Bush ammicca ai gay, complice la moda di Paolo Mastrolilli

Bush ammicca ai gay, complice la moda TIMIDO SEGNALE DI APERTURA DOPO LE DURE PRESE DI POSIZIONE CONTRO IL MATRIMONIO TRA INDIVIDUI DELLO STESSO SESSO Bush ammicca ai gay, complice la moda ^er gli abiti delle figlie al giuramento scelti due stilisti omosex Paolo Mastrolilli NEW YORK «Oh mio Dio, c'è la Casa Bianca al telefono!». Mark Badgley era rimasto comprensibilmente sorpreso, quando l'ufficio del presidente Bush lo aveva chiamato per chiedere a lui e al suo partner, James Mischka, di vestire le gemelle Jenna e Barbara all'Inauguration del padre. Primo, perché non capita tutti i giorni di essere assunti dal capo dell'ultima superpotenza rimasta al mondo-; secondo, perché Mark e James sono notoriamente gay, e nell'agenda di Bush c'è' un emendamento costituzionale per vietare la loro unione. Quella telefonata nascondeva forse ima strizzata d'occhio alla comunità dei «diversi»? Bush è convinto che il matrimonio sia solo tra un uomo e una donna, e quindi ha proposto un emendamento costituzionale per vietare le nozze gay. Lo ha fatto per rispondere all'attivismo di giudici come quelli del Massachusetts, che hanno autorizzato queste unioni, e di sindaci come Gavin Newsom, che le ha celebrate l'anno scorso sui gradini del municipio di San Francisco. Però Iha fatto anche per ragioni pohtiche, sapendo che il tema avrebbe mobilitato la sua base elettorale. A questo scopo Matt Daniels aveva fondato l'Alliancé for Marriage, ed è riuscito a trascinarsi dietro tutti i gruppi della destra protestante, che il 2 novembre sono andati a votare in massa per gli 11 referendum contro i matrimoni omosessuah. Visto che c'erano, hanno messo la crocetta anche vicino al nome di Bush, aiutandolo a vincere in stati chiave come l'Ohio. Eppure nella famiglia presidenziale ci sono brecce che potrebbero aprire uno spiraglio per i gay. Cominciare dagh stilisti è ovvio. Il sarto preferito di Laura, quando era arrivata a Washington nel 2001, si chiamava Michael Faircloth. Aveva vestito anche le cheerleaders della squadra di football dei Dallas Cowboys ed era apertamente omosessuale. Poi la First Lady, nel suo impegno per la promozione della lettura, non aveva disdegnato gh autori «diversi», e quando le fighe hanno scelto Badgley e Mischka per i loro abiti inaugurah non ha fatto una piega. Più forte ancora è la quinta colonna nella famiglia Cheney. Tutti sanno che Mary, figlia del vice presidente, vive in Colorado con la sua compagna Heather Poe. Si sa perché il candidato democratico, John Kerry, disse che era lesbica durante un dibattito con Bush, scatenando l'ira dei genitori. Mary, però, non sta a casa a fare la calza. Ha gestito la rielezione del padre Dick e aveva militato nella Republican Unity Coalition, cioè il gruppo gay all'interno del Grand Old Party. E' un'attivista politica, e a lei si erano rivolti gli attivisti omosessuali con la campagna «Dear Mary», che chiedeva ai membri della comunità di scriverle affinché spingesse Bush a cambiare linea. Nel 2000, in effetti, Cheney aveva detto che lei scelte di vita private sono private, ma nel 2004 ha aggiustato la posizione, garantendo che se il presidente vorrà l'emendamento contro i matrimoni gay, lui obbedirà. Ora che Bush è stato rieletto, si tratta di tirare le somme. Il 16 gennaio il capo della Casa Bianca ha detto al Washington Post che non spingerà per l'emendamento, perché in Senato non c'è la maggioranza di due terzi necessaria a farlo approvare. La destra religiosa ha subito alzato la voce, e il i portavoce Dan Bartlett ha corretto il tiro: il presidente non ha cambiato idea, ma prende atto di una realtà in Congresso. Molti senatori pensano che basti il Defense of Marriage Act, una legge firmata da Clinton nel 1996 che delega ai singoli stati le decisioni sulle nozze gay, liberandoli dall'obbligo di rispettare quelle celebrate in altre regioni. Finché sarà così, Bush non avrà spazio di manovra. Alcuni analisti però sospettano che non voglia spingere su questo tema perché vincere è difficile, e quindi preferisce spendere il suo «capitale pohtico» per altre iniziative, tipo la privatizzazione del sistema pensionistico. Gh attivisti gay non si fidano dei segnali di pace. Durante l'Inauguration hanno speso 15 milioni di dollari per mandare in onda questo spot: «Bush dice che non assume e non hcenzia in base all'orientamento sessuale, ma ha cacciato 1.500 militari solo perché sono gay. Dice di essere tollerante, ma ha rifiutato di perseguire i crimini contro gh omosessuah. Dice di sostenere l'eguaglianza dei diritti e magari le unioni civili, ma nega i benefici alle coppie gay quando sono malate e ne hanno più bisogno. Ouesto è quanto dice George Bush. Cosa farà, ora, nei prossimi quattro anni?». Biish e Laura. Qui sopra le figlie di Cheney, Mary (a sinistra) è lesbica Le figlie di Bush, Barbara (a sinistra) eJenna con gli abiti firmati da Badgley e Mischka

Luoghi citati: Barbara, Colorado, Massachusetts, New York, Ohio, San Francisco, Washington