Hanno coperto la fuga del boss di Lirio Abbate

Hanno coperto la fuga del boss GIÀ OTTO ANNI FA SI CONOSCEVANO I SEGRETI DELLA LATITANZA Hanno coperto la fuga del boss Insabbiate le rivelazioni di un pentito su Provenzano Lirio Abbate corrispondente da PALERMO Conoscevano «in tempo reale» i nomi dei mafiosi che gestivano la latitanza del boss corleonesBernardo Provenzano. Ma nessuna indagine venne avviata. La quarantennale latitanza del capomafia poteva essere interrotta già otto anni fa, seguendo le indicazioni che il collaboratore di giustizia Angelo Siino aveva dato ad un ufficiale dei carabinieri, il tenente colonnello Giovanni Carlo Meli. Nessuno allora fece nulla. Il mafioso spifferava all'ufficiale dell'Arma, che comandava il Gruppo di Monreale, segreti e retroscena di Cosa nostra. Tutti i colloqui sono stati registrati da Meli, anche quello del 24 giugno 1997 in cui Siino indica chiara: mente, con nomi e cognomi, i due gregari che in quel momento gestivano la latitanza di Provenzano. Era una informazione data in tempo reale. Si trattava di Nino Episcopo e Angelo Tolentino, due mafiosi di un paesino del Palermitano, entrambi arrestati nella notte di lunedì scorso da pohzia e carabinieri nell'ambito dell'operazione coordinata dalla Dda di Palermo. Insomma, Siino nel 1997 forniva chiaramente i dati delle due persone che dovevano essere controllate per arrivare ad arrestare il vecchio capomafia. Ma nulle venne fatto. Non solo, il pentito spiegava anche i luoghi in cui avvenivano gli incontri segreti fra il latitante e i suoi gregari, che si svolgevano in cantieri edili e casette in provincia di Palermo, tanto che Siino si offriva pure di portarci di persona gh investigatori per indicare meglio i posti e i luoghi da controllare. Ma di tutto ciò per anni in procura non si è avuta traccia nell'ambito dell'indagine sulla ricerca di Provenzano che è coordinata dai pm della Dda Michele Prestipino e Marzia Sabella. Angelo Siino è un uomo d'onore che per molti anni gestì gh appalti pubblici per conto di Totò Riina, tanto da essere definito «il ministro dei lavori pub- bhci» di Cosa nostra. La sua collaborazione con la giustizia è iniziata nel '97 e da allora ha testimoniato in centinaia di processi di mafia. In seguito alle informazioni fomite su Provenzano nulla, per anni, sarebbe stato fatto, e il particolare sarebbe stato taciuto agli inquirenti. Le informazioni di Siino sarebbero rimaste in un cassetto, e nessuno alla Dda di Palermo sarebbe stato informato delle indicazioni che avrebbero portato forse all'arresto del capo di Cosa nostra, interrompendo così la sua lunga latitanza. I particolari di questa «mancata» indagine emergono dall'inchiesta che lunedì scorso ha portato in tutta la Sicilia al fermo e poi all'arresto di 50 persone, accusate di essere i gregari e i postini di Provezano. Emerge così che nel 1997 Angelo Siino aveva avviato rapporti confidenziah con il tenente colonnello Meli, e durante i colloqui, registrati e documen- tati in 11 microcassette depositate in seguito dall'ufficiale dell'Arma alla procura di Caltanissetta, il pentito avrebbe rivelato i nomi deUe persone che gestivano la latitanza dello «zio Binu». I pm di Palermo hanno scoperto dell'esistenza di questa informazione solo poco tempo fa. Quando ormai era già troppo tardi. La polizia ha poi avuto modo di riscontrare h fatto che Tolentino e Episcopo avevano avuto la gestione della latitanza del capomafia grazie alle intercettazioni effettuate lo scorso anno nelle quali i due gregari ricordavano alcuni episodi in cui avevano rischiato di essere arrestati e con loro anche lo «zio»: uno in particolare riguardava il giorno in cui Tolentino aveva in macchina Provenzano e lungo la strada c'era un posto di blocco che però riuschono a evitare. A far puntare le indagini su Episcopo e Tolentino, confermando il loro ruolo nella latitanza della vecchia «primula rossa» è stato anche il pentito Nino Giuffrè che nel giugno 2002, poco tempo dopo l'avvio della sua collaborazione, ha fatto i nomi dei due uomini d'onore di Ciminna. Le informazioni sui fiancheggiatori arrestati lunedì scorso non furono mai trasmesse ai magistrati Bernardo Provenzano

Luoghi citati: Caltanissetta, Ciminna, Palermo, Sicilia, Tolentino