Alla Casa Bianca la tolleranza è femmina di Klaus Davi

Alla Casa Bianca la tolleranza è femmina LA DIVISIONE DEL COMPITI NEI RAPPORTI CON LE MINORANZE SCOMODE Alla Casa Bianca la tolleranza è femmina Klaus Davi SE i rapporti fra il presidente Bush e il mondo omosessuale sono notoriamente complicati e segnati dall'ostilità dei repubblicani più integralisti , gh spin doctor deUa Casa Bianca sono invece più cauti quando si tratta di lanciare segnali all' influente comunità gay attraverso le figure «concilianti» della signora Bush e delle fighe. Neanche a dirsi, gh strateghi della Casa Bianca hanno assegnato ai vari componenti del clan Bush un ruolo ben preciso. Quello del presidente, va da sé, è la figura paradigmatica del «macho» patriarca, che incarna un' identità forte maschile in una società dove l'uomo sembra attraversare una crisi identitaria senza precedenti. Una disgregazione che sta subendo una sua plastica accelerazione proprio in questi tempi, come dimostra il recente dibattito innescatosi negh Usa a partire dal film sul sessuologo McKinsey. Così per dialogare con la comunità gay e non chiuderle completamente la porta in faccia diventano strategiche le fighe e la moghe, sapientemente utilizzate per far filtrare messaggi rassicuranti e trasversah. Un esempio sintomatico? Beh, l'autorevole sito americano gay.com proprio venerdì ha svelato come le due fighe del presidente si siano affidate a stilisti gay newyorkesi (gh emergenti Mark Badgley e il suo partner, James Mischia) niente meno che per la scelta deUe mises poi indossate dalle ragazze durante il giuramento del padre a Capitol Hill. Una consulenza intelligentemente sbandierata , proprio per affrontare al megho un secondo mandato che. neUe premesse, si annuncia un po' meno muscolare e più bipartisan del primo quadriennio anche su temi tabù come i diritti civili. Non è un caso che proprio l'altro giorno, in un bel articolo apparso sul Los Angeles Times, l'ex consulente giuridico di Bill Clinton, il democratico Lanny J. Davis, ha confessato che ai bei tempi di Yale, quando lui e Bush junior studiavano insieme dunque ben prima che diventase di moda - il futuro presidente difendesse i gay dalle discriminazioni. A chiudere il cerchio della nouvelle vague tollerante ci pensa infine la dolce Lama (anche lei consulta da anni uno stilista di Dallas, Michael Faircloth, apertamente gay), che nella sofisticata neostrategia «Omosex Compassionate» della Casa Bianca sta pian piano abbozzando una sorta di presa di distanza dal machismo (come abbiamo visto non sempre linearissimo) del marito, instillando un po' di femminilità nel fin troppo rude conservatorismo dei nuovi repubblicani. Sia chiaro: non che si sia in presenza di un George Bush neo liberal sui diritti civili, inclusi quelh degh omosessuah. Anzi. Il presidente, dopo la rielezione, ha dichiarato se possibile di voler ancor di più irrigidire la propria linea anti gay. Semplicemente, in un sistema rigidamente protestante come quello americano ogni individuo è testimonial e portatore di valori certi, dunque alle donne si può anche assegnare quello fondamentale della toUeranza. Tanto alla fine contano i voti, direbbe il vecchio Karl Rove, e i fondamentalisti cristiani, a novembre, hanno dimostrato di saperne portare molti di più...

Luoghi citati: Capitol Hill, Dallas, Los Angeles, Usa