«Gli embrioni congelati bastano per 500 anni» di Giacomo Galeazzi

«Gli embrioni congelati bastano per 500 anni» «Gli embrioni congelati bastano per 500 anni» Giacomo Galeazzi ROMA Fecondazione: la mobilitazione dei giuristi per una nuova legge e le ultime frontiere della sperimentazione con gh scienziati che lanciano un appello a utilizzare per la ricerca gh embrioni in sovrannumero ottenuti negh interventi di fecondazione assistita e abbandonati dalle coppie che li hanno generati. «Considerata la rilevanza costituzionale dei valori posti in gioco dalle tecniche di riproduzione assistita, serve una norma die non sia solo un "pro-forma"», invocano i giuristi Augusto Barbera, Aldo Loiodice e Franco Modugno al convegno sulla procreazione assistita organizzato all'Accademia dei lincei dall'Istituto per la documentazione e gh studi legislativi (Isle). Un «forum» misto scienziati-giuristi mirato a portare il dibattito sulla legge 40 al livello accademico, scientifico e interculturale grazie alla presenza di accademici di fede cattohea, ebraica, musulmana e di impostazione laica. Significativa, in apertura dei lavori, la citazione latina-leitmotiv: «Non dubitiamo che il pretore debba venire in aiuto del concepito: egli è infatti favorito perché venga alla luce, affinché sia introdotto nella famiglia. Questo concepito si deve alimentare perché nasce non solo per il genitore, cui si dice di appartenere, ma anche per la "res publica"». A reclamare una disciplina della materia anche sul piano costituzionale è anche Riccardo Chiappa, presidente emerito della Consulta: «A punto di partenza deve essere il rispetto dei diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia neUe formazioni sociah, tra cui, in primo luogo, la famiglia come società naturale, compreso il nascituro, in quanto c'è continuità naturale fra il concepimento e l'evento procreativo-generazionale». Intanto la scienza progredisce senza sosta creando nuovi dilemmi. È previsto per il 2006 in Italia il primo intervento sull'uomo basato sull'uso di cellule staminali prelevate dieci anni fa da feti naturalmente abortiti per curare due gravi malattie neurodegenerative. E arriva così, in piena campagna referendaria, un annuncio importante: l'Italia è in «noia position» nella corsa intemazionalo alla sperimentazione basata sulle cellule fetali per la cura di patologie del cervello. «Altri due studi sull'uomo - afferma Angelo Vescovi, 0 co-direttóre dell'istituto per la ricerca sulle cellule staminali del San Raffaele di Milano - sono al nastro di partenza negh Stati Uniti e in Gran Bretagna. Abbiamo utilizzato la metà delle cellule prelevate. Le cinque fiale che oggi ci restano permetteranno di ottenere ancora centinaia di migliaia di cellule nervose». In preparazione nei laboratori delle università di Milano e Pavia c'è anche una macchina del tempo cellulare capace di riportare una cellula adulta indietro nello sviluppo, fino a farla tornare ad essere immatura e indifferenziata come era nella fase embrionale. L'obiettivo è arrivare ad ottenere cellule staminali embrio nali senza passare per l'embrione. «Tutto ha origine dalla nascita della pecora Dolly perché quell'esperimento ha dimostrato che una cellula adulta può essere de-programmata precisano i ricercatori -. Si tratta di ricreare attorno ad una cellula adulta un ambiente il più possibile simile a quello presente nell'ovocita». L'idea di ottenere cellule staminali embrionah senza passare per l'embrione risale ai tempi della commissione Dulbecco, istituita nel 2000 dall' ex ministro della Sanità Umberto Veronesi. La tecnica indicata allora dalla commissione, chiamata Trasferimento nucleare di cellule staminali autologhe (Tnsa), consisteva nel privare del nucleo un ovocita umano non fecondato e nel trasferire al suo interno il nucleo prelevato da cellule somatiche del paziente in modo che nell'ovocita si sviluppassero cellule staminali con un patrimonio genetico identico a quello del paziente che le ha donate. La nuova strada ora intrapresa prevede la realizzazione in lalx)ratorio deh'ambiente che si trova alTintemo dell'ovocita. Sugli aspetti etici, poi, non sempre scienza e religione collidono. «Attualmente l'uso terapeutico delle cellule staminali embrionah è meno avanzato rispetto alle ricerche basate sulle staminali prelevate dai tessuti adulti - ammette Vescovi -. Avere a disposizione le cellule staminali prelevate dagh embrioni abbandonati consentirebbe ai laboratori di poter fare ricerca per i prossimi 500 anni. Quindi non ci sarebbe alcun bisogno di produire altri embrioni». Però, prima di prendere una decisione in questo senso, «si dovrà essere sicuri che di embrioni sovrannumerari non se ne producano più».

Persone citate: Aldo Loiodice, Angelo Vescovi, Augusto Barbera, Dulbecco, Modugno, Riccardo Chiappa, Umberto Veronesi, Vescovi

Luoghi citati: Gran Bretagna, Italia, Milano, Pavia, Roma, San Raffaele, Stati Uniti