Julia premier, continua la rivoluzione arandone di Francesca Sforza

Julia premier, continua la rivoluzione arandone UCRAINA, IERI IL PRIMO INCONTRO YUSHENKO-PUTIN Julia premier, continua la rivoluzione arancione Uno schiaffo al Cremlino la nomina della Timoshenko: la riconciliazione è lontana Francesca Sforza corrispondente da MOSCA Doveva essere il vertice deUa riconciliazione tra Mosca e Kiev, ma quando già Viktor Yushenko e Vladimir Putin erano riuniti è arrivata al Cremlino la notizia che il presidente ucraino aveva nominato primo ministro Julia Timoshenko, la «pasionaria» della rivoluzione arancione, la bella signora bionda che nei giorni caldi di Kiev era finita sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo, eroina della piazza ma soprattutto ima fiera avversaria dell'antica madre Russia. E se i due leader alla fine hanno dichiarato che «Russia e Ucraina saranno sempre partner strategici», il vertice non è andato esattamente come Putin voleva. Yushenko ha detto sì a quello «spazio economico comune» nel quale il Cremlino vuole rimettere insieme Russia, Bielorussia, Ucraina e Kazakh- stan. Precisando però che il suo paese aderirà se non gh sarà impedito il «movimento verso altri mercati». Ma la notizia del giorno è la nomina a capo del governo ucraino di Julia Timoshenko. Il cronista della tv pubblica russa l'ha data con cautela interrompendo con qualche imbarazzo il coUegamento con il Cremlino, dove si svolgeva l'incontro tra Putin e Yushenko, e precisando subito che «al momento si tratta di una nomina ad interim, in attesa che il parlamento esamini la candidatura e dia la fiducia al nuovo governo, dopo le dimissioni di Viktor Yanukovich». Capace di passare con disinvoltura dai tailleur color tortora al costume della contadina ucraina, dal taglio di capelli sfilato sul volto alla bionda treccia tradizionale, Julia Timoshenko aveva detto di voler «portare la rivoluzione fino a Mosca», e aveva fatto innamora- re di lei tutte le piazze virtuali collegate con Kiev nei giorni della rivolta. «Ieri non sono stata con voi, ed è stato un giorno perduto - disse una volta dal microfono alla folla in delirio - Senza questa piazza nessuno può più vivere in Ucraina». Brava nella retorica come negh affari, Julia Timoshenko nasce direttamente dalla dissoluzione dell'epoca sovietica but¬ tandosi in qualsiasi impresa che richieda fascino e cervello. Prima un'azienda di videocassette pirata, poi ima veloce incursione nel mondo dell'abbigliamento a basso costo, infine il salto nella grande economia e nella grande pohtica. Nel 1994, con Leonid Kuchma alla presidenza, Julia va alla guida del Sistema Unificato dell'Energia Ucraina e conquista il monopoho di gas e petroho del paese. Secondo i suoi oppositori - ma anche secondo le inchieste ancora aperte della magistratura ucraina avrebbe sottratto al gruppo 450 milioni di dollari, di cui una parte sarebbero finiti in tangenti per poter entrare nel governo. Ma il popolo, durante i giorni della rivolta di Kiev, preferiva ricordare la volta che lei andò con il suo aereo personale nelle regioni orientali del paese per consegnare lo stipendio in contanti ai minatori in attesa degh arretrati. «E non aveva ancora quarant'anni», dice la leggenda. «Ha un computer al posto del cervello» confidano i suoi collaboratori più stretti alla «Novaja Gazeta». «Non ho mai rinunciato alla mia femminilità», dice Julia a chi critica la sua andatura spietata da donna manager. Del sogno di un'Ucraina europea - condiviso dalle due anime della rivoluzione arancione Vladimir Putin ha preferito non parlare. Del resto lo stesso Javier Solana, da Bruxelles, aveva contribuito a frenare lo slancio europeista di Yushenko: «L'Ucraina deve avere buone relazioni sia con l'Unione Europea sia con la Russia - ha detto Anche per noi è importante che questi rapporti siano buoni; è un triangolo che deve funzionare bene». Ma intanto sciarpe, cravatte e bandiere arancioni sventolano con sempre maggiore frequenza anche nelle strade deUe città russe. E se la protesta contro l'abolizione dei sussidi sociah che sta agitando la popolazione in questi giorni comincia a guardare in direzione di Kiev, allora Julia potrà gridare due volte vittoria. LA CRISI DI KIEV 10 settembre 2004- Il capo dell'opposizione Viktor Yushenko viene colpito da un malore che gli sfigura il volto; avvelenamento da diossina, forse opera dei servizi segreti. 21 novembre 2004-Le elezioni vengono dichiarate vinte dal premier filorusso Viktor Yanukovic. L'opposizione denuncia massicci brogli. Il voto viene annullato dopo le proteste della piazza e dell'Occidente. 26 dicembre 2004 - Yushenko vince la replica delle elezioni. 23 gennaio 2005 - Yushenko giura come presidente e proclama la liberazione dal "fardello del passato" comune con la Russia La «pasionaria» Julia Timoshenko