro-cadei Cavalienel weekeFabrizio Rondoii AMPA JENA oso o nazione i connotati di un moderno partito socialdemocratico o socialista, si^l modello di Tony Blair se lo si giudicava quello giusto, o magari anticipando quello di Zapatero. In ogni caso sarebbe stata una forza politica riconoscibile, con un nome, un indirizzo, una data di nascita e qualche segno particolare. Oggi invece nonostante sia il primo partito italiano e abbia una storia alle spalle di tutto rispetto, che infatti gli italiani rispettano e votano pure, è ' ancora in cerca della sua araba fenice. Il terzo e ultimo paradosso è la conseguenza dei primi due e contemporaneamente la causa. Chiamiamola sindrome dei figli di un dio minore (lo disse D'Alema qualche anno fa). Erano i ragazzi di Berlinguer, con Natta sono stati promossi a colonnelli, con Occhetto sono diventati i dirigenti del partito, senza Occhetto ancora più dirigenti. Ma sempre colonnelli sono rimasti, oggi addirittura di un generale che nel loro partito non ha mai abitato, Romano Prodi. Eppure, alcuni di loro avrebbero tutte le caratteristiche, le capacità politiche, il consenso popolare, l'immagine pubblica per dirigere l'orchestra. D'Alema ci ha provato, ma la sua avventura è nata male e finita peggio; Fassino vorrebbe tanto ma sa che non può; Veltroni sarebbe l'uomo giusto al posto giusto. Ma quel posto è occupato e non sarà certo lui a liberarlo con la forza. Né lo libererà il congresso di questi giorni. Dal quale uscirà un partito che avrà mille dubbi ma una certezza, paradosso dei paradossi, essere il partito di Prodi. NI PROVA RE FASSINO mpagna tv re nd diessino o A PAGINA 9 E ALLA STAMPA ARRIVA LA JENA Un velenoso corsivo quotidiano A PAGINA 3 BERLUSCONI PROVA A OSCURARE FASSINO Contro-campagna tv dei Cavaliere nel weekend diessino Fabrizio Rondoiino A PAGINA 9

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