Morte su un vagone per Asti di Giovanni Tesio

Morte su un vagone per Asti NARRATIVA Morte su un vagone per Asti «Una donna chiamata Bonbon» di Baltaro la nuova inchiesta del commissario Martini ON male, non male. S'intitola quasi come ima canzone di Paolo Conte l'ultima inchiesta (la quindicesima) del commissario Andrea Martini, «Una donna chiamata Bonbon» (L'Angolo Manzoni, pp. 206, euro 14), e certo fa molto Anni 30, fa molto Torino cri cri. A scriverla, la decana del giaUo-bicerìn, Gianna Baltaro, che è come la barbera doc: invecchiando (ma invecchiano le vere signore?) mighora di titolo in titolo. A leggerla, tutti i lettori oramai affezionati all'autrice e al suo Martini, un uomo di sicura probità, di acume nemmeno straordinario, di umanità forte, di aitanza appena tramontabile, una camera alle spalle, una proprietà (d'allora) in Langa, ima sorella (tutto buon cuore e caperai maggiore) che spasima di averlo ospite a Tonno nell'alloggio di via Barbaroux, una vogha ancora di spenderr si in inchieste e inquisizioni deheate. Questa volta Martini è alle prese con una morte misteriosa che avviene in un vagone d'un treno in partenza da Asti a Torino. Una donna che come soubrette era già stata nota col nome d'arte di Bonbon e che passando a più modeste mansioni di sartoria teatrale era tornata al secolo col nome anagrafico di Lucia Cavallotti. Altre pedine mosse, altre mosse fatte, un nuovo delitto commesso, imo nuovo minacciato, e Martini sempre lì, tenacemente abbarbicato alle sue piste, alla sua scienza strategica ma anche alla sua fortuna non proprio schiva. Coinvolgendo una sedotta suicida, un'attrice ritrovata, una cartomante in fuga, un potentato familiare, e tante altre figurine di passaggio che popolano le strade, i quartieri, i locali di una Torino disegnata come un fondale di scena, non senza aperture fuori porta che vanno da Alba a Cherasco (tra salotti gozzaniani, casali sperduti e fruttuose amatorialità gastronomiche), la storia tiene fino alla fine, che naturalmente non dico per rispetto dell'autore e del lettore. Certo è che col suo fare semphce e sobrio, la Baltaro si conferma - non senza un pizzico di commedia antica o di nuovo «feuilleton» - come fidata maestra del brivido nostrale. Giovanni Tesio La scrittrice Gianna Baltaro

Persone citate: Andrea Martini, Baltaro, Gianna Baltaro, Lucia Cavallotti, Manzoni, Paolo Conte

Luoghi citati: Alba, Asti, Cherasco, Torino