«È la Magna Charta del terrorismo»

«È la Magna Charta del terrorismo» DERSHOWITZ: QUELLA SENTENZA STRAVOLGE IL DIRITTO INTERNAZIONALE, LO USA PER SOSTENERE I KILLER «È la Magna Charta del terrorismo» intervista Maurizio Molinarì corrispondente da NEW YORK SI tratta di ima decisione vergognosa». E' lapidario il giudizio di Alan Dershowitz, il giurista di Harvard paladino della battaglia per i diritti civili, di fronte alla sentenza emessa dal giudice di Milano Clementina Forleo nei confronti di cinque militanti islamici. Prima di rispondere alle domande dal suo ufficio di Boston, Dershowitz ha chiesto tempo per studiare la documentazione disponibile su un caso che lo ha colpito. Perché dice «vergognosa»? «Perché mina alla basala guerra contro il terrorismo. Ogni gruppo di terroristi può affermare di far parte di ima guerriglia. H principio affermato nella sentenza di Milano impedisce di perseguire i terroristi. Coloro che fanno saltare in aria delle autobombe in Iraq sono dei terroristi». Ma il giudice Forleo afferma che punire atti di guerriglia in tempo di guerra porterebbe a contravvenire alla vigente legge intemazionale... «E' ima tesi del tutto errata. La legge intemazionale protegge i legittimi combattenti, ovvero coloro che combattono rispettando le leggi di guerra, mentre non protegge chi colpisce intenzional¬ mente i civili. Il giudice ha stravolto il diritto intemazionale, lo ha usato per sostenere i terroristi contro i civili e questo è l'esatto contrario dell'intento del diritto intemazionale». Quale è la differenza fra resistenza e terrorismo? «La stessa che passa fra una bicicletta ed il latte. Resistenza e teirorismo non sono paragonabili. Si ha diritto a resistere ma non con il terrorismo. La resistenza è legittima, lo fu quella di Martin Luther King negli Stati Uniti, di Nelson Mandela in Sud Africa e del Mahatma Gandhi in India. Ma non si possono introdurre atti come gli attentati suicidi che uccidono gli elettori sulla via dei seggi. Non è un metodo legittimo di resistenza». Come spiega che un giudice abbia dato ima simile lettura del diritto intemazionale? «Ci sono molte spiegazioni possibili, dalla stupidità alla malafede. Ma non c'è alcuna spiegazione giusta». Condivide la decisione adottata dal ministero della Giustizia di aprire un'indagine sulla sentenza di Milano? «Non credo che la risposta giusta sia mettere un giudice sotto inchiesta. L'intervento del governo su un giudice non è un metodo che condivido. Serve piuttosto far sì che la legge in futuro non consenta più Uripe- tersi di simili sentenze. La legge deve essere chiara nel negare ai terroristi la possibilità di celarsi sotto le vesti di guerriglieri. Ciò è necessario perché l'argomento del giudice Forleo potrebbe teoricamente portare ad assolvere anche Osama bin Laden per l'attacco alle Torri Gemelle a New York in quanto Al Qaeda afferma sulla carta di battersi contro l'occupazione della Penisola arabica da parte degli americani. La sentenza di Milano apre la strada, è il via libera per i terroristi. E' la Magna Charta del terrorismo». In realtà in Europa le tesi del giudice circolano, c'è anche chi afferma che biso¬ gnerebbe negoziare con BinLaden... «In tutto il mondo vi sono intellettuali guidati da persone come Noam Chomsky secondo cui il diritto morale dei terroristi è uguale a quello delle democrazie. Si tratta di tesi comuni all'estrema sinistra, negli Stati Uniti come in parti di Europa, ed a chi ha scelto di stare dalla parte dei terroristi». . Non crede che alla base del problema ci sia la difficoltà che continua ad incontrare la giustizia in numerosi Paesi nell'occuparsi del terrorismo? «Certo. La giustizia, a mio parere, non ha neanche iniziato ad affrontare il terrorismo. Le leggi intemazionali di cui disponiamo oggi sono inadeguate, sono del tutto anacronistiche, risalgono a oltre cinquanta «Tini fa quando costituirono una reazione alla prima ed alla seconda guerra mondiale. Le democrazie del mondo, ovvero ipoco più di quaranta o cinquanta Paesi che hanno uno Stato di diritto, hanno un bisogno imperativo di sedersi attorno ad un tavolo e di creare nuove norme per bilanciare la guerra al terrore con il rispetto delle libertà civili più elementari, dei diritti umani. Finora nulla di questo è avvenuto. Ci mancano ancora le leggi per affrontare la nuova epoca iniziata con l'attacco dell'I 1 settembre 2001». Alan Dershowitz