Islamici assolti, il governo contrattacca di Guido Ruotolo

Islamici assolti, il governo contrattacca ANCORA POLEMICHE DOPO IL VERDETTO DI MILANO SUI «GUERRIGLIERI» IRACHENI. ALLO STUDIO ANCHE UNA NUOVA LEGGE Islamici assolti, il governo contrattacca «Non giudichi più un so o magistrato ma a Corte d'Assise» Guido Ruotolo ROMA La sentenza milanese continua a far discutere. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ufficialmente è rimasto in silenzio ma parlando con ì suoi collaboratori è stato durissimo: «Una vergogna, l'esempio lampante dello stato della magistratura in Italia». Secco il giudizio del Commissario Uè alla Giustizia, libertà e sicurezza. Franco Frattini: «Una sentenza giuridicamente sbagliata perché contraria alla decisionequadro presa dall'Unione europea nel 2002 sul terrorismo». Ieri il giudice Clementina Forleo si è limitata a dire: «Non ho nulla da temere nel caso dove.sse essere avviata un'ispezione del ministero, ho fiducia nel lavoro degli ispettori». Ora, dopp le polemiche, governo e maggioranza stanno valutando contromisure legislative per impedire che si possano ripetere sentenze come quella di Milano. L'ipotesi che circola è quella spiegata dal sottosegretario alla Giustizia, Luigi Vitali: «La commissione Giustizia della Camera ha licenziato un testo, che dev'essere posto in calendario per l'aula, che modifica la competenza fun¬ zionale per quanto riguarda i giudizi abbreviati. A giudicare non sarà più un gup, un solo magistrato, ma la stessa corte d'Assise, nel caso dei reati di sua competenza». Ma questa soluzione, caldeggiata da Vitali, è contestata all'interno della stessa maggioranza perchè «non risolverebbe il proslema». Non è un mistero che il ministro dell'Interno, Beppe Pisanu, non abbia apprezzato la decisione del gup Forleo, al punto da valutare se e in che termini si debba procedere a una revisione della legge o, meglio, a un'ulteriore iniziativa legislativa volta a chiarire sul piano giuridico la distinzione tra «guerrigliero» e «terrorista». Alla conclusione di Pisana arriva anche Gaetano Pecorella, presidente della commissione Giustizia della Camera, che sottolinea: «Non è necessario modificare l'articolo 270 bis del Codice penale. Semmai si dovesse intervenire, il legislatore dovrebbe definire megho il concetto di terrorismo». L'articolo prevede che «la finalità di terrorismo ricorre anche quando gli atti di violenza sono rivolti contro un Stato estero, un'istituzione e un organismo intemazionale». Antonino Caruso, presidente della commissione Giustizia del Senato, è convinto che «la legge che codifica il reato non abbia bisogno di grandi modifiche». Ma aggiunge: «Il problema che solleva la decisione del gup Forleo è un altro: la legge viene interpretata conformemente alla volontà del legislatore o viene scardinata dal giudice?». Giuseppe Gargani, responsabile Giustizia di Forza Italia, dice: «Onestamente non c'è bisogno di modificare la legge, il problema è la sua interpretazione ideologica paragjuridica». Di fronte alle polemiche solle¬ vate dalla maggioranza, il vicepresidente del Csm, Virginio Rognoni, commenta: «Se la legge è poco chiara, governo e Parlamento hanno gli strumenti per potervi provvedere. La sentenza di Milano non sfugge' alla regola che ogni provvedimento di giudice o pm può essere criticato anche aspramente ma che tale doverosa critica non può costituire motivo per delegittimare il magistrato e, indirettamente, l'intera magistratura presso la pubblica opinione». Da Milano il procuratore aggiunto Armando Spataro, coordinatore del pool antiterrorismo, si dichiara contrario alla modifica della legge: «Le assoluzioni fioccano non perché la configurazione giuridica del reato sia difficile da interpretare ma perché, e secondo me a torto, il giudice ha ritenuto che non vi fossero elementi provati di colpevolezza». E Franco lonta, coordinatore del pool antiterrorismo di Roma, sottolinea: «C'è bisogno di avere procedure di rogatorie più agili per acquisire atti di polizia o di autorità giudiziaria più che informative delle intelligence. Sarebbe utile anche ripensare i meccanismi delle competenze e centralizzare l'attività antiterrorismo in un unico ufficio». Intanto si mobilitano gli «antagonisti»: hanno promosso per domenica un'assemblea nazionale a Firenze contro la legislazione sui reati associativi con finalità di terrorismo. Un'assemblea promossa prima della sentenza di Milano. Un momento della manifestazione leghista contro la sentenza sui terroristi islamici

Luoghi citati: Firenze, Italia, Milano, Roma