«Cadrà un diluvio di bombe su queste elezioni fasulle» di Giuseppe Zaccaria

«Cadrà un diluvio di bombe su queste elezioni fasulle» UN LEADER DELLA GUERRIGLIA SUNNITA PREANNUNCI A IL SABOTAGGIO «Cadrà un diluvio di bombe su queste elezioni fasulle» «Al Zarqawi è un'invenzione del governo però colpiremo davvero Dopo il voto sciiti e curdi si divideranno la torta ma non ci sarà pace» intervista Giuseppe Zaccaria inviato a BAGHDAD RISPETTO all'incontro di quattro mesi fa l'atmosfera è più distesa e l'ospite viene addirittura invitato ad assaggiare con le mani, alla maniera araba, un «masgouf», il luccio del Tigri cucinato dentro sfoghe di pane. Il sessantenne che sì nasconde dietro il nome dì battaglia di Abu Moussa appare più disteso e pasciuto, descrive come un successo l'attività del. suoi uomini e dice che sono 400 mila. Però l'approccio non deve alimentare illusioni: a nome dei suoi annuncia un diluvio di bombe sulle elezioni. Tuttavia sembra ben disposto verso l'interlocutore italiano: «Ho saputo che il suo Paese ha mandato lìberi tre guerriglieri islamici, questo ha creato grande impressione in tutto il Medio Oriente e ci colpisce favo-, revolmente». In Italia non è proprio lo stesso. «Da noi invece Al Jazeera ha dato grandissimo risalto alla notizia e comincia a diffondersi l'impressione che finalmente il popolo italiano comìnci a prendere coscienza degli errori commessi». Questo significa che per i miei connazionali l'aria si fa meno pesante? «Certo, l'atteggiamento degli iracheni verso di voi sta cambiando». Dunque non rapirete più gli italiani? «Se ne sta discutendo». Al Zarqawi ha fatto sapere che schiererà cecchini in ogni piazza di Baghdad: siete a conoscenza del progetto? «Zarqawi, l'uomo del mistero...ma dov'è, cosa fa, possibile che riemerga da nastri registrati ogni volta che il govemo Allawi ha bisogno di lui? Questa dei cecchini è solo propaganda, cerchiamo di individuare Al Zarqawi da un anno e mezzo e non ci riusciamo, dicono abbia un migliaio di uomini ai suoi ordini e non ce n'è traccia. Quindi le rispondo di no, non ci saranno cecchini: ci saranno però le bombe, tante bombe». Sarete voi a piazzarle? «Naturalmente». Anche se con questo rischiate di assassinare molti civili? «Sarà fatta molta attenzione anche se a volte certi danni sono inevitabili: piazzeremo bombe contro l'elezione americana, quanto alla gente che andrà a votare cercheremo il più possibile di risparmiare tutti coloro che lo fanno sotto ricatto». , Quale ricatto? «A Sud dove dominano gli scùti è già stato detto che chi lascerà uno spazio bianco negli elenchi elettorali sarà ritenuto automaticamente uomo della resistenza, a Baghdad non hanno ancora distribuito le tessere alimentari per il 2005 e questo non era mai successo prima, significa che chi non voterà non riceverà la nuova tessera e potrà morire di fame. Sempre nella capitale c'è fente che ha comprato a suon dì ollari ì certificati elettorali delle famìgUe più numerose, quelle con cinque o sei votanti e i certificati adesso sono a Mredj, un luogo di Sadr City in cui falsificano tutto: a usare quei certificati sono gli scherani di Allawi. Per queste ragioni io credo che i votanti saranno abbastanza numerosi anche a Baghdad però attenzione, se ci sarà un vero scrutinio potrebbero scoprire mighaia di schede con su scritto Saddam Hussein». Per quale ragione non si è potuto raggiungere alcun compromesso con i sunniti? «Allawi ci ha provato organizzando due incontri segreti con i vecchi capì del partito Baath ma credo che l'accordo sia falhto perché quattro giorni fa, uscendo da un'altra tornata di trattative svoltasi nella Green Zone, due importanti baathìsti sono stati arrestati dagli americani, si chiamano Mahmoud Al Mashahadamy e Falsai El Ghroud. Anche a noi sono giunte richieste di aprire un contatto creando, per così dire, un braccio politico ma questo non sarà assolutamente possibile fino a quando al govemo resterà questa banda di fantocci e dì criminali». In quanto a criminali, qui non si scherza da nessuna parte. «Provate a chiedere ai vostri servizi di sicurezza chi sono davvero Allawi, Hakim, Jaafari, fate in modo che .le loro storie tornino fuori, che si rispolverino antichi nomi di battaglia legati a una stagione di terrorismo che vent'anni fa sconvolse l'Europa. Un govemo criminale non poteva che essere composto da criminali, 'fidati perché ricattabili, fino a quando staranno al loro posto non ci sarà tregua». Il govemo provvisorio rafforza polizia e guardia nazionale: non vi fanno paura? «Non mi faccia ridere: a parte le mighaia di diserzioni di giovani che spesso passano fra le nostre fila le dico che almeno il settanta per cento delle forze armate irachene sono dalla nostra parte, tant'è che non prendono parte ad azioni contro la guerriglia e adesso devono essere controllati reparto per reparto da "consiglieri" americani». La pressione contro di voi pero si fa pesante. «E non si parla dei suoi effetti sui civili. Sa perché due giorni fa i voli da Amman non sono atterrati? Perché intomo ai villaggi di Radwanja e Haswa, sulla direttrice Babilonia-Ramadi, era in corso un rastrellamento che ha provocato più di un centinaio di morti, mentre per paura di un camion-bomba centinaia di soldati americani venivano spostati dall'aeroporto ad abitazioni civili nel quartieri di Amrje, Ashorta e Lobat. La pressione è forte anche perché gli occupanti sono estremamente preoccupati e hanno ragione di esserlo». Fra pochi giorni, quale che sia il numero dei votanti, llraq avrà una nuova assemblea nazionale: a quel punto le cose potranno cambiare? «Per noi cambierà nulla: sciiti e curdi j', divideranno la torta come stabilito, molti sunniti rientreranno in gioco attraverso il partito di Adnan Pachaci. Però la frattura fra Iraq e sovrastrutture americane continuerà ad allargarsi. Dalla nostra parte abbiamo una grande mobilità e l'appoggio della popolazione, dopo il massacro di Falluja alcune nostre unità stanno per portare la guerriglia al Sud». Al Sud ci sono gli italiani. «Lo so. Un nucleo sotto il comando di Mohammad Abu Hamza al Amara sì è spostato nell'area di Passera con l'appoggio di veterani libici e agirà come megho crede». Quella è anche la patria degli sciìti: cos'è, l'inizio di una guerra civile? «Anche nelle nostre fila ci sono sciiti...è solo una nuova campagna che i comandi conducono in assoluta autonomia». Ricordo che i altra volt a aveva definito la guerriglia irachena come un'organìzza- zìone che lavora a compartimenti separati: sarà per questo che continuate a rapire gente che con gli Stati Uniti e l'occupazione c'entra assolutamente nulla, come la giornalista di Liberation, Florence Aubenas? «Quella signora non è stata rapita». Cosa dice? Florence Aubenas e il suo autista sono spariti dal 5 gennaio scorso. «E io le confermo che non sono stati rapiti né da un nostro gruppo né da altri: abbiamo fatto indagini accurate, mi creda e non abbiamo alcuna idea della fine che i due possano avere fatto». Mesi fa però accaduto che un gruppo dei vostri sequestrasse a trattenesse a lungo altri due giornalisti francesi, Ghesnot e Malbrunot. «Quella è un'altra storia...vede, non è che la guerriglia sia ricchissima dì persone istruite, quella volta un nucleo aveva sequestrato due stranieri e dopo un po'. avendo capito che non si trattava né di americani né di loro alleati ci aveva mandato a chiedere cosa fame. I contatti sono piuttosto macchinosi però entro un mese avevamo detto loro di rilasciarli. Da quel momento le truppe americane hanno ostacolato ogni tentativo di liberarli: i nostri li spostavano da una base all'altra e immediatamente le truppe Usa circondavano la zona, li muovevano ancora e di nuovo i marines si schieravano intomo. Quella è stata una vicenda che dev'essersi giocata su tutt'altri piani». Dice che nel grande gioco del terrorismo e dei sequestri s'inseriscono anche interessi di altro tipo? «Sicuramente forze straniere si sono inserite nel caso di Margaret Hassan, in altri casi si verificano incroci assurdi. Sa per esempio cosa ha provocano la strage di pochi giorni fa con l'autobomba al matrimonio senta? Una vendetta personale: un uomo della tribù Amer si è vendicato dell'uccisione del padre, cui un vecchio esponente del gruppo Badr aveva cavato gli occhi. L'assassino era il padre della sposa: incredibile, no?» Direi, agghiacciante. «Casi della vita. Nella resistenza non non accettiamo kamikaze. Tempo fa un uomo anziano e malato si era offerto di farsi saltare in aria per la causa, lo abbiamo rifiutato spiegando ancora una volta che non non glorifichiamo la morte ma aspiriamo alla vita. Una vita da uomini liberi, però». «Ho saputo che l'Italia ha mandato liberi tre guerriglieri islamici. Questo ha fatto grande impressione in Medio Oriente e ci colpisce favorevolmente» «A Sud è già stato detto che chi lascerà uno spazio bianco negli elenchi elettorali sarà ritenuto automaticamente uomo della resistenza»