Preso al collo amico nero di Dario Voltolini

Preso al collo amico nero Preso al collo amico nero Dario Voltolini QUESTO è b settimo titolo tradotto in itabano del quarantenne scrittore di New York. Sono più di mezzo migbaio di pagine in cui viene raccontata una storia che prende gb Anni Settanta come nucleo fondante, centrata sul ragazzino bianco Dylan Ebdus che diventa uomo procedendo in un'adolescenza dai tratti molto particolari, poiché la maggioranza debe persone che vivono attorno a lui, nel suo quartiere, neba scuola, per le strade, non sono bianchi anglosassoni, ma italoamericani, portoricani, e soprattutto neri. La complessa evoluzione deb' identità di Dylan, qui descritta con minuzia e profondità straordinarie, prende corpo ab'intemo di un reticolo di relazioni fondamentalmente dominate da abeanze e scontri fra ragazzi, da un lato, e dabe cobocazioni sociab e ideologiche debe loro famigbe. Queba di Dylan è composta da due bianchi concettualmente figb degb Anni Sessanta, per i quab la questione razziale non si pone ormai nemmeno per ipotesi. Su questa base cresce lo sconcerto del figbo nel riconoscersi come bianco per opposizione con i neri che sono però anche la maggioranza dei suoi amici. La miscela, che per un lettore europeo è ancora meno banale e stereotipata dì quanto già non sia di per sé in questo romanzo, crea una tensione fortissima anche a bvebo di composizione letteraria e struttura con grande potenza tutta la prima larga parte deb'opera. Come momento anche simbobcamente sabente Lethem scegbe b cosiddetto «accalappiamento», una sorta di presa al cobo fatta con un braccio, da dietro, per umibare la vittima non meno che per sottrargb qualche dollaro. Sono i neri ad accalappiare i bianchi. L'esperienza di essere accalappiato ■è,uno,dei mattoni. più importanti nella costruzione deb' identità di Dylan. Il suo antagonista principale è b nero Robert Woolfolk. Il Jonathan Lsuo amico pm importante è b nero Mingus Rude. L'amicizia fra Dylan e Mingus è raccontata a livelb letterari di eccebenza. Attraverso la figura del padre di Mingus, un cantante nero di grande talento, entra in scena una debe più importanti linee di sviluppo del romanzo, cioè la musica. Neba sua evoluzione, Dylan diventerà im giomabsta musicale, e qui Lethem gioca da maestro le sue carte fatte di gruppi, nomi di band, estetiche musicab, storie di artisti e così via, mescolando a una precisa visione storica deba musica popolare una verosimibssima storia inventata, e precisamente queba del padre di Mingus e dei «Subtle Distinctions». Attraverso i fumetti dei supereroi Marvel, invece, entra in scena l'altra linea di sviluppo, queba abucmata e avantpop. Un anebo, che Dylan eredita da uno sgangherato personaggio forse svolacchiante, dona a chi se lo infila alcuni superpoteri: in primo :lùogo quebo di volare, in seguito quebo di essere invisibbi. Una terza linea, queba deba funzione e del cambiamento delle drojghe pesanti, cementa b tutto in un blocco di greve e triste lotta per la vita, indistinguibile da queba per la morte. . Le vite dei ragazzi cresciuti insieme nel quartiere, come in un terreno di coltura biologico, prenderanno col tempo direzioni di allontanamento, ma anche di ritomo: quando Dylan anni dopo toma per le strade in cui si è fatto le ossa da ragazzino, b quartiere è diventato una cosa assai diversa, ripubto, snaturato, preconfezionato per un uso diverso, per gente socialmente diversa, più presentabbe, più di facciata. Un processo che si chiama gentryfication, potremmo tradurre più o meno come «fighettizzazione». Ora; Lethem nebe parti relative ai supereroi e abe fantasie adolescenziali da essi nutrite, qui mescolate al dato reabstico con grande tecnica e in seguito a ima chiara ipotesi letteraria, si muove sul terreno avonfpqp con cui ha costruito le altre sue prove d'autore. Tuttavia sono forse le parti meno convincenti del romanzo, che è evidentemente nato daba decisione potente deb'autore di confrontarsi con b proprio passato, la propria evoluzione identitaria di uomo ormai adulto. Da questa decisione, esistenziale prima ancora che letteraria, b romanzo trae una forza |randissima del tutto autosufficiente. L'ingrediente abucinato - b suo correlativo letterario avantpop - non aggiungono nuba alla furia macinatrice della narrazione, davvero in grado di digerire nel proprio ventre ogni cosa. Ma, a onore del vero, nemmeno sottraggono nuba. Sempbcemente appare, in queste zone, più scoperta la decisione a freddo, la scelta degb ingredienti fatta un po' in vitro. Ma che questo non sia un romanzo perfetto è la sua più grande fortuna. La tentazione di tanta letteratura americana contemporanea di essere stupendamente confezionata, a cui una consapevole generazione di talenti difficilmente può resistere, fa anche in Lethem capolino nei giri di frase, neba bribantezza deba prosa, neb'agibtà con cui si eseguono i passaggi più difficib, nel controbo suba struttura deb' opera e debe sue parti. Senza la tentazione di dire ogni cosa nel modo più figo possìbile, b romanzo raggiungerebbe le trecento pagine, secondo un calcolo a occhio. Dunque è una fortuna che qualcosa vada un po' storto, che qua e là ci siano debe ruvidezze, debe concrezioni non smaltite. Da qualche parte, nel suo sbalorditivo istinto di narratore, Lethem sicuramente lo sa, e ciò lo salva daba gentryfication deba prosa: è vero, padre e figbo viaggeranno fianco a fianco per un breve tragitto (meravigbosa tenerezza, qui) accompagnati da «Another Green World» di Brian Eno, molti capitob sono sempbcemente perfetti, ampie campiture sono impeccabib, tuttavia la voce sporca e sbullonata del cantante scassato, a rischio, irregolare, malato, sorgivamente scomposto e vitale, è un bene molto più prezioso. «La fortezza della solitudine» di Jonathan Lethem: la formazione di Dylan Ebdus, descritta con minuzia e profondità straordinarie, in un microcosmo d'America dove i bianchi sono la minoranza Jonathan Lethem Jonathan Lethem La fortezza della solitudine trad. di Gianni Pannofino Marco Tropea, pp. 553. e 7 7 ROMANZO *

Luoghi citati: America, New York