«Due settimane fa avevamo già subito un attentato»

«Due settimane fa avevamo già subito un attentato» CAMP M ITTICA, BASE MILITARE ITALI AMA DI NASSIRIYA «Due settimane fa avevamo già subito un attentato» Il tenente colonnello Tirino: la provincia dove operiamo è tranquilla ma CÌ SOnO gruppi Che miranO Sempre a deStabiliZZare la SitUaZiOne intervista ROMA SONO ormai le dieci di sera a Camp Mittica, la base militare italiana di Nassiriya. Il tenente colonnello Francesco Tirino, portavoce del nostro contingente, è appena rientrato in ufficio: «Vengo dalla cappella della base - racconta dove è allestita la camera ardente. La salma del povero Cola è veghata da una guardia d'onore. Come è facile da immaginare la tristezza regna all'interno del campo». Momenti di commozione. «Ci vorranno un paio di giorni per le pratiche burocratiche - si riprende il colonnello - e poi la bara di Simone Cola arriverà in Itaha. Sì, forse già domenica». Colonnello, come è andata? «Un nostro eheottero, un AE 412, era in volo su Nassiriya, impegnato in un'azione di copertura a una pattugha motorizzata quando un colpo partito dal basso ha colpito il povero maresciallo Cola». E' vero che la pattuglia del contìngente portoghese si era spinta in una zona proibita, il quartiere gene¬ rale dello sceicco Al Khafaji, fedelissimo di Al Sadr, il leader religioso sciita? «Quel territorio non era controllato dalle milizie armate di Al Sadr. A monitorare il territorio c'era una nostra pattugha. A Nassiriya non esistono zone proibite per noi. E' vero però che la pattugha portoghese è diventata bersaglio di colpi di arma da fuoco. Ed è a quel punto, intomo alle 12,15 ore locali, che è intervenuto il nostro eheottero in funzione di copertura, con il compito di monitorare la situazione». Ed è partita una raffica di kalashnikov contro il nostro elicottero.. «Hanno sparato dal basso una raffica, con un'arma automatica, probabilmente un kalashnikov. Un proiettile, ripeto, ha colpito il povero maresciallo Cola che operava, come mitrajliere, al portellone destra del'eheottero. L'equipaggip si è subito accorto dell'estrema gravità deUe condizioni del nostro maresciallo ed è immediatamente rientrato alla base,' a Camp Mittica, dove è in funzione l'ospedale da campo. I chirurghi hanno tentato ai stabilizzare le condizioni del ferito. Purtroppo ogni tentativo è risultato vano e alle 13,35 ore locali, Simone Cola è spirato». Nei giorni precedenti, ave- vate avuto segnali che la situazione potesse precipitare? «La provincia in cui operiamo, Dhi Qar, è relativamente tranquilla rispetto al centro e al nord del paese. Ma lo scenario è quello iracheno, caratterizzato da una percentuale di rischio sempre elevata. Due settimane fa, il 9 gennaio, avevamo subito un attentato. Avevano fatto esplodere un ordigno posto sul ciglio della strada al passaggio di un nostro "VM", un gippone. E' accaduto a sud di Nassiriya». Ci sono stati feriti? «No, solo bevi danni al mezzo provocati dall'onda d'urto: una incrinatura al parabrezzo e uno specchietto estemo rotto». H governatore di Nassiriya, Sabri Hamid al Rumayad, commentando l'uccisione del maresciallo Cola, ha detto che si tratta di un fatto episodico, isolato e che la situazione della provincia resta complessivamente tranquilla. E' d'accordo? «Ha ragione, nel senso che la provincia dove noi operiamo è una zona relativamente tranquilla rispetto al resto del paese. Ma ciò non significa che non vi siano dei gruppi che voghono destabilizzare la situazione, specialmente alla vigilia delle elezioni». Al 30 gennaio mancano nove giorni. Che scenario ipotizzate? «In Iraq, la percentuale di rischio è comunque sempre elevata. In questo scenario si inserisce l'appuntamento elettorale. Non possiamo escludere un'ulteriore recrudescenza di atti di violenza, altri atti ostili nei confronti delle forze di coalizione e delle forze nazionali. Naturalmente, il nostro livello di attenzione era già alto e continuerà ad esserlo, a prescindere da ciò che è accaduto oggi. Purtroppo, i rischi si possono diminuire ma non azzerare». Nel giorno delle elezioni, i nostri militari pattuglieranno i seggi? «Noi stiamo addestrando le forze di sicurezza irachene, die saranno i primi attori durante la tornata elettorale. Noi garantiremo sostegno e supporto e monitoreremo la situazione». Lontani dai seggi? «Non entreremo nei seggi, presidiati dalle forze di polizia locali e dalla guardia nazionale irachena. A loro noi forniremo, ripeto, aiuto evitando ogni ingerenza durante le operazioni di voto e di spogho deUe schede». (aÌRì In vista delle "" elezioni stiamo addestrandole forze di sicurezza irachene, che saranno! primi attori durante le votazioni Noi garantiremo sostegno e supporto 99 Duemilitariitalianimentrecaricanolearmiindotazionedelloroelicottero

Persone citate: Colonnello, Francesco Tirino, Hamid Al Rumayad, Khafaji, Sabri, Sadr, Simone Cola

Luoghi citati: Camp Mittica, Iraq, Nassiriya, Roma